Le nuove regole sulla gestione dei contagi a scuola

Entrano in vigore oggi e hanno l'obiettivo di favorire l'insegnamento in presenza ed evitare per quanto possibile la DAD

(ANSA/ Alessandro Di Marco)
(ANSA/ Alessandro Di Marco)

Oggi, lunedì 8 novembre, sono entrate in vigore le nuove regole di gestione dei contagi nelle scuole, che hanno l’obiettivo di favorire l’insegnamento in presenza ed evitare per quanto possibile la didattica a distanza. Le regole sono indicate in un documento del ministero dell’Istruzione e del ministero della Salute, scritto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e le Regioni.

Il documento prevede una procedura «definita e standardizzata» per rendere omogenee le misure di prevenzione nelle scuole a livello nazionale. Fino a ora infatti le regioni avevano applicato protocolli diversi per gestire il periodo di quarantena in caso di contagio: in Veneto per esempio rimaneva a casa solo lo studente contagiato, mentre in Toscana e in molte altre regioni la quarantena era estesa a tutti i compagni di classe. Le nuove regole prevedono invece che vada in quarantena tutta la classe soltanto nel caso in cui siano riscontrati almeno tre contagi, e sono diverse a seconda della fascia di età degli studenti e a seconda che le persone entrate in contatto con chi è risultato contagiato siano vaccinate o meno.

Da oggi qualora venga riscontrato un caso positivo a scuola, i dirigenti scolastici sono tenuti a informare il dipartimento di Prevenzione locale e a individuare i «contatti scolastici» della persona contagiata, sospendendo temporaneamente le attività didattiche in presenza per avviare l’iter indicato dal documento.

Nel caso in cui venga riscontrato un caso positivo tra gli studenti della scuola primaria (elementari) e di quella secondaria (medie e superiori), tutti i compagni di classe devono effettuare un test per accertare l’eventuale contagio. Questo test, che definisce il “Tempo 0” o “T0”, può essere sia un test antigenico che un tampone molecolare o un cosiddetto test salivare, e va fatto il «prima possibile dal momento in cui si è stati informati dal referente scolastico» della presenza di un caso. Il documento chiarisce che i test sono gratuiti e la modalità di prescrizione seguirà l’organizzazione regionale.

Se il risultato del test è negativo, gli studenti possono tornare subito a scuola, ma devono comunque sottoporsi a un secondo test dopo 5 giorni (“T5”) per verificare di non essere stati contagiati. In presenza di un ulteriore caso positivo oltre a quello già riscontrato, gli studenti vaccinati o guariti dopo aver contratto il coronavirus da meno di 6 mesi potranno continuare a frequentare le lezioni, sottoponendosi comunque al T5; tutti gli altri dovranno sottoporsi a una quarantena di 10 giorni. In presenza di due casi positivi oltre a quello riscontrato per primo, starà a casa in quarantena tutta la classe.

Le regole sono diverse per i bambini fino ai 6 anni che frequentano le scuole dell’infanzia. In caso di rilevamento di un contagio in questa fascia di età è prevista per tutti gli alunni una quarantena di 10 giorni, con un test da fare il primo giorno e un ulteriore test dopo 10 giorni.

Le misure di prevenzione per gli insegnanti e gli operatori scolastici variano in base al contatto diretto con l’alunno contagiato e al periodo di attività in presenza nella stessa stanza in cui è stato riscontrato il caso positivo.

Nel caso in cui a essere contagiato sia un insegnante che ha svolto attività in presenza, le misure di prevenzione per gli studenti sono sostanzialmente le stesse applicate in caso di contagio tra gli studenti, con le differenze previste per fasce di età e copertura vaccinale. Il documento chiarisce comunque che il rientro a scuola dopo la guarigione è consentito con l’attestazione rilasciata dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica o in seguito a comunicazione da parte dei dipartimenti di Prevenzione.