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  • Giovedì 25 novembre 2021

I Golden State Warriors sono di nuovo i Golden State Warriors

La squadra che ha segnato l’ultimo decennio della NBA è la migliore della stagione appena cominciata, dopo due anni tremendi

Draymond Green e Stephen Curry nella vittoria di Golden State contro i Chicago Bulls (AP Photo/Jeff Chiu)
Draymond Green e Stephen Curry nella vittoria di Golden State contro i Chicago Bulls (AP Photo/Jeff Chiu)

La nuova stagione del campionato di basket NBA è iniziata da circa un mese. Le squadre non hanno giocato neanche un quarto delle 82 partite previste dal calendario della stagione regolare, che quindi è ancora in una fase interlocutoria, e potranno cambiare ancora molte cose da qui al prossimo 10 febbraio, l’ultimo giorno in cui sarà consentito scambiare i giocatori. Ma si stanno già intravedendo le direzioni prese da alcune squadre, tra cui spiccano i Golden State Warriors.

La squadra californiana vinse tre titoli tra il 2015 e il 2018, raggiunse per cinque anni di fila le finali e segnò lo scorso decennio con il suo stile di gioco spettacolare e dominante, fondato su giocatori come Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green (e Kevin Durant, per tre stagioni). Ma a partire dalla stagione 2019-2020 avevano avuto un rapido tracollo, scendendo al fondo della classifica tra infortuni, cessioni e rifondazioni. Ora sembrano tornati, se non quelli di un tempo, qualcosa che per molti versi ci assomiglia.

Finora sono stati infatti i migliori del campionato. Hanno vinto 16 delle 18 partite disputate, più dei Phoenix Suns finalisti nella passata stagione (15 vittorie), più dei Brooklyn Nets (14 vittorie), la miglior squadra dell’Est, e molto di più dei Los Angeles Lakers di LeBron James (10) e dei campioni in carica dei Milwaukee Bucks (11).

I Warriors molte di queste squadre le hanno già battute, anche nettamente. Agli ambiziosi Chicago Bulls hanno dato 26 punti di scarto lo scorso 13 novembre. Quattro giorni dopo hanno battuto di 18 punti i Brooklyn Nets dell’ex Kevin Durant, mentre la scorsa notte hanno vinto 116-96 contro Philadelphia nella loro quinta vittoria consecutiva.

Nel ritorno dei Warriors ai vertici della NBA si sono notate soprattutto le prestazioni dell’uomo che più di ogni altro è il simbolo della storia recente della squadra: il due volte MVP Stephen Curry. Fin qui Curry ha tenuto una media di 28,2 punti a partita, la più alta del campionato. È tornato anche a dominare nei tiri da tre, la sua specialità, con 92 tiri riusciti, una decina in più degli altri tiratori più prolifici dalla distanza. Con questi numeri, Golden State è la squadra che fa più punti a partita: 114,3 in media.

Allenati ancora da Steve Kerr, dopo le finali perse contro Toronto nel 2019 i Warriors avevano dovuto ripartire quasi da capo. Nei mesi estivi di quell’anno la squadra cambiò molto e se ne andarono due giocatori fondamentali come Durant e André Iguodala. Alle loro assenze si aggiunsero poi uno dopo l’altro gli infortuni di Curry e Green — uno dei migliori difensori della lega — e quelli più gravi di Thompson, che con Curry formava i cosiddetti splash brothers, soprannome nato dalle eccezionali capacità al tiro di entrambi (lo “splash” sarebbe il suono di una palla che entra nel canestro toccando solo la retina). Sono passati oltre due anni dall’ultima partita Thompson, che però dovrebbe ritornare a breve.

La ricostruzione è stata lunga ed è passata anche dal fondo, toccato nella stagione regolare 2019/20 conclusa come peggior squadra di tutto il campionato: in 65 partite le sconfitte furono 50. Nonostante il crollo dei risultati, la squadra ha continuato a lavorare per rifondare il gruppo con l’inserimento di nuovi giovani per farsi trovare pronta al ritorno a pieno regime dei suoi giocatori migliori. Nel draft del 2020 poté scegliere con la seconda chiamata il promettente centro James Wiseman, mentre l’anno precedente era stato scelto Jordan Poole, diventato già protagonista in questa stagione con 18 punti di media.

Anche così i Warriors sono riusciti a ricreare un gruppo unito che è tornato a giocare su alti livelli il basket complesso e spettacolare per cui erano diventati famosi. Lo dimostra il fatto che nonostante non abbiano nessun giocatore tra i migliori sette passatori del campionato, sono ancora la prima squadra per quantità di passaggi per partita e hanno la miglior difesa del campionato.

Negli Stati Uniti si parla già di loro come possibili finalisti di questa stagione. Ai playoff manca ancora molto, ma intanto i Warriors stanno dimostrando di voler tornare veramente quelli di una volta. Le ultime cinque vittorie consecutive sono arrivate con punteggi ampi nonostante le lunghe assenze di Thompson e Wiseman (fuori dallo scorso aprile), e quella più recente di Iguodala, tornato in estate per dare una mano alla rifondazione ma infortunatosi alla seconda partita di campionato. Parlando del suo prossimo rientro, Thompson ha detto di recente: «Sono molto orgoglioso di come sta giocando la squadra. È stimolante per me allenarmi ogni giorno sapendo che i miei compagni sono la miglior squadra in questo momento».

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