Una canzone di Bartees Strange

E il rapporto strano che abbiamo con le cover

David Lee

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
È uscito il disco nuovo degli Elbow, band speciale di Manchester, e ci sono ancora cose molto belle: torno a suggerirvi questa.
Se vi ricordate di Anna B Savage – «Anna B Savage ha una voce che ferma il traffico» -, ha fatto un nuovo EP in cui c’è questa bella canzone che rimbalza tra la sua tipica strofa lugubre e l’allegria liberatoria del refrain.
I hope I never fall in love again
I want to live alone, but I can’t afford the rent

I Beatles che fanno quel gran pezzo che è Don’t let me down, dal solito documentario che ormai sta per uscire (dopodomani).
Qualcuno ieri si è ricordato che di Paolo Pietrangeli che è morto ieri avevamo già parlato in questa newsletter un anno fa. Grazie.
Sono uscite le candidature ai premi Grammy, che per qualità scarsa della musica coinvolta (il premio è soprattutto a chi vende di più) sono in gran parte assimilabili al Festival di Sanremo: ma quest’anno a prendere più candidature di tutti è stato Jon Batiste, musicista di New Orleans sapiente e bravo assai (lo conosce chi segue il Late Show di Stephen Colbert) che ha fatto un disco di soul contemporaneo niente male (qui su Spotify).
Di cover parlo sotto ma volevo aggiornarvi sugli sviluppi di una cosa che avevo citato la settimana scorsa: per ora sono riuscito a non imbattermi ancora mai nella cover di Follow you follow me di Zucchero.
Per finire con gli aggiornamenti, ecco com’è andata a finire col concerto dei Genesis: “Due to scheduling difficulties the postponed Genesis show at OVO Hydro, previously scheduled for 8th October, has now been cancelled. We will be automatically refunding your tickets to the method of payment you used to buy your tickets, so you don’t need to do anything further”. Almeno rimborsano senza capricci o richieste, a differenza degli organizzatori italiani durante la pandemia.

Mr. November
Bartees Strange

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Con le cover abbiamo sempre un rapporto strano: ci sono quelle che scopriamo sorpresi che erano di qualcun altro dopo averle amate per anni, ci sono quelle che l’originale era così imbattibile che chiunque ci provi parte perdente, ci sono quelle che erano così belle che invece ci possono provare altri e saranno belle lo stesso, ci sono quelle inutili, quelle rovinose, e pure quelle che diventano belle quando arriva qualcuno che sa come prenderle, o quelle che ci sei così affezionato che chiunque le ripeschi qualcosa ti emoziona.

Mr. November è una canzone dei National, l’ultima e la migliore del loro terzo disco, del 2005: il protagonista è uno che si trova ad affrontare ansiosamente scadenze e impegni decisivi e concreti, dopo averli aspettati a lungo, e loro raccontarono di avere pensato a se stessi e anche al candidato alle presidenziali americane del 2004 John Kerry, che perse (con un incidente comico per i compagni del Manifesto). Poi la canzone la usarono per la campagna di Obama del 2008: novembre negli Stati Uniti è il mese del vincitore delle presidenziali, e rarissimamente è stato il mese del vincitore delle finali del baseball: quello di solito è mr. October.

This is nothing like it was in my room
In my best clothes
Trying to think of you
This is nothing like it was in my room
In my best clothes

Nella versione dei National la voce di Matt Berninger non è così speciale come in altre occasioni, ma il pezzo ha un ritmo travolgente e c’è un formidabile lavoro di batteria. Insomma, andava bene così.
Poi l’anno scorso ho scoperto questa cover di Bartees Strange (che aveva fatto tutto un disco di cover dei National), che ha meno di quel ritmo, ma lui la fa diventare più calda e accogliente, con la voce che prevale, e la fa finire in quella categoria lì: quelle che era buono l’originale, ma è anche buona la cover. Lui è un trentenne americano nato in Inghilterra, di eclettiche inclinazioni musicali e gran voce: ha ricevuto buone recensioni, non sembra uno che sfonderà, ma con l’aiuto dei National abbiamo qualcosa per ricordarcelo. Buona fine novembre.

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