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  • Lunedì 22 novembre 2021

L’Ucraina rischia di nuovo di essere invasa

Dalla Russia, ovviamente, che è tornata ad ammassare truppe al confine: ora anche l’intelligence americana è preoccupata

Mezzi militari russi al confine con l'Ucraina, ad aprile del 2021 (Russian Defense Ministry Press Service via AP)
Mezzi militari russi al confine con l'Ucraina, ad aprile del 2021 (Russian Defense Ministry Press Service via AP)

Nelle ultime settimane la decisione della Russia di ammassare decine di migliaia di soldati vicino al confine con l’Ucraina ha provocato, come era già successo lo scorso aprile, timori sulla possibilità di un’invasione dell’Ucraina o della sua parte orientale, attualmente contesa tra il governo ucraino e milizie filorusse. Ma rispetto ai mesi scorsi, quando alla fine non ci fu nessuna invasione, questa volta le preoccupazioni sono aumentate: come raccontano i giornali americani, l’intelligence americana ora ritiene che la possibilità di un’invasione sia concreta, anche se non certa.

Secondo il governo ucraino, i soldati che la Russia ha accumulato al confine con l’Ucraina sono circa 114mila (92mila a terra e il resto impegnati in mezzi aerei e in mare), e sono stanziati a nord, est e sud del Donbass, una regione a est dell’Ucraina e al confine con la Russia in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk. Sono i territori ucraini occupati dai separatisti filorussi, su cui la Russia aveva già ammassato decine di migliaia di soldati ad aprile.

Le intenzioni della Russia, comunque, non sono chiare, e l’accumulo di soldati al confine potrebbe avere altri fini, come prendere il controllo solo di alcune aree, destabilizzare l’attuale governo ucraino (sempre più ostile alla Russia) o mettere alla prova l’opposizione dell’Occidente con una dimostrazione di forza.

Il dispiegamento di soldati russi al confine con l’Ucraina aveva già preoccupato sia il governo ucraino che molti governi occidentali lo scorso aprile, ma quest’anno c’è un elemento di novità, perché i soldati russi sono di più e, secondo il New York Times, meglio armati.

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, stavolta l’intelligence americana avrebbe condiviso con quella degli alleati europei una serie di dettagli e ipotesi sui possibili piani della Russia. I maggiori dettagli al riguardo li ha offerti Bloomberg, che parla di un’invasione di terra da più punti, sostenuta dall’aeronautica. Secondo il Financial Times, la preoccupazione sulla possibilità di un’invasione è la più alta dal 2014, anno in cui la Russia invase e annetté la Crimea, la penisola a sud-est dell’Ucraina.

Nell’oriente dell’Ucraina le tensioni non sono mai finite: l’esercito russo e le milizie separatiste hanno ucciso circa 14mila ucraini e bloccato in più occasioni l’accesso all’area all’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

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Il presidente russo Vladimir Putin ha detto negli scorsi giorni di non voler invadere l’Ucraina, e anzi ha sostenuto che sono i media occidentali ad aumentare la tensione: anche questa volta analisti e osservatori non hanno un’opinione unanime su quali siano le sue reali intenzioni.

Secondo alcune analisi la Russia sta davvero pianificando di invadere l’Ucraina. È di questo parere, tra gli altri, Gustav Gressel del centro studi European Council on Foreign Relations: parlando dei movimenti e delle esercitazioni militari dei soldati russi al confine, Gressel ha detto che quelle della Russia non sono solo dimostrazioni di forza, ma prove per completare la conquista della regione del Donbass, percepita come incompiuta dopo l’annessione della Crimea e l’accordo di Minsk del 2015, che mise fine al conflitto grazie ad alcuni precari compromessi. Gressel non esclude che la Russia potrebbe spingersi anche oltre.

Secondo altri pareri, come quello di Emma Ashford del centro studi Atlantic Council, un’invasione militare dell’Ucraina è invece improbabile: anche se le tensioni tra Unione Europea e Russia sono più alte adesso che ad aprile, ritiene che l’invasione dell’Ucraina (il secondo paese più grande del continente europeo) non sarebbe un obiettivo realistico, e che la Russia punti piuttosto a rafforzare il proprio controllo solo su alcune aree, magari aprendo un passaggio controllato dai russi tra la Crimea e il confine russo.

Un’altra ipotesi è che la Russia punti a destabilizzare l’attuale governo ucraino e a indebolirlo, come peraltro fa da anni e con varie strategie, magari per spingere l’insediamento di uno più favorevole alla Russia: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, eletto nel 2019, ha via via assunto posizioni più ostili nei confronti della Russia, avvicinandosi progressivamente di più agli Stati Uniti, soprattutto con l’amministrazione di Joe Biden.

Il dispiegamento di soldati russi al confine ucraino potrebbe infine essere una dimostrazione di forza, un tentativo da parte di Putin di mettere alla prova l’opposizione occidentale alla Russia per vedere fino a che punto Stati Uniti e Unione Europea sono disposti a intervenire per difendere l’Ucraina.

Come ad aprile, gli Stati Uniti si sono mostrati, quantomeno a parole, pronti a intervenire per difendere l’Ucraina. Le cose sono diverse per i paesi europei: Putin li ha colti nel momento di maggiore debolezza, principalmente per due ragioni. Da un lato   per il vuoto di leadership europea, dovuto all’imminente conclusione del mandato di Angela Merkel, la principale interlocutrice di Putin nell’Unione. Dall’altro perché, a causa della crisi energetica in corso, i paesi europei sono più dipendenti che mai dalle forniture di gas russo, e non sarebbe per loro conveniente iniziare uno scontro (anche soltanto diplomatico) con la Russia per difendere l’Ucraina.

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