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  • Mercoledì 17 novembre 2021

È scomparsa la tennista cinese Peng Shuai

Il 2 novembre aveva raccontato di aver subìto abusi sessuali dall’ex vicepremier Zhang Gaoli: da allora non si hanno più sue notizie

Peng Shuai (AP Photo/Andy Brownbill)
Peng Shuai (AP Photo/Andy Brownbill)

Dal 2 novembre non si hanno notizie della tennista cinese Peng Shuai. Proprio quel giorno Peng aveva denunciato pubblicamente sul social network Weibo di aver subìto violenze sessuali da parte dell’ex vicepremier cinese Zhang Gaoli, uno dei politici più noti e potenti del paese, da qualche anno ritiratosi dalla vita politica.

Il post con cui Peng aveva denunciato le violenze era stato eliminato appena 20 minuti dopo essere stato pubblicato, ma moltissime persone avevano fatto in tempo a visualizzarlo e a farne uno screenshot. Nelle ore seguenti, le dichiarazioni di Peng avevano iniziato a circolare online ed erano state riprese da molti media internazionali, ma da allora il suo account su Weibo non è più stato aggiornato ed è stata anche disabilitata la possibilità di commentare i suoi post.

La cancellazione del post di Peng era stata considerata da molti un atto di censura del governo cinese, nell’ennesimo tentativo di bloccare il movimento #MeToo nel paese: non è infatti la prima volta che un funzionario governativo cinese viene accusato di molestie sessuali, ma in questo caso per la prima volta è stato coinvolto un esponente del governo di così alto rilievo.

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Da allora nessun funzionario del governo cinese o della federazione cinese di tennis ha commentato le dichiarazioni di Peng, né sono state fornite indicazioni su una possibile apertura di un’inchiesta nei confronti di Zhang Gaoli. L’unico commento è arrivato da un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, che il 15 novembre durante una conferenza stampa ha risposto a una domanda al riguardo posta da un giornalista di AFP dicendo di non essere a conoscenza della situazione. «Non ne ho sentito parlare», ha detto, ed è poi passato ad altre domande sostenendo che quella di Peng non fosse «una questione diplomatica» di cui deve occuparsi il ministero degli Esteri.

Il 14 novembre Steve Simon, capo della Women’s Tennis Association (WTA), l’organizzazione mondiale del tennis femminile, ha chiesto direttamente alla federazione cinese di tennis rassicurazioni sulle condizioni di Peng.

Simon ha detto al New York Times che diverse fonti, anche all’interno della federazione cinese, hanno confermato che Peng sta bene e che si trova al sicuro, ma ha aggiunto che nessuno tra i funzionari della WTA e tra i tennisti colleghi di Peng è riuscito a contattarla direttamente. Simon ha chiesto che venga aperta un’inchiesta sulle dichiarazioni di Peng da parte del governo cinese e ha detto che la WTA collaborerà in ogni modo per far sì che venga appurata la verità sulla vicenda.

Nel frattempo diversi tra i più famosi e forti tennisti al mondo hanno espresso la loro preoccupazione per la scomparsa di Peng.

Il serbo Novak Djokovic, numero 1 al mondo nel tennis maschile, ha detto di non avere molte informazioni al riguardo ma di essere assai preoccupato: «Ne ho sentito parlare una settimana fa. Onestamente, è scioccante che sia scomparsa, soprattutto perché è una persona che ho visto negli anni scorsi parecchie volte». Il 17 novembre anche la giapponese Naomi Osaka ha pubblicato su Twitter un post in cui si è detta «in stato di shock» per la scomparsa della collega, e in cui ha condannato la censura del governo cinese per le accuse mosse da Peng.

Nel post del 2 novembre Peng, che ha 35 anni ed è una delle tenniste cinesi più forti in attività, aveva detto di aver subìto abusi sessuali da parte di Zhang circa tre anni fa. Aveva raccontato di aver avuto con lui una relazione intermittente iniziata circa dieci anni prima, mentre lui era sposato, e che nel 2018 era stata costretta ad avere un rapporto sessuale con lui dopo che era stata invitata a casa sua da lui e dalla moglie. Peng aveva detto di non avere prove della violenza subita perché «era semplicemente impossibile avere prove».

Zhang ha 75 anni ed è stato vicepremier della Cina dal 2013 al 2018. Tra il 2012 e il 2017 è stato uno dei sette membri del Comitato permanente del Partito Comunista cinese, il gruppo che guida il Partito e che di fatto detiene il massimo potere politico in Cina, e che è presieduto dal leader e presidente Xi Jinping.

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