In Romania le terapie intensive sono piene
Il paese sta affrontando la peggiore ondata da coronavirus dall'inizio della pandemia, soprattutto a causa della bassa percentuale di vaccinati
A causa di una nuova grave ondata di COVID-19, in Romania le terapie intensive sono piene e si è reso necessario il trasferimento di alcuni pazienti all’estero. Nell’ultima settimana sono stati segnalati oltre 104mila nuovi casi positivi e più di 2.700 decessi. Per avere un confronto, in Italia sono stati 260 con 20mila contagi segnalati: la Romania ha un terzo della popolazione del nostro paese.
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha annunciato che da lunedì 25 ottobre le scuole saranno chiuse per almeno due settimane, ma non è chiaro se riapriranno a metà novembre vista l’attuale situazione. Per la Romania è la peggiore ondata dall’inizio della pandemia, con un’alta incidenza dei nuovi casi soprattutto nella zona della capitale Bucarest e nel nord-ovest del paese, verso Timisoara.
I duemila posti letto nelle terapie intensive sono tutti occupati, con liste di attesa sempre più lunghe negli altri reparti, dove i malati di COVID-19 con sintomi gravi sono in aumento. Nei giorni scorsi una cinquantina di pazienti è stata trasferita negli ospedali della Polonia e dell’Ungheria.
Tra le principali cause della nuova ondata di casi e decessi c’è la scarsa percentuale di persone vaccinate contro il coronavirus. In Romania i completamente vaccinati sono poco meno del 30 per cento, una delle percentuali più basse di tutta l’Unione Europea.
Nei paesi con un alto tasso di vaccinati (in Italia siamo al 75 per cento), i vaccini si sono rivelati essenziali nel prevenire le forme gravi di COVID-19 e i decessi dovuti alle complicazioni della malattia.
Le autorità sanitarie romene hanno avviato iniziative di vario tipo per vincere l’esitazione vaccinale, per esempio con “maratone” nelle quali i centri vaccinali rimangono aperti per 24 ore e con un sistema semplificato per l’accesso e il ricevimento delle dosi.
L’instabilità politica, con la recente caduta del governo, ha reso difficile l’organizzazione di nuove politiche per contrastare la diffusione del coronavirus. Alcuni esponenti politici hanno accusato la popolazione di credere a teorie del complotto sui vaccini che hanno contribuito alla bassa percentuale di vaccinati, mentre i politici sono accusati di essere corrotti e di non avere organizzato un’adeguata risposta alla pandemia.
Lo scorso giugno l’allora primo ministro, Florin Citu, aveva deciso di rimuovere buona parte delle limitazioni per contrastare la diffusione dei contagi, una scelta accolta con favore da buona parte della popolazione. La decisione aveva però suscitato non poche polemiche tra medici ed esperti, perché ritenuta prematura e molto rischiosa.
Dall’inizio della prossima settimana, l’impiego delle mascherine sarà obbligatorio sia nei luoghi chiusi sia all’esterno. È inoltre previsto un coprifuoco a partire dalle 20 che riguarderà tutte le persone non vaccinate.