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  • Lunedì 18 ottobre 2021

L’uccisione di David Amess potrebbe cambiare la politica britannica

Gli stretti contatti tra politici ed elettori sono parte di una tradizione ormai secolare, ma molti la stanno mettendo in discussione

(Leon Neal/Getty Images)
(Leon Neal/Getty Images)

L’uccisione del deputato David Amess, accoltellato venerdì pomeriggio a un incontro con gli elettori, è solo l’ultimo di una serie di attacchi contro i politici britannici. Nel 2016 la deputata laburista Jo Cox venne uccisa mentre si dirigeva verso un incontro pubblico. Sei anni prima il suo collega conservatore Stephen Timms fu accoltellato ancora una volta durante un incontro pubblico.

La crescente aggressività nei confronti dei politici e le soluzioni da adottare per proteggere la loro sicurezza – come la possibilità di assegnare loro delle scorte regolari – sono oggi al centro del dibattito pubblico britannico: le scorte, con tutte le limitazioni di movimento e di incontri che comportano, in particolare potrebbero essere un problema, in un paese in cui i politici sono abituati ad avere estesi e regolari contatti con i propri elettori.

Nella politica britannica l’accessibilità dei leader politici è una tradizione ormai secolare, riconosciuta e incoraggiata da un sistema elettorale uninominale in cui ciascun deputato viene eletto da una circoscrizione di qualche decina di migliaia di persone, a cui sostanzialmente risponde per tutto il mandato. Ogni settimana, a meno di situazioni eccezionali, i deputati organizzano incontri pubblici con il proprio elettorato in palestre, auditorium, pub o chiese (come nel caso di Amess), aperti sostanzialmente a chiunque. Gli incontri sono pensati per permettere ai deputati di intercettare e occuparsi dei problemi concreti dei propri elettori.

L’altra faccia della medaglia è che a volte i deputati sono sommersi da problemi di piccola entità – l’Economist scrive che «tutti i deputati hanno un secondo lavoro simile a quello degli assistenti sociali» – e sempre più spesso vengono esposti a una certa quota di violenza verbale e fisica.

Domenica la segretaria all’Interno (l’equivalente di una ministra) del governo conservatore, Priti Patel, ha fatto sapere che sta considerando di introdurre alcune misure per proteggere la sicurezza, come la necessità di prenotarsi online per poter parlare faccia a faccia col deputato della propria circoscrizione. Ma una misura del genere viene già applicata da diversi parlamentari: forse anche dallo stesso Amess. Sky News ha scritto che il responsabile del suo omicidio – il 25enne Ali Herbi Ali, britannico di origini somale – aveva prenotato un appuntamento con lui, anche se la notizia non è stata confermata ufficialmente dalla polizia.

In un articolo ospitato dal Guardian, il deputato laburista Chris Bryant ha scritto che un approccio più consapevole dei rischi che corrono i leader politici dovrebbe essere adottato in primo luogo dalla polizia. «La polizia della mia circoscrizione è stata bravissima a gestire le minacce che mi sono arrivate, ma parlando con i miei colleghi so che non è così per tutti», scrive Bryant: «Ieri un ispettore di polizia ha riso in faccia al collaboratore di un deputato che chiedeva se fossero disponibili ulteriori risorse [per la sua sicurezza]. Altri sminuiscono i timori dei politici e riguardo alla loro sicurezza fanno promesse che poi non mantengono».

Non tutti i deputati, però, accetterebbero di buon grado ulteriori misure per la sicurezza personale, come l’impiego regolare di una scorta. «Non potete costruirmi una barriera intorno mentre porto i miei figli in un bar. Non sono il Papa», ha detto per esempio la deputata laburista Jess Philips. Lo speaker della Camera, Lindsay Hoyle, ha ammesso che bisognerebbe riconsiderare le misure di sicurezza che si applicano ai politici, ma si è detto contrario a imporre restrizioni agli incontri settimanali con i propri elettori.

In un articolo pubblicato sul Sun il marito di Jo Cox, Brendan Cox, ha scritto che al momento «siamo di fronte a una scelta inevitabile fra aumentare la sicurezza dei politici, e renderli quindi meno accessibili e vicini, e continuare in questo modo, ma a fronte di enormi rischi personali. Spero che troveremo un compromesso a metà strada».