I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia

C'è stato un calo significativo dei morti e sono diminuiti anche i contagi e i nuovi ingressi in terapia intensiva

Nell’ultima settimana sono diminuiti i nuovi casi di coronavirus, i nuovi ingressi in terapia intensiva, e c’è stato un calo significativo dei morti. Dopo l’ondata estiva che ha coinvolto soprattutto alcune regioni del Sud, nelle ultime fasi l’andamento dell’epidemia sembra essere in fase calante nonostante la ripresa di molte attività, tra cui la scuola e lo sport, dopo le vacanze estive. Dal 30 settembre al 6 ottobre sono stati trovati 20.790 contagi, il 7,3 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. La situazione epidemiologica è migliorata anche in Sicilia, una delle regioni dove erano stati trovati più contagi durante il mese di agosto: il numero dei casi settimanali sembra essere sotto controllo, così come quello dei pazienti in gravi condizioni e dei decessi.

I morti per COVID-19 sono stati 287, il 24,9 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Come si può vedere dal grafico, il calo è stato piuttosto rilevante rispetto all’andamento delle ultime settimane, quando il numero dei decessi era stato stabile: è l’ennesima conferma dei problemi di aggiornamento che si erano verificati già in passato a causa di errori e ritardi nella trasmissione dei dati da parte delle regioni, che spesso inseriscono nel monitoraggio morti relative alle settimane o ai mesi precedenti. L’unica regione in cui non sono stati segnalati decessi è il Molise. L’incidenza dei morti sulla popolazione è diminuita in Sicilia, in Sardegna e in Calabria.

L’andamento dei decessi rispetto alle persone contagiate è un dato incoraggiante: all’aumento dei contagi avvenuto nei mesi estivi non è seguita una crescita dei decessi, principalmente grazie all’efficacia dei vaccini, recentemente confermata da uno studio dell’Istituto superiore di sanità.

Lo studio, pubblicato mercoledì 6 ottobre, ha esaminato i dati di più di 29 milioni di persone che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino. A sette mesi dalla seconda dose, nella popolazione generale non si osserva una riduzione significativa della protezione dall’infezione, sintomatica o asintomatica. L’efficacia è elevata anche contro le forme gravi della COVID-19 e la morte. La riduzione della protezione a sette mesi di distanza dalla seconda dose è stata notata in alcuni gruppi specifici come le persone immunodepresse o le persone con comorbidità.

Nell’ultima settimana sono stati eseguiti quasi due milioni di tamponi. Sono state testate per la prima volta 381mila persone. È diminuito anche il tasso di positività dei tamponi molecolari e dei tamponi antigenici rapidi.

Nelle ultime due settimane in Sicilia la percentuale di occupazione dei posti letto negli ospedali da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 è stata sotto le soglie di allerta fissate dal ministero. Da oltre un mese la Sicilia è in zona gialla, con misure restrittive piuttosto blande, ma da sabato dovrebbe tornare in zona bianca come tutte le altre regioni italiane. La decisione del ministero della Salute, che sarà presa in seguito alle indicazioni della cabina di regia, è stata anticipata dal ministro Roberto Speranza all’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Ruggero Razza. «Il ministro mi ha garantito che per la Sicilia varrà il decreto legge che permetterà di tornare “bianchi” già a partire da questo fine settimana», ha detto Razza. «Abbiamo affrontato la zona gialla in maniera adeguata. Tutto quello che si doveva fare è stato fatto».

Le province con l’incidenza più alta sono state Trieste, in Friuli Venezia Giulia, con 112 casi ogni 100mila abitanti, Siracusa, in Sicilia, dove sono stati trovati 110 casi settimanali ogni 100mila abitanti, in leggero aumento rispetto ai sette giorni precedenti. In provincia di Ravenna, in Emilia-Romagna, sono stati scoperti 94 contagi ogni 100mila abitanti. Le altre province con un’incidenza settimanale superiore a 80 casi sono state Catania, in Sicilia, Crotone, in Calabria, e Bolzano.

Sono diminuiti i nuovi ingressi in terapia intensiva: sono stati 158, il 14,1 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Non ci sono stati nuovi ingressi in terapia intensiva Molise, Basilicata e Valle d’Aosta.

In questo grafico si può consultare l’andamento dei nuovi ingressi in terapia intensiva in tutte le regioni italiane. Come si può osservare, nelle ultime settimane c’è stato un calo in tutte le regioni.

Al momento della pubblicazione dell’articolo in Italia 45,6 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste quasi 43 milioni risultano completamente vaccinate. Il 76,9% della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 72,6% ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’86 per cento delle dosi disponibili.

Negli ultimi giorni è stato confermato il calo delle somministrazioni del vaccino. Dalla metà di agosto il numero di vaccinazioni è diminuito e non ci sono state riprese significative, nemmeno dopo gli annunci del governo che ha introdotto una serie di limitazioni per le persone senza Green Pass, che si può ottenere con la vaccinazione oppure sottoponendosi a un tampone ogni 48 ore.

La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.