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  • Lunedì 4 ottobre 2021

Il Napoli doveva mettere le cose in ordine

L'arrivo di Spalletti e un ambiente più sereno hanno portato a sette vittorie su sette partite giocate, e le aspettative ora sono alte

Il Napoli dopo la vittoria di domenica contro la Fiorentina (Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il Napoli dopo la vittoria di domenica contro la Fiorentina (Gabriele Maltinti/Getty Images)

Dopo sette giornate di campionato, il Napoli allenato da Luciano Spalletti è primo in classifica a punteggio pieno con la miglior difesa, il secondo miglior attacco e già diversi punti di distacco dalle dirette rivali per lo Scudetto: 2 dal Milan, 4 dall’Inter e 10 dalla Juventus.

È il sesto miglior inizio di stagione calcolato sulle prime sette giornate in novant’anni di Serie A: i 21 punti ottenuti finora dal Napoli sono infatti gli stessi della miglior partenza di sempre nelle prime sette giornate, che proprio il Napoli fece nella stagione 2017/18 (quella squadra fece però registrare una miglior differenza reti, con 25 gol fatti e 5 subiti, rispetto al Napoli di Spalletti, che finora ne ha segnati 18 e subiti 3).

Luciano Spalletti (Tano Pecoraro/LaPresse)

Il Napoli del 2017/18, allenato da Maurizio Sarri, si fermò a otto vittorie di fila e fu una delle squadre di calcio italiane più brillanti degli ultimi decenni. Non scese mai sotto il quarto posto e si giocò lo Scudetto con la Juventus fino alla quartultima giornata, quando una sconfitta a Firenze esaurì le sue speranze di vittoria.

Da allora il Napoli ha avuto più problemi che altro. Dopo Sarri, la gestione di Carlo Ancelotti — un allenatore che per esperienza e importanza il Napoli non aveva mai avuto — finì con un esonero a dicembre del secondo anno dopo “l’ammutinamento” della squadra contro il ritiro imposto dalla società in seguito a un pareggio in Champions League.

Quella vicenda non si è ancora chiusa legalmente e ha avuto conseguenze nei rapporti tra giocatori e dirigenza anche durante la gestione di Gennaro Gattuso, il sostituto di Ancelotti, che riuscì a far vedere il potenziale della squadra soltanto in alcuni momenti.

Da luglio l’allenatore del Napoli è Spalletti, tornato dopo due stagioni di inattività. Il suo arrivo ha rappresentato una sorta di ripartenza per tutti: la squadra lo sta seguendo unita e il clima sembra generalmente più sereno, anche grazie al ritorno del pubblico allo stadio Maradona. Nonostante dal mercato estivo sia arrivato un solo nuovo titolare, il centrocampista difensivo Zambo Anguissa, il Napoli è partito subito forte e in campionato non ha sbagliato nulla. La squadra può contare su giocatori molto solidi e da tempo in rosa, come Kalidou Koulibaly, Fabian Ruiz, Piotr Zielinski e Lorenzo Insigne (che a breve dovrebbe firmare un nuovo contratto fino al 2026).

Victor Osimhen e Kalidou Koulibaly. Al termine della partita di Firenze hanno entrambi denunciato insulti razzisti provenienti dalle tribune (Gabriele Maltinti/Getty Images)

In attacco, il centravanti nigeriano Victor Osimhen, pagato almeno 70 milioni di euro un anno fa, si trova ora nelle condizioni per poter giocare al meglio: in 8 partite fin qui ha segnato 7 gol. Dopo la passata stagione segnata da positività al coronavirus, infortuni e problemi disciplinari, ora il Napoli può contare su un centravanti vero e proprio.

In un campionato senza grandi favorite, reso più omogeneo dalle cessioni all’estero di giocatori come Cristiano Ronaldo e Romelu Lukaku, il Napoli è fra le squadre che possono pensare di arrivare allo Scudetto. Dovrà però trovare il modo di gestirsi fra tutti gli impegni della stagione: nelle prime due partite di Europa League, dove ha fatto riposare alcuni titolari, si sono visti degli scompensi che giovedì scorso hanno portato a un’imprevista sconfitta in casa contro i russi dello Spartak Mosca.

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