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  • Lunedì 20 settembre 2021

In Germania Olaf Scholz è lanciatissimo

A pochi giorni dalle elezioni il candidato socialdemocratico è primo nei sondaggi, puntando sia a sinistra sia sulla continuità con Merkel

Olaf Scholz (Sean Gallup/Getty Images)
Olaf Scholz (Sean Gallup/Getty Images)
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Olaf Scholz, candidato cancelliere per il Partito Socialdemocratico (SPD) alle elezioni tedesche di domenica, ha vinto il terzo dibattito elettorale di ieri sera contro i suoi principali rivali. Secondo i sondaggi fatti immediatamente dopo la trasmissione televisiva, il 42 per cento degli spettatori tedeschi ha giudicato Scholz come il candidato più convincente, contro il 27 per cento di Armin Laschet, il candidato dell’Unione Cristiano Democratica (CDU, il partito della cancelliera uscente Angela Merkel) e il 25 per cento di Annalena Baerbock dei Verdi.

Quello di domenica è stato il terzo dibattito di fila vinto da Scholz, che è il favorito per la vittoria elettorale e per la cancelleria, ed era l’ultima occasione per Laschet di mostrarsi convincente agli occhi degli elettori e di attaccare il proprio rivale con argomenti forti: non ha avuto successo in nessuno dei due obiettivi.

Scholz è piuttosto avanti nei sondaggi: secondo la media fatta da Politico Europe, l’SPD ha il 26 per cento dei consensi contro il 21 per cento della CDU e il 16 per cento dei Verdi. Questo vantaggio, però, si è andato consolidando soltanto nell’ultimo mese ed era quasi impensabile prima dell’estate: a fine giugno, la CDU sfiorava il 30 per cento mentre l’SPD si trovava al 15.

Il fatto che le posizioni nei sondaggi tra i due principali partiti tedeschi si siano sostanzialmente invertite dipende principalmente da due fattori: anzitutto, la pessima performance di Laschet, primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia dal 2017, eletto a gennaio presidente della CDU, la cui campagna elettorale ha subìto un inciampo dopo l’altro, a partire dalla risata fuori luogo durante una cerimonia per ricordare i morti nelle alluvioni che avevano interessato la Germania, a luglio.

Da sinistra, Olaf Scholz (SPD), Annalena Baerbock (Verdi) e Armin Laschet (CDU) durante il dibattito elettorale del 19 settembre (Sean Gallup/Getty Images)

In secondo luogo, Scholz si è dimostrato un candidato più forte del previsto. Come ha scritto sempre Politico Scholz, che è un socialdemocratico moderato e quasi centrista, a lungo ministro delle Finanze del governo Merkel, è riuscito a convincere gli elettori che in lui stanno le maggiori possibilità di proseguire con un governo il più simile possibile proprio a quello di Merkel.

«In un’elezione senza un erede [di Merkel], ha presentato se stesso come il successore, o come la cosa più simile che ci sia a Merkel», ha scritto il New York Times, che ha notato perfino come Scholz sia stato fotografato qualche volta con le mani a rombo, la tipica posa della cancelliera uscente.

Questo anche se Merkel sostiene ovviamente Laschet, il candidato del suo partito, e anche se è quasi certo, ormai, che la Grande coalizione che ha governato la Germania in 12 degli ultimi 16 anni, i cui elementi portanti erano proprio CDU ed SPD, non si farà. Entrambi i partiti hanno detto piuttosto chiaramente che non intendono formare un governo di coalizione, e che cercheranno partner più affini a livello ideologico: la sinistra a sinistra, e la destra a destra, anche se secondo i sondaggi gli elettori continuerebbero a preferire un governo di coalizione.

Anche per questa ragione, la campagna elettorale di Scholz è stata abbastanza abile nel mantenere un equilibrio importante: non perdere l’elettorato tradizionale di centrosinistra dell’SPD; e al tempo stesso convincere gli elettori tedeschi che un governo di sinistra potrebbe essere moderato e non troppo dissimile da quelli di Merkel.

Da un lato, quindi, Scholz ha proposto un aumento del salario minimo e nuove tasse per la fascia più ricca della popolazione, che andrebbero a finanziare progetti di transizione ambientale, tutte questioni importanti per la sinistra. Inoltre, considera i Verdi come l’alleato ideale per un governo guidato dall’SPD.

Dall’altro lato, però, ha aperto la possibilità di un’alleanza che includa anche il Partito Liberal Democratico (FDP), che è liberista, contrario all’aumento delle tasse e piuttosto esigente per quanto riguarda il rispetto dei vincoli di bilancio e dei conti pubblici.

La strategia di Scholz per ora sta avendo successo, ovviamente anche grazie alle carenze degli altri candidati, al punto che Merkel stessa nei giorni scorsi è dovuta intervenire per ricordare ai tedeschi che il suo successore è Laschet, e per criticare la possibilità che, per la prima volta in 16 anni, la Germania sia governata autonomamente dal centrosinistra.