La crisi della business class

Cioè dei costosi posti in aereo spesso usati dai professionisti, che dopo la pandemia potrebbero viaggiare sempre meno

L'aeroporto di Columbia, in South Carolina, a marzo del 2020 (Spencer Platt/Getty Images)
L'aeroporto di Columbia, in South Carolina, a marzo del 2020 (Spencer Platt/Getty Images)
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Prima della pandemia, molte aziende multinazionali erano abituate a spostare i propri dipendenti per i viaggi di lavoro, utilizzando soprattutto voli in business class, un tipo di biglietti piuttosto costoso che sta a metà tra la classe economy e la prima classe. Nell’ultimo anno e mezzo, però, molti dirigenti hanno dovuto adattarsi alle condizioni dettate dalla pandemia, rinunciando ai viaggi e trovando soluzioni alternative, poco usate o impensabili fino a pochi anni fa: in molti casi con semplici videochiamate, in altri con metodi più creativi, come la direzione del personale delle fabbriche attraverso occhiali e caschi per la realtà aumentata, o attraverso i droni connessi.

Le aziende hanno risparmiato molto e si sono accorte che non tutte le attività devono necessariamente essere svolte di persona. Volare meno permetterà tra l’altro di essere più sostenibili e di offrire ai dipendenti condizioni di lavoro meno stressanti. E anche se i viaggi di lavoro non scompariranno del tutto, i tagli delle spese sui viaggi di lavoro potrebbero avere un impatto significativo sui bilanci di molte compagnie aeree.

Un sondaggio di Bloomberg condotto su 45 grandi aziende americane, europee e asiatiche dice che l’84 per cento di queste prevede, dopo la pandemia, di tagliare le spese di viaggio dal 20 al 40 per cento. Due su tre prevedono di svolgere da remoto sia le riunioni interne che quelle con partner esterni.

Le aziende intervistate operano in settori molto diversi tra loro e comprendono nomi noti: tra gli altri, Bloomberg ha parlato con i dirigenti di aziende come Michelin, LG Electronics, Deutsche Bank e Hershey (che produce le note barrette di cioccolato Kit Kat). Le loro posizioni sono abbastanza omogenee: il tradizionale viaggio di lavoro, con volo in business e camera d’albergo, potrebbe diventare molto meno frequente e non rappresentare più la normalità per i loro dipendenti.

Il CEO di Akzo Nobel NV, una delle più grandi aziende che producono vernici in Europa, ha raccontato per esempio che nell’ultimo anno e mezzo il direttore di produzione della sua azienda ha visitato un centinaio di stabilimenti dallo schermo del suo computer, dirigendo il personale all’interno delle fabbriche attraverso software di realtà aumentata montati su caschi appositi. Ci ha messo molto meno tempo che se fosse dovuto andare fisicamente nei singoli stabilimenti, e senza stancarsi o doversi adattare al fuso orario di un altro paese.

La stessa cosa ha fatto l’azienda americana Aptiv Plc, che opera nel settore automobilistico: la sede operativa dell’azienda si trova a Dublino, in Irlanda, e nell’ultimo anno e mezzo alcuni dei suoi dirigenti hanno utilizzato degli occhiali progettati per la realtà aumentata per dirigere lavori in Messico, in Ungheria e in Cina. L’azienda francese Michelin, che produce pneumatici, ha invece usato i droni per supervisionare alcuni lavori in una sua filiale che si trova in Brasile. Allo stesso modo, l’azienda che opera nel settore petrolifero Royal Dutch Shell ha usato simulazioni interattive online in 3D per istruire i suoi ingegneri a distanza.

Thierry Vanlancker, il CEO di Akzo Nobel NV, sostiene che «potremo eliminare un terzo dei viaggi, e ancora di più le riunioni interne. È un’ottima cosa per le nostre spese e anche per i nostri obiettivi sulla sostenibilità». Secondo Vanlancker, l’anno e mezzo di pandemia appena passato ha anche già abituato i clienti alla nuova modalità, il che permetterà di risparmiare molto tempo e molte risorse che, senza pandemia, sarebbero state necessarie per abituare sia il personale che i clienti alle nuove modalità di lavoro.

La prova di un casco per la realtà aumentata a Washington, nel 2016 (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

Greg Hayes, il CEO dell’azienda attiva nel settore della difesa Raytheon Technologies Corp., ha detto che taglierà la metà dei viaggi previsti per la sua azienda, perché possono gestire tutto il resto con mezzi di comunicazione abbastanza sofisticati da sostituire gli incontri di persona. Anche il CEO di Hershey, l’azienda che produce le note barrette di cioccolato Kit Kat, ha detto che le riunioni virtuali permettono di risparmiare tempo e risorse economiche.

Smettere di spostare i propri dipendenti in aereo potrebbe offrire diversi benefici alle aziende.

Il primo è sicuramente economico: secondo la Global Business Travel Association (GBTA), un’organizzazione che si occupa dell’industria legata ai viaggi d’affari, le spese di viaggio per le aziende a livello globale potranno passare dal picco pre-pandemia di 1.430 miliardi di dollari a 1.240 miliardi di dollari nel 2024, quando si prevede che i cambiamenti discussi dal sondaggio saranno visibili. È una diminuzione delle spese significativa, che si aggiungerebbe ai miliardi già risparmiati durante la pandemia.

Diminuendo i viaggi, poi, le aziende potranno anche raggiungere più velocemente gli obiettivi di sostenibilità sul taglio delle emissioni di CO2 a loro richieste da investitori e enti governativi. Lo scorso luglio, per esempio, la Commissione Europea ha presentato un piano molto ambizioso di sostenibilità per le aziende nei paesi europei. Tra le altre cose, il piano prevede alcune tasse per i carburanti, molto inquinanti, degli aerei e delle navi.

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In generale, al traffico genera il 2,4 per cento delle emissioni di CO2 legate alle attività umane: ridurre i viaggi di lavoro offre alle aziende un ambito in cui possono dimostrare di operare in modo più sostenibile, risparmiando, e senza dover rivoluzionare il modo in cui già lavorano da ormai un anno e mezzo. «Le aziende», ha detto Andrew Murphy di Transport & Environment, un’organizzazione che fa attivismo per la sostenibilità ambientale dei trasporti in Europa, «hanno capito che ridurre i voli è uno dei modi per rimediare al cambiamento climatico: nei prossimi dieci anni, il modo migliore di ridurre le emissioni sarà volare di meno».

Le compagnie aeree, a loro volta, si stanno attrezzando per produrre aerei più nuovi e moderni, che abbiano un minore impatto ambientale, ma ci vorrà tempo: la International Air Transport Association (IATA), organizzazione internazionale che raggruppa centinaia di compagnie aeree di tutto il mondo, prevede di tagliare in modo significativo le emissioni entro il 2050. La riduzione dei viaggi è nel frattempo una soluzione più rapida e immediata.

Aerei della compagnia americana Delta in un aeroporto di Tokyo, in Giappone (Yuichi Yamazaki/Getty Images)

Un altro beneficio riguarda lo stile di vita e il benessere dei dipendenti delle aziende.

«In passato andare dall’altra parte del mondo per stringere la mano a qualcuno era vista come una buona cosa, ma ora non è più così», ha detto Augustin de Romanet, il CEO di Aeroports de Paris, una multinazionale francese specializzata in ingegneria e gestione aeroportuale, parlando della riduzione dei costi, della sostenibilità, e della maggiore flessibilità permessa ai dipendenti. Studi citati da Bloomberg parlano di effetti negativi causati dai viaggi frequenti e dai fusi orari sulla salute e sulla produttività delle persone. «Ci sono un sacco di miti e di fantasie sui viaggi frequenti, ma in realtà è molto stancante», ha detto il CEO di Michelin Florent Menegaux. «Dovremmo viaggiare solo quando è necessario».

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Per le compagnie aeree, così come per l’industria degli alberghi, il calo dei viaggi di lavoro potrebbe essere un serio problema.

Secondo Bloomberg, pur occupando circa il 12 per cento dei posti a sedere in aereo, prima della pandemia i viaggiatori frequenti nella classe business rappresentavano fino a tre quarti dei guadagni annuali delle compagnie aeree.

La pandemia, poi, ha di per sé causato una grande perdita economica: secondo International Air Transport Association, le compagnie aeree più importanti hanno avuto un calo del fatturato di quasi duecento miliardi tra il 2020 e il 2021, e la loro ripresa dipende sostanzialmente dalla ripresa dei viaggi. Secondo Pascal Fabre, dirigente della società di consulenza AlixPartners, le conseguenze del calo dei viaggi sui bilanci delle compagnie aeree potrebbero essere enormi.

Per ora, comunque, si possono fare solo previsioni, e bisognerà attendere l’arrivo di condizioni più favorevoli per viaggiare per osservare le reali conseguenze della pandemia sul settore dei viaggi di lavoro.

Alcune compagnie aeree sono ottimiste: il CEO della compagnia aerea americana Delta, per esempio, ha detto che i suoi clienti più importanti non hanno previsto grosse variazioni sui viaggi di lavoro. Air France prevede invece di riconfigurare il sistema dei posti a sedere in modo da poter occupare anche quelli in business con delle offerte speciali per i clienti che vanno in vacanza.

Il calo dei viaggi di lavoro in business, infine, non riguarderà tutti i tipi di viaggi, né tutte le aziende. Alcuni dirigenti considerano lo scambio interpersonale una componente fondamentale delle loro attività. È di questo parere Warren East, CEO di Rolls-Royce (che produce componenti per aerei): secondo lui, discutere di lavoro seduti a tavola davanti a una cena è qualcosa di insostituibile, che può portare reali benefici in termini di affari, e che difficilmente potrà essere sostituito da incontri virtuali.