• Mondo
  • Venerdì 3 settembre 2021

La Danimarca ha già rimosso il suo Green Pass

Ha una percentuale di vaccinati tra le più alte al mondo, e il governo ha deciso che non è più necessario per bar, ristoranti e altri luoghi

L'ingresso di un locale a Copenaghen, Danimarca (Olafur Steinar Gestsson / Ritzau Scanpix)
L'ingresso di un locale a Copenaghen, Danimarca (Olafur Steinar Gestsson / Ritzau Scanpix)

Dal primo settembre in Danimarca non è più necessario l’utilizzo del coronapas (l’equivalente del Green Pass italiano) che da aprile era necessario per accedere a ristoranti, bar, musei e altri luoghi pubblici. Il governo danese ha infatti deciso di rimuovere buona parte delle limitazioni introdotte per contrastare la diffusione del coronavirus, ritenendo di avere sotto controllo l’andamento dei contagi e dei ricoveri soprattutto grazie al buon andamento della campagna vaccinale, che è una delle più avanzate al mondo e significativamente più estesa rispetto a quella italiana.

La Danimarca era stato uno dei primi paesi europei a imporre un lockdown, seppure con minori limitazioni rispetto ad altre nazioni. Nel marzo del 2020 aveva stabilito la chiusura delle scuole e di buona parte dei servizi e delle attività produttive non essenziali. Nel corso della pandemia il governo danese aveva poi adottato limitazioni di vario tipo a seconda dell’andamento dei contagi, lavorando intanto a un piano per introdurre una certificazione (per i vaccinati, guariti di recente o negativi ai test) con la quale accedere ai locali pubblici.

Il coronapas era stato reso disponibile il 21 aprile scorso per favorire una riapertura in maggiore sicurezza di buona parte delle attività. Fino all’inizio di settembre il pass era necessario per accedere a ristoranti, bar, musei, cinema, palestre, parrucchieri e per entrare negli stadi.

Nell’ambito di un primo alleggerimento delle limitazioni durante la stagione turistica, il primo agosto il coronapas non era più necessario per accedere ai musei. Fino al 10 settembre il pass continuerà a essere richiesto per accedere ai locali notturni, come le discoteche, e per i grandi eventi sportivi negli stadi.

Venerdì 27 agosto il ministro della Salute danese, Magnus Heunicke, aveva detto in una conferenza stampa che: «L’epidemia è sotto controllo, abbiamo un livello di vaccinati da record ed è per questo che possiamo rimuovere le limitazioni che avevamo introdotto contro la COVID-19». Secondo Heunicke il coronavirus «non è più una minaccia critica per la società» danese, ma ha comunque invitato la popolazione a mantenere qualche precauzione ricordando che il governo potrà introdurre nuovamente limitazioni nel caso in cui la situazione tornasse a peggiorare.

In Danimarca il 73 per cento della popolazione totale ha completato il ciclo vaccinale, uno dei dati migliori al mondo. In Italia, per fare un paragone, è stato finora vaccinato con due dosi (o con una sola nel caso del vaccino di Johnson & Johnson) il 64,6 per cento della popolazione. In entrambi i paesi la vaccinazione è consigliata a tutte le fasce della popolazione a partire dai 12 anni.

Come in altri paesi europei, da metà giugno in Danimarca si è assistito a un aumento dei casi positivi rilevati, soprattutto a causa della diffusione della variante delta. In media ad agosto il paese ha registrato circa 900 nuovi casi al giorno, ma ricoveri e decessi sono rimasti molto bassi grazie alla protezione offerta dai vaccini soprattutto contro le forme gravi di COVID-19.

Fino almeno a ottobre rimarranno comunque in vigore le restrizioni per accedere in Danimarca dall’estero.