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  • Sabato 21 agosto 2021

L’evacuazione da Kabul continua nel caos

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden l'ha definita «una delle più difficili della storia»: migliaia di persone non riescono ancora a raggiungere l'aeroporto

Soldati statunitensi di guardia all'aeroporto di Kabul (Victor Mancilla/U.S. Marine Corps via AP)
Soldati statunitensi di guardia all'aeroporto di Kabul (Victor Mancilla/U.S. Marine Corps via AP)

A sei giorni da quando i talebani hanno preso il potere in Afghanistan, le operazioni di evacuazione di stranieri e civili afghani proseguono in una situazione caotica e disperata: ci sono migliaia di persone che cercano di raggiungere l’aeroporto della capitale Kabul, ma i talebani stanno impedendo loro di avvicinarsi.

Chi non ha un passaporto straniero viene fermato dai talebani ai posti di blocco che sono stati predisposti lungo le strade che portano all’aeroporto, e anche chi è in possesso di un visto per viaggiare in un altro paese in molti casi non viene lasciato passare. La situazione non è migliore a ridosso dell’aeroporto, dove ci sono centinaia di persone accampate. I soldati della coalizione NATO che sono di guardia ne stanno lasciando entrare solo alcune per volta, quando ci sono aerei disponibili per evacuarle.

Venerdì per circa otto ore le evacuazioni sono state completamente bloccate dato che il Qatar, uno dei paesi che stanno accogliendo gli esuli, aveva raggiunto il limite stabilito di persone accolte. Venerdì, inoltre, per la prima volta in questa settimana i soldati statunitensi hanno dovuto utilizzare tre elicotteri per andare a recuperare 169 cittadini statunitensi che si erano radunati in un hotel a circa 200 metri dall’aeroporto, ma che i miliziani talebani non volevano lasciare passare.

Civili afghani in attesa di essere evacuati, controllati dai soldati statunitensi (Nicholas Guevara/U.S. Marine Corps via AP)

Civili afghani in attesa di essere evacuati, controllati dai soldati statunitensi (Nicholas Guevara/U.S. Marine Corps via AP)

«È impossibile raggiungere l’aeroporto: se provi ad andare avanti potresti essere ucciso» ha detto venerdì al New York Times un uomo afghano. «Ieri ho visto un’adolescente calpestata. Era morta e suo padre piangeva». L’uomo, che ha parlato a condizione di restare anonimo perché temeva per la sua incolumità, ha detto di aver tentato per sei volte nei giorni scorsi di raggiungere l’aeroporto, senza mai riuscirci.

Sempre venerdì il presidente statunitense Joe Biden ha tenuto un nuovo discorso sulla situazione in Afghanistan, dopo quello del 16 agosto in cui aveva difeso la scelta statunitense di lasciare il paese e aveva ammesso che la riconquista dei talebani era stata più veloce del previsto.

Soldati statunitensi all'aeroporto di Kabul (Victor Mancilla/U.S. Marine Corps via AP)

Soldati statunitensi all’aeroporto di Kabul (Victor Mancilla/U.S. Marine Corps via AP)

Questa volta Biden ha parlato delle complicazioni nell’evacuazione da Kabul, che ha definito «una delle più difficili della storia» e ha detto che tutti i cittadini americani e i civili afghani che hanno collaborato con gli occidentali negli anni di guerra saranno evacuati. Ha aggiunto che però non è in grado di garantire «l’esito finale» di questa rischiosa operazione. Biden infine ha difeso ancora una volta la decisione di lasciare l’Afghanistan, e ha ricordato che questa era stata concordata da tutti i paesi membri della NATO.

La situazione a Kabul è particolarmente drammatica per gli afghani che in questi anni avevano collaborato con i paesi occidentali presenti nel paese con i loro militari, soprattutto gli Stati Uniti: non riescono a fuggire. Secondo diversi testimoni i talebani in questi giorni hanno iniziato ad arrestare molti di questi, avrebbero iniziato a perquisire le case, gli uffici degli ex funzionari governativi e le sedi degli organi di stampa, e effettuato controlli sui telefoni cellulari dei civili alla ricerca di prove di contatti con il governo o materiale compromettente che potesse essere contrario alla rigida interpretazione della sharia.

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