È morto Gino Strada

Era il fondatore di Emergency, una delle più importanti ong del mondo, aveva 73 anni e per decenni era stato un riferimento per l’attivismo pacifista in Italia

Gino Strada (ANSA/ETTORE FERRARI)
Gino Strada (ANSA/ETTORE FERRARI)

È morto Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, una delle più importanti ong del mondo e la più importante in Italia; Strada, che aveva 73 anni, è morto mentre era in vacanza in Normandia (Francia). Era stato per decenni punto di riferimento dell’attivismo pacifista italiano, denunciando e raccontando le violenze e la brutalità della guerra. Si era speso in particolare per chiedere la fine della guerra in Afghanistan, dove nel corso degli anni Emergency aveva aperto alcuni ospedali e dove ha continuato a operare anche nelle ultime settimane, nonostante l’avanzata dei talebani.

Strada, nato a Sesto San Giovanni, vicino a Milano, si laureò in medicina e chirurgia all’Università Statale di Milano nel 1978, specializzandosi poi in chirurgia d’urgenza. Iniziò a lavorare nell’ospedale di Rho, facendo pratica di trapianti del cuore fino al 1988.

In quegli anni iniziò anche a indirizzarsi verso la chirurgia traumatologica e lavorò con la Croce Rossa in varie zone di guerra, tra cui Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Sulla base di queste esperienze fondò Emergency, nel 1994, insieme alla moglie Teresa Sarti che fino alla propria morte, avvenuta nel 2009, era stata presidente dell’organizzazione.

Oggi la presidente di Emergency è Rossella Miccio, mentre dal 2009 al 2017 era stata Cecilia Strada, figlia di Strada e Sarti.

Nel corso degli anni Emergency è diventata una delle più importanti organizzazioni umanitarie al mondo, offrendo cure mediche gratuite alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà, e impegnandosi attivamente per la promozione della pace e del rispetto dei diritti umani. Il primo progetto di Emergency fu realizzato in Ruanda, dove venne ristrutturato e riaperto il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali e riattivato il reparto di ostetricia e ginecologia.

Tra le prime e più importanti campagne dell’organizzazione ci fu anche quella per la messa al bando delle mine antiuomo, culminata nel 1997 con il trattato internazionale di Ottawa, che si proponeva di eliminare la produzione e l’utilizzo di mine in tutto il mondo e a cui avevano aderito 162 paesi.

Dal 1994 a oggi Emergency è intervenuta in 19 paesi, curando milioni di persone. Tra i paesi in cui è più attiva c’è l’Afghanistan, dove ha 3 centri chirurgici, un centro di maternità con reparto pediatrico e una rete di 30 posti di primo soccorso. Dal 2006 è attiva anche in Italia, quando aprì a Palermo un poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti e a tutti coloro che ne avessero bisogno. Oggi gestisce 3 poliambulatori, 3 ambulatori, 3 ambulatori mobili, 2 unità mobili e uno sportello di orientamento socio-sanitario.

Dopo la decisione degli Stati Uniti di fare guerra all’Afghanistan, in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001, Strada fu uno dei principali critici dell’adesione dell’Italia all’intervento della NATO, come lo fu in seguito anche per la guerra in Iraq iniziata nel 2003. In quell’occasione Emergency lanciò un campagna pacifista esortando gli italiani a indossare uno “straccio di pace” bianco per esprimere il proprio ripudio della guerra.

Gino Strada durante una manifestazione contro la guerra in Iraq nel 2004, con al braccio lo "straccio della pace" (ROBERTO MONALDO/LAPRESSE)

Gino Strada durante una manifestazione contro la guerra in Iraq nel 2004, con al braccio lo “straccio della pace” (ROBERTO MONALDO/LAPRESSE)

A proposito dell’Afghanistan e della recente riconquista di diverse zone del paese da parte dei talebani, proprio oggi Strada aveva pubblicato un articolo sulla Stampa. Strada aveva scritto diversi libri per raccontare il suo lavoro di medico nelle zone di guerra, tra cui Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra Buskashì. Viaggio dentro la guerra.