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  • Lunedì 9 agosto 2021

Da lunedì in Francia serve il “Green Pass” per fare quasi tutto

Le restrizioni già in vigore sono state estese a bar e ristoranti, anche all'aperto, e per i viaggi su treni e bus a lunga percorrenza

Una manifestazione contro l'obbligo de Green Pass a Marsiglia (Roger Anis/Getty Images)
Una manifestazione contro l'obbligo de Green Pass a Marsiglia (Roger Anis/Getty Images)

Oggi in Francia sono entrate in vigore nuove restrizioni che estendono i luoghi pubblici a cui è possibile accedere solo se si è in possesso del cosiddetto “Green Pass”, quello che in Francia si chiama passe sanitaire, ovvero il certificato che attesta la completa vaccinazione contro il coronavirus, il risultato negativo di un tampone o l’avvenuto contagio.

Già dal 21 luglio per i cittadini maggiorenni era necessario avere il “Green Pass” per accedere a spazi pubblici come musei, cinema, teatri e parchi divertimento che accolgono più di 50 persone contemporaneamente. Da oggi, 9 agosto, il certificato è obbligatorio anche per accedere a bar e ristoranti (anche negli spazi all’aperto), e per viaggiare su treni e bus a lunga percorrenza o sugli aerei che volino all’interno del paese. Dal 30 settembre il “Green Pass” verrà richiesto anche ai minori con un’età compresa tra i 12 e i 17 anni.

A differenza dell’Italia, dove il “Green Pass” è valido già 14 giorni dopo la somministrazione della prima dose di vaccino, in Francia una persona viene considerata completamente vaccinata una settimana dopo aver ricevuto la seconda dose (per i vaccini che la prevedano).

Nei piani del presidente francese Emmanuel Macron l’obbligo di avere una certificazione vaccinale dovrebbe accelerare ulteriormente la campagna di vaccinazione in Francia. Quando aveva introdotto le restrizioni a luglio, Macron aveva spiegato che le nuove regole si erano rese necessarie per via della progressiva diffusione della cosiddetta variante delta, ma anche per il tasso di persone vaccinate piuttosto basso e inferiore a diversi altri paesi europei: «Più ci vacciniamo e meno spazio lasciamo al virus».

La Francia è considerata uno dei paesi più scettici al mondo sull’efficacia dei vaccini, e si stima che da quando il 12 luglio Macron ha annunciato le restrizioni almeno 7 milioni di persone abbiano ricevuto la prima dose. Al momento circa il 50 per cento della popolazione è stato completamente vaccinato, e il 65 per cento ha ricevuto almeno una dose. Fino a un mese fa, prima dell’introduzione del “Green Pass” obbligatorio, le persone completamente vaccinate erano circa il 42 per cento del totale, e solo il 56 per cento aveva ricevuto la prima dose.

Una manifestazione di protesta contro l’introduzione del Green Pass obbligatorio, a Parigi (Kiran Ridley/Getty Images)

La decisione di rendere obbligatorio il “Green Pass” per accedere ai luoghi pubblici è stata duramente contestata da molte persone che ritengono sia un attacco alla propria libertà di scelta. Per quattro fine settimana consecutivi ci sono state grosse manifestazioni in diverse città del paese: sabato migliaia di persone hanno manifestato a Parigi e in tutta la Francia.

Anche a causa delle proteste, il primo ministro francese Jean Castex aveva annunciato che avrebbe chiesto un parere alla Corte Costituzionale per verificare che l’introduzione del “Green Pass” non violasse la Costituzione e le libertà fondamentali. La Corte Costituzionale si è espressa il 5 agosto, sostenendo che le restrizioni imposte dal governo francese sono un «compromesso equilibrato» tra salute pubblica e libertà personali, e che il “Green Pass” non può essere considerato un obbligo di cura o un obbligo di vaccinazione, dato che in alternativa  è possibile presentare un test negativo al coronavirus o un certificato di avvenuto contagio.

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