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  • Sabato 7 agosto 2021

Quasi 2mila tonnellate di pesci morti sono arrivate sulle spiagge della Florida

A ucciderli è stata un'alga microscopica che può creare qualche problema anche alle persone

Migliaia di pesci morti galleggiano sulle acque di Boca Ciega Bay vicino a Madeira Beach, in Florida, il 21 luglio 2021 (Octavio Jones/Getty Images)
Migliaia di pesci morti galleggiano sulle acque di Boca Ciega Bay vicino a Madeira Beach, in Florida, il 21 luglio 2021 (Octavio Jones/Getty Images)

Il mese scorso più di 1.700 tonnellate di pesci e altri animali marini morti si sono ammucchiate sulle spiagge, nei porti e nei canali attorno alla Baia di Tampa, nell’ovest della Florida, attirando squali e producendo intensi cattivi odori. Non è una cosa del tutto inconsueta: periodicamente un’alga unicellulare che vive nel Golfo del Messico prolifera in grandi quantità ed essendo tossica causa una grossa moria di pesci. L’ultima volta era successo nel 2018. In quest’occasione ha ucciso anche 17 lamantini e ha fatto stare male alcuni bagnanti, perché le tossine che produce, le brevitossine, possono causare problemi all’apparato respiratorio umano quando si diffondono nell’aria, e sono inodori.

Il nome scientifico di quest’alga tossica microscopica è Karenia brevis. Quando prolifera in modo particolare si parla di red tide, maree rosse, perché rende rossiccia l’acqua del mare quando è presente in alte concentrazioni. Succede se si verificano diverse condizioni che riguardano il meteo e le correnti oceaniche, anche se non è del tutto chiaro quali. In generale ogni estate, grazie a una corrente del Golfo che porta vicino alle coste della Florida varie sostanze nutritive, la Karenia brevis trova condizioni favorevoli. Ma solo in certi anni causa stragi di pesci.

Un articolo di Vox dedicato alla recente red tide spiega che non sappiamo con certezza come mai la Karenia brevis produca tossine. Una teoria degli scienziati che l’hanno studiata è che lo farebbe proprio per far morire molti pesci: i cadaveri degli animali marini infatti funzionano da fertilizzante marino e dunque possono creare un ambiente ancora più favorevole allo sviluppo del fitoplancton, di cui la Karenia fa parte.

La rimozione di una cernia gigante atlantica morta da un canale di St. Petersburg, in Florida, il 14 luglio 2021 (Arielle Bader/Tampa Bay Times via AP, La Presse)

Le abbondanti proliferazioni di Karenia nel Golfo del Messico sono documentate dall’Ottocento, ma alcuni resoconti aneddotici che ne parlano risalgono al Cinquecento, quando i colonizzatori spagnoli assistettero a grandi morie di pesci.

Quest’anno la proliferazione dell’alga potrebbe essere stata favorita dal fatto che a causa di diversi mesi di siccità le acque negli estuari della Baia di Tampa erano particolarmente saline (c’è stato meno ricambio d’acqua dolce), cosa che ha permesso alla Karenia di espandersi anche nel fondo dei corsi d’acqua. Inoltre in primavera più di 750 milioni di litri di acque reflue provenienti da una miniera abbandonata sono finiti nella Baia: contenevano alte concentrazioni di fosfati che per le alghe sono sostanze nutritive. L’inquinamento causato da fabbriche e case lungo la costa è uno dei fattori che potrebbero rendere le red tide più ampie e durature.

Per rimuovere tutto il pesce morto dalle spiagge e dalle vie d’acqua hanno lavorato centinaia di persone.

Un cassone predisposto per i soli pesci morti a St Petersburg, in Florida, il 21 luglio 2021 (Octavio Jones/Getty Images)