Cosa ha guadagnato il Regno Unito da questi Europei

I benefici economici sono stati maggiori rispetto agli altri paesi ospitanti, indipendentemente dalla sconfitta dell'Inghilterra

Un tifoso inglese allo stadio di Wembley dopo la sconfitta dell'Inghilterra nella finale del Campionato di calcio europeo 2020, vinta dall'Italia (Laurence Griffiths/Getty Images)
Un tifoso inglese allo stadio di Wembley dopo la sconfitta dell'Inghilterra nella finale del Campionato di calcio europeo 2020, vinta dall'Italia (Laurence Griffiths/Getty Images)

L’Inghilterra ha perso la finale degli Europei 2020 contro l’Italia – e si potrebbe dire che ormai lo sanno anche le pietre – ma il Regno Unito è probabilmente il paese ad aver tratto maggior beneficio dal torneo in termini economici, avendo ospitato il maggior numero di partite dell’edizione itinerante, che ha avuto come sedi undici città di altrettante nazioni diverse.

L’impatto economico del torneo è stato molto ridotto rispetto alle edizioni passate, ospitate da un unico paese e non influenzate dalle restrizioni ai viaggi in vigore quest’anno per la pandemia, ma le ricadute delle dodici partite giocate in Regno Unito – otto a Londra, tra cui le due semifinali e la finale, e quattro a Glasgow – sull’economia locale non sono da trascurare, soprattutto per quanto riguarda i settori della ricezione turistica, quello delle scommesse e quello televisivo.

In una ricerca citata da Bloomberg, la banca tedesca Deutsche Bank ha stimato che le partite del Campionato europeo di calcio 2020 disputate in Regno Unito abbiano generato un impatto economico di 90 milioni di sterline (pari a 105 milioni di euro) per le imprese britanniche coinvolte direttamente e indirettamente dall’evento. Una cifra bassa se rapportata a quelle generate dal torneo nelle occasioni in cui si è tenuto in un solo paese (nel 2016 ebbe un impatto di 1,2 miliardi di euro sull’economia della Francia, che ospitò l’evento), ma pur sempre d’aiuto per i settori interessati, tra cui incidentalmente compaiono alcuni tra quelli maggiormente colpiti dalla pandemia.

Secondo Deutsche Bank, il settore che avrebbe tratto la maggior parte dei benefici sarebbe stato quello alberghiero. In particolare, le strutture ricettive operanti in prossimità degli stadi di Wembley e Glasgow dovrebbero aver incassato circa il 90 per cento degli introiti generati dal torneo per l’economia locale. Si tratta di cifre irrisorie rispetto ai danni causati dalla pandemia agli alberghi, che a Londra l’estate scorsa sono riusciti a riempire solo il 20 per cento delle proprie camere contro il 90 per cento registrato nel 2019. Ma visto il numero di partite giocate nel Regno Unito (il 71 per cento in più rispetto al secondo paese per gare ospitate, la Russia, dove se ne sono giocate sette), il suo settore alberghiero è probabilmente quello ad aver tratto più vantaggio dal torneo fra tutti quelli dei paesi coinvolti, anche se non abbiamo ancora i dati per dirlo con certezza.

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Un altro settore ad aver beneficiato della competizione è quello delle scommesse. Come raccontato da Bloomberg, secondo una ricerca della banca Morgan Stanley nei mesi di giugno e luglio degli anni in cui ha luogo un evento sportivo estivo come i mondiali o gli europei di calcio, i clienti dei bookmakers – cioè le società che offrono la possibilità di scommettere – aumentano in media del 95 per cento rispetto agli stessi mesi degli altri anni. Entain, gruppo britannico attivo nel settore a livello globale con diversi marchi, tra cui Bwin e GiocoDigitale, a inizio giugno stimava che durante la competizione avrebbe ricevuto scommesse da oltre 3 milioni di clienti in tutta Europa: il doppio di quanti scommisero con la società sui mondiali di calcio del 2018. L’attesa per l’evento ha portato il prezzo delle azioni di Entain sulla Borsa di Londra a salire del 180 per cento nell’ultimo anno. Ora vale cioè quasi tre volte quello che valeva un anno fa.

Un settore che invece solitamente trae giovamento dagli eventi sportivi, ma che quest’anno in Regno Unito non è riuscito a sfruttare la situazione, è quello dei pub: le regole sul distanziamento sociale nel paese sono rimaste in vigore per l’intera durata del torneo, con un impatto evidente sulla possibilità per le persone di riunirsi in bar e pub a guardare le partite consumando cibo e bevande. Chi ha probabilmente tratto beneficio da questa situazione sono invece le società di consegna di cibo a domicilio come Deliveroo, peraltro sponsor della nazionale inglese di calcio. Dall’inizio della competizione, il prezzo delle azioni di Deliveroo è salito del 19 per cento.

Inoltre, il fatto che molta gente abbia dovuto guardare le partite in casa ha avuto un impatto positivo anche sulle vendite di generi alimentari nei supermercati a giugno, stando a un analista della banca HSBC citato da Bloomberg. Tuttavia, come ha fatto notare SkyNews, le spese straordinarie generate per le famiglie da questo genere di eventi tendono poi a essere compensate da un risparmio su altri tipi di spese, come quelle per andare al ristorante.

Infine, tra chi ha guadagnato dall’evento ci sono le televisioni che ne avevano i diritti di trasmissione. Nel Regno Unito, il torneo è stato trasmesso sia dalla BBC che dalla rete televisiva privata ITV, la quale però ha ottenuto l’esclusiva sulla semifinale tra Inghilterra e Danimarca. La partita è stata guardata da 27,6 milioni di persone in totale su tutte le piattaforme della società: la cifra più alta mai raggiunta da una partita di calcio su un canale televisivo britannico. Il record era fino ad allora costituito dai 27,5 milioni di spettatori della semifinale dei mondiali del 2018 tra Inghilterra e Croazia (che l’Inghilterra perse), trasmessa anch’essa da ITV.

Per mandare in onda uno spot pubblicitario di trenta secondi durante Inghilterra-Danimarca, la società ha chiesto agli inserzionisti fra le 500 mila e le 750 mila sterline, cioè tra i 585 e gli 877 mila euro. La finale contro l’Italia, trasmessa anche dalla BBC, ha totalizzato 31 milioni di spettatori (25 sulla BBC e 6 su ITV): un pubblico più ampio di quello che guardò il discorso in cui Boris Johnson annunciò il primo lockdown nel Regno Unito a marzo dell’anno scorso, visto da 28 milioni di persone.

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I gravi incidenti e disordini avvenuti durante la finale di Wembley, però, potrebbero aver fatto perdere moltissimi soldi al Regno Unito. La pessima organizzazione e l’incapacità di contenere i tifosi violenti e le migliaia che sono entrati nello stadio senza biglietto potrebbero infatti aver compromesso la possibile candidatura a ospitare insieme all’Irlanda i Mondiali del 2030.