Una storia di spionaggio tra Germania, Cina e Italia

Il tedesco Klaus Lange, che da più di dieci anni frequenta l'Alto Adige, è accusato di passare informazioni riservate alla Cina

Val Pusteria (EPA/CHRISTIAN TSCHURTSCHENTHALER
Val Pusteria (EPA/CHRISTIAN TSCHURTSCHENTHALER

Klaus Lange è un signore tedesco di 74 anni, politologo in pensione, scrittore, analista, e adesso anche presunta spia. Lange è stato fermato martedì all’aeroporto di Monaco di Baviera dalla polizia tedesca dopo essere tornato da un soggiorno in Italia: è accusato di aver passato, in cambio di denaro, informazioni riservate al governo cinese. All’arresto hanno collaborato anche i servizi segreti italiani che fanno capo all’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna. Lange, infatti, fa da tempo base anche in Italia, dove a Gais, paese di 3.700 abitanti in provincia di Bolzano (Alto Adige), ha aperto una sede del suo centro studi, l’Institute for Transnational Studies.

Per capire come si sia arrivati al fermo e all’accusa di spionaggio, bisogna fare un salto indietro di una ventina d’anni. Lange allora era uno stimato politologo, consulente dell’Hanns Seidel Stiftung di Monaco, una fondazione molto famosa in Germania, finanziata dalla CSU, il ramo bavarese della CDU, il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel. Lange si occupava soprattutto di Asia, Russia e area balcanica. Forniva però anche informazioni a pagamento, in quegli anni, al Bundesnachrichtendienst, l’agenzia di intelligence esterna della Repubblica federale tedesca.

Fondò poi nei primi anni 2000 un proprio centro studi, l’Institute for Transnational Studies, con sede sempre a Monaco di Baviera, indirizzato soprattutto all’analisi dell’area asiatica. L’Italia entrò nella storia nel 2010, quando l’uomo aprì una sede del suo centro studi anche a Gais, in provincia di Bolzano. A dirigere la sede italiana è Klara Knapp, moglie altoatesina di Lange, docente di inglese, nata proprio a Gais e adesso anch’essa indagata per presunto spionaggio.

In realtà a quanto risulta al Post, la sede italiana dell’ITS è semplicemente l’abitazione dei due coniugi dove il telefono ora suona a vuoto.

Dalle informazioni disponibili, il contatto tra Lange e il Guoanbu, il servizio cinese di informazione del ministero per la Sicurezza dello Stato (secondo le stime degli analisti può contare su 800.000 agenti attivi sia all’interno del paese sia all’estero), avvenne durante una conferenza a Shangai. In cambio di denaro, Lange avrebbe accettato di fornire informazioni ai cinesi divenendo così, secondo l’accusa delle autorità tedesche, il classico doppiogiochista.

Nell’atto della Procura di Monaco che ha portato al fermo si legge che «l’accusato ha fornito regolarmente informazioni, acquisite da importanti fonti politiche ai servizi segreti cinesi prima durante e dopo conferenze internazionali». Le informazioni riguardavano soprattutto la Germania ma più in generale tutta l’Unione Europea. L’attività sarebbe andata avanti per almeno dieci anni. Lange, oltre a regolari compensi, riceveva anche rimborsi per ogni viaggio per e dalla Cina.

Dal 2019 la coppia sapeva di essere controllata dalle autorità di polizia tedesche. Già due anni fa la sede di Monaco dell’ITS era stata perquisita: computer e documenti erano stati sequestrati.

Lange e Klara Knapp hanno organizzato e tenuto, fino all’inizio della pandemia, conferenze in materia di terrorismo islamista, ma anche di politiche energetiche soprattutto in India e Nepal; in Italia è da sette anni che i due coniugi non organizzavano più conferenze.

Ora un consigliere della provincia di Bolzano di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, ha chiesto, con un’interrogazione al presidente della Provincia, «quale operatività avesse la sede dell’ITS in provincia di Bolzano». Probabilmente, la sede italiana del centro studi serviva solo da base d’appoggio. Lange è stato fermato dalle autorità tedesche quando era arrivato in Germania dall’Italia. Da lì poi sarebbe dovuto partire per Shangai per incontrare i suoi referenti cinesi.

L’uomo per ora è in stato di fermo, la magistratura tedesca dovrà stabilire se ci sono i presupposti per l’arresto. Quanto all’Italia, Franco Gabrielli, ex capo della polizia e sottosegretario del governo con delega alla sicurezza della Repubblica, ha detto che «le risultanze acquisite dall’Aisi hanno consentito di confermare l’attività spionistica di Klaus Lange e Klara Knapp non riguardante in alcun modo il nostro paese ma focalizzata sul quadrante indo pacifico».