• Mondo
  • Martedì 6 luglio 2021

Russia e Francia litigano per lo Champagne

Putin ha firmato una legge secondo cui si potranno chiamare "Champagne" soltanto gli spumanti russi, attirandosi molte critiche

(Harry Engels/ Getty Images)
(Harry Engels/ Getty Images)

Venerdì 2 luglio il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che permetterà di utilizzare il nome “Champagne” (шампанское in cirillico) soltanto per indicare i vini spumanti prodotti in patria, e che quindi vieterà il commercio dei vini stranieri che sull’etichetta hanno questa dicitura. L’approvazione della nuova legge, i cui motivi non sono del tutto chiari, ha provocato agitazioni soprattutto in Francia, dove si trova l’omonima regione da cui si ricava il celebre Champagne, ma ha creato polemiche anche in Russia.

Quando la legge entrerà in vigore, in Russia potranno essere messi in commercio col nome “Champagne” soltanto i vini russi cosiddetti “shampanskoye”, che sono ottenuti con un procedimento completamente diverso rispetto al classico Champagne francese. Tutti i vini francesi di questo tipo, invece, non potranno avere la scritta “Champagne” sull’etichetta e dovranno essere venduti come semplici spumanti: una cosa che in Francia è stata vista come un atto molto grave, visto che lo Champagne è un simbolo delle eccellenze enogastronomiche del paese e la sua produzione è anche tutelata dalle leggi europee.

In reazione alla nuova legge, lunedì l’associazione dei produttori francesi di Champagne ha invitato le proprie aziende a bloccare le esportazioni verso la Russia «fino a comunicazione contraria». L’azienda vinicola Moët Hennessy, che fa parte della multinazionale del lusso LVMH e controlla marchi come Veuve Clicquot e Dom Pérignon, ha fatto sapere che sospenderà le esportazioni in Russia «per avere il tempo di valutare le conseguenze delle nuove regolamentazioni».

Sul tema è intervenuto anche il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, un’organizzazione che raggruppa sia i viticoltori che coloro che si occupano di commercio dello Champagne, sul cui sito si legge peraltro che «non è Champagne se non viene dalla Champagne». In un comunicato, i co-presidenti del Comité, Maxime Toubart e Jean-Marie Barillère, hanno detto che è «uno scandalo impedire alle persone della Champagne di utilizzare il nome Champagne (in cirillico)» per indicare il prodotto che è «il loro patrimonio comune e il loro fiore all’occhiello». Toubart e Barillère hanno chiesto l’intervento dei diplomatici francesi ed europei «per provare a far cambiare questa legge inaccettabile».

Il direttore del sito di notizie sull’industria vinicola russa Alexander Stavstev, citato da Politico, ha stimato che con l’introduzione della nuova legge circa 20mila marchi di vino dovranno cambiare le loro etichette.

La nuova legge è stata approvata in un periodo di grande tensione tra Russia e Unione Europea che prosegue ormai da mesi, ma i motivi per cui è stata voluta non sono del tutto chiari.

Secondo Le Monde la mossa della Russia potrebbe essere un tentativo di rivitalizzare l’industria del vino spumante russo, che è sviluppata soprattutto nel territorio della Crimea, annesso illegalmente alla Russia nel 2014. A partire dallo stesso anno il governo russo aveva vietato l’importazione di formaggi e altri prodotti provenienti dai paesi europei: il divieto era stato visto come una risposta alla proroga delle sanzioni imposte dall’Unione Europea contro la Russia per l’annessione della Crimea, ma alla fine era riuscito a dare una buona spinta alla produzione di formaggi autoctoni in Russia.

Vadim Drobiz, esperto del settore delle bevande in Russia, ha detto al Moscow Times che la legge è aperta a interpretazioni, ma ha aggiunto che anche se lo Champagne francese è molto apprezzato in Russia, è bevuto per lo più da una piccola fetta di consumatori benestanti, che comunque potranno trovare facilmente un sostituto.

Per il momento l’ambasciata francese a Mosca non ha commentato la nuova legge, mentre lunedì in una conferenza stampa un portavoce della Commissione Europea ha detto che l’Unione Europea «farà tutto ciò che è necessario per manifestare il suo disaccordo e la sua preoccupazione», senza però indicare attività concrete.

Nel frattempo, il Moscow Times ha raccontato che molti russi, tra cui anche personaggi noti, stanno commentando la controversa legge di Putin sui social network, ritenendola immotivata e assurda. Il ristoratore Sergei Mironov si è chiesto se adesso bisognerà vietare agli scozzesi di usare il nome “whisky”, mentre il musicista e compositore Vasya Oblomov ha osservato che dopo questo divieto il governo potrà decidere di cambiare anche il nome alle auto Mercedes o quello delle località geografiche.