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  • Giovedì 1 luglio 2021

Il video della Guardia costiera libica che spara verso una barca di migranti

E cerca di speronarla: è stato girato nella zona SAR di competenza maltese, e diffuso dall'ong Sea Watch

Immagine tratta dal video di Sea Watch che mostra la motovedetta libica e la barca con a bordo i migranti (Sea Watch)
Immagine tratta dal video di Sea Watch che mostra la motovedetta libica e la barca con a bordo i migranti (Sea Watch)

Giovedì la ong tedesca Sea Watch ha diffuso un video che mostra una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica mentre spara verso una barca con a bordo una sessantina di migranti, cercando anche di speronarla. Il video, ha detto Sea Watch, è stato girato mercoledì nella zona SAR (cioè una zona di ricerca e soccorso) di competenza di Malta, dove però le autorità maltesi non intervengono quasi mai; le riprese sono state effettuate da Seabird, il mezzo aereo di Sea Watch usato per pattugliare il Mediterraneo centrale.

Nel video si sentono le persone a bordo di Seabird chiedere alla motovedetta Ras Jadir, una delle quattro donate dall’Italia alle autorità libiche, di fermare l’attacco: oltre agli spari verso l’imbarcazione, si vedono dei tentativi di speronamento e si sente parlare di un lancio di bastoni e di alcune corde nel tentativo di imbrigliare il motore.

Non è la prima volta che la Guardia costiera libica è accusata di impiegare la violenza per fermare i migranti che partono dalle coste della Libia e attraversano il Mediterraneo centrale. Secondo le ong che svolgono operazioni di soccorso, le azioni della Guardia costiera libica sarebbero contrarie al rispetto dei diritti umani e anche per questo l’Italia dovrebbe terminare la collaborazione con le autorità della Libia riguardo ai migranti. Per il momento, comunque, non sembra che il governo di Mario Draghi abbia l’intenzione di adottare politiche diverse da quelle dei suoi predecessori, basate sulla cooperazione bilaterale con la Libia con l’obiettivo di limitare le partenze dei migranti, e di conseguenza gli arrivi sulle coste italiane.

Sea Watch ha scritto che le 63 persone a bordo sarebbero «riuscite a fuggire all’attacco della motovedetta Ras Jadir» e a raggiungere Lampedusa.

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