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  • Sabato 5 giugno 2021

Come va con la nave bruciata e affondata in Sri Lanka

Ai danni ambientali dovuti a microplastiche e sostanze pericolose potrebbe aggiungersi una grossa perdita di carburante

La nave cargo MV X-Press Pearl, al largo del porto di Colombo, in Sri Lanka, il 2 giugno 2021 (EPA/AVIAZIONE DELLO SRI LANKA, ANSA)
La nave cargo MV X-Press Pearl, al largo del porto di Colombo, in Sri Lanka, il 2 giugno 2021 (EPA/AVIAZIONE DELLO SRI LANKA, ANSA)

Quello che è stato definito uno dei peggiori disastri ambientali della storia dello Sri Lanka potrebbe avere ripercussioni ancora maggiori rispetto alle previsioni iniziali: la nave carica di materiali pericolosi che dal 20 maggio bruciava poco lontano dalle coste occidentali del paese, è affondata. E ora si teme che possa riversare in mare le grandi quantità di carburante nel suo serbatoio.

La nave, che si chiamava MV X-Press Pearl, è bruciata per tredici giorni ancorata una ventina di chilometri a nord della capitale Colombo, riversando in mare e verso le spiagge acido nitrico, idrossido di sodio e altri componenti chimici pericolosi, oltre al contenuto di 28 container di materiali grezzi utilizzati per la produzione di buste di plastica. Per evitare un ulteriore inquinamento delle acque e delle zone costiere, si era provato a trascinare la nave al largo, ma non è stato possibile: mercoledì la poppa si è incagliata sul fondale e la nave ha iniziato ad affondare.

Venerdì la X-Press Feeders, la società armatrice della nave, ha annunciato che alcune squadre di esperti internazionali sono andate in Sri Lanka per studiare come arginare le possibili perdite di carburante insieme alla Marina e all’Autorità di protezione ambientale marina (MEPA) del paese. Finora, tuttavia, le condizioni meteorologiche hanno reso difficili i tentativi dei sommozzatori della Marina di controllare la situazione, ha detto il portavoce Indika de Silva all’Agence France-Presse. Silva ha detto anche che è possibile che il carburante sia tutto bruciato nell’incendio.

Nel frattempo in via precauzionale la MEPA ha gettato in mare, attorno al relitto, delle sostanze che si usano in caso di perdite di petrolio per separarlo in piccole gocce che si possono disperdere in mare più facilmente. Ha anche portato nei pressi della nave delle macchine che fanno la stessa cosa in modo meccanico. Inoltre è stata mobilitata una nave della Guarda costiera indiana attrezzata a intervenire in casi di questo tipo: dovrebbe essere in grado di evitare che l’eventuale carburante in acqua raggiunga le spiagge.

Le navi mercantili come la X-Press Feeders usano olio combustibile denso, un carburante nero e vischioso prodotto usando i residui della raffinazione del petrolio, ciò che rimane dopo aver ottenuto carburanti trasparenti come la benzina e il gasolio. È uno dei carburanti più economici e al tempo stesso più inquinanti che esistano.

I prodotti chimici dispersi in seguito all’incendio hanno contaminato l’acqua del mare e causato danni agli animali, principalmente pesci e coralli, e alle mangrovie delle zone lagunari, che potrebbero impiegare decenni per riprendersi. I materiali plastici sono stati spesso ingoiati dai pesci e si sono depositati lungo le coste delle località occidentali del paese, da Kalutara a Negombo, dove da giorni gli operatori della guardia costiera stanno lavorando con diversi bulldozer per rimuovere i detriti. Se dovesse esserci una diffusione di carburante, i danni per gli animali marini – in particolare gli uccelli – sarebbero ancora maggiori.

La pesca è stata vietata nel raggio di 50 miglia nautiche dal luogo dell’incidente e le autorità hanno avvisato le persone del luogo di non toccare i materiali depositati sulle spiagge senza le adeguate protezioni, perché potrebbero essere altamente tossici. Secondo gli esperti ci vorranno settimane se non addirittura mesi per ripulire completamente le spiagge dai detriti trascinati a riva dalle correnti.

Prima che scoppiasse l’incendio la MV X-Press Pearl era diretta a Colombo e proveniva dall’India. Secondo le indagini delle autorità dello Sri Lanka, l’incendio potrebbe essere stato causato da una perdita di acido nitrico di cui l’equipaggio era a conoscenza già da nove giorni prima della diffusione delle fiamme. La polizia ha interrogato tre membri dell’equipaggio – due russi e uno indiano – e ha sequestrato i loro passaporti.