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  • Venerdì 7 maggio 2021

Sarà lei la prima atleta transgender alle Olimpiadi?

La qualificazione della sollevatrice Laurel Hubbard a Tokyo è quasi certa e sta creando molte divisioni su un tema ancora dibattuto

Laurel Hubbard ai Giochi del Commonwealth del 2018 (Getty Images)
Laurel Hubbard ai Giochi del Commonwealth del 2018 (Getty Images)

A 43 anni Laurel Hubbard, sollevatrice neozelandese, potrebbe diventare la prima atleta transgender nella storia delle Olimpiadi. Grazie alla riduzione del numero di gare richieste per la qualificazione decisa di recente dalla Federazione mondiale di sollevamento pesi (IWF), Hubbard possiede già i requisiti per partecipare alle Olimpiadi di Tokyo: l’ufficialità dovrebbe arrivare a giugno dalla Federazione neozelandese.

Hubbard, figlia dell’ex sindaco di Auckland Dick Hubbard, ha gareggiato nelle categorie maschili senza particolari successi fino al termine del suo percorso di transizione, tra il 2012 e il 2013. Ha avuto poi la possibilità di qualificarsi alle Olimpiadi dal 2015, anno in cui il Comitato olimpico internazionale aveva stabilito le linee guida per la partecipazione alle categorie maschili e femminili, rimuovendo l’obbligo dell’intervento chirurgico e delle terapie ormonali. Da allora, le atlete transgender possono competere nelle categorie femminili se hanno avuto livelli di testosterone nel sangue inferiori a 10 nanomoli per litro nei dodici mesi precedenti alla competizione.

La concreta possibilità che Hubbard possa far parte della delegazione neozelandese di sollevamento pesi sta creando molte divisioni per il presunto vantaggio biologico di cui godrebbe, così come ci sono state divisioni in passato nei tornei ai quali ha partecipato. Nel 2018, per esempio, la Federazione australiana cercò di impedirle di gareggiare ai Giochi del Commonwealth, ma la proposta venne respinta dagli organizzatori. Hubbard si è detta consapevole delle divisioni che crea la sua presenza e di come il mondo dello sport potrebbe non essere ancora pronto per un’atleta come lei.

(Getty Images)

Per Tracey Lambrechs, olimpionica neozelandese di lungo corso, il suo presunto vantaggio atletico falsa i risultati delle gare e toglie spazio ad altre atlete che lo meriterebbero. Prima di infortunarsi gravemente nel 2019, Hubbard vinse due ori ai Giochi del Commonwealth, due ori ai Campionati dell’Oceania e uno ai Giochi del Pacifico, tutti ottenuti nelle categorie 87 e 90 chili. Nel gennaio del 2020 ha vinto l’oro ai Campionati mondiali di Roma. Alle Olimpiadi di Tokyo potrebbe avere delle buone probabilità di andare a medaglia, considerando che è quarta nelle graduatorie delle categorie nelle quali gareggia.

Il vantaggio atletico di cui hanno parlato Lambrechs e diverse altre sollevatrici neozelandesi si rifà agli studi che contestano le linee guida del Comitato olimpico, giudicate insufficienti poiché non prendono minimamente in considerazione i vantaggi biologici ereditati dalla pubertà maschile, i quali avrebbero effetti evidenti e duraturi in aspetti influenti come la densità ossea e muscolare. Lambrechs ha inoltre accusato gli ambienti federali neozelandesi di «zittire» le atlete che si lamentano della questione.