(Peter Dench/Getty Images)

Guida alla cura di un bonsai, per principianti

Per chi è affascinato ma anche un po' intimidito da queste piante, i consigli di un'esperta per iniziare nel modo giusto

Nell’entusiasmo generale per piante, orti e giardinaggio dell’ultimo anno, qualcuno potrebbe aver cominciato a interessarsi anche ai bonsai, gli alberi in miniatura che nella tradizione orientale sono un simbolo di armonia ed equilibrio spirituale, la cui cura quotidiana è per i più esperti un vero e proprio hobby. Susanna Crespi di Crespi Bonsai, azienda milanese che vende e insegna come fare bonsai fin dagli anni Settanta, ha raccontato al Post di aver «ricevuto molte richieste da persone che proprio quest’anno, per la prima volta, hanno deciso di avvicinarsi all’arte del bonsai».

«La cosa potente dei bonsai è che permettono di avere in un piccolo vaso un albero che in natura può essere alto anche 20 metri», ha spiegato Crespi: «Noi siamo abituati ad ammirare la natura quando è già esplosa, ma nel caso del bonsai vediamo tutto lo sviluppo giorno per giorno, attraverso le stagioni». Per chi vorrebbe approcciarsi a un bonsai per la prima volta ma è rimasto un po’ inibito dai video tutorial degli esperti che abbondano su YouTube, ci siamo fatti spiegare le cose essenziali da sapere per cominciare nel modo giusto.

Cos’è esattamente un bonsai?
I bonsai sono alberi che vengono fatti crescere in vaso e che vengono mantenuti di dimensioni ridotte con la periodica potatura dei rami e delle radici. Il risultato che si ottiene con questa tecnica è un albero con sembianze molto simili a quelle dell’albero di dimensioni naturali, ma molto più piccolo. La coltivazione del bonsai prevede anche che si intervenga sulla crescita della pianta per darle una forma predefinita, usando un fil di ferro per dare ai rami la direzione che si vuole. Esistono moltissimi modelli di bonsai a cui si può fare riferimento quando li si modella: dallo stile a scopa rovesciata, allo stile a ceppaia, fino a quello a cascata.

Le prime testimonianze scritte che parlano di alberi coltivati in vaso sono cinesi e risalgono a più di mille anni fa. Nel dodicesimo secolo i bonsai arrivarono in Giappone dove furono studiati e coltivati dai monaci buddisti: si diffusero prima nei templi e nelle case dei nobili, e poi anche nella cultura popolare. Alla fine dell’Ottocento, i bonsai cominciarono ad arrivare anche in Occidente grazie alle esposizioni internazionali a cui il Giappone partecipò in varie città europee. Nella cultura popolare occidentale sono diventati famosi anche grazie alla loro comparsa nel famoso film del 1984 The Karate Kid.


Le tecniche di cura dei bonsai sono spesso considerate un’arte perché seguono la crescita del bonsai in modo completo, dagli aspetti più tecnici a quelli estetici. In un’intervista televisiva, Luigi Crespi, fondatore di Crespi Bonsai e autore di più di un libro sull’argomento, aveva detto di non aver mai smesso di studiare e che gli ci sarebbero voluti almeno duecento anni per imparare tutto quello che c’è da sapere sui bonsai. Per chi pensa di non essere in grado di crescerne uno in casa però, Crespi aveva detto anche che cominciare è molto facile. Per i principianti, sul sito di Crespi Bonsai c’è una ricca sezione dedicata ai tutorial.

Naturalmente per cominciare è meglio comprare un bonsai già formato che farne crescere uno dal seme: «Farlo da zero non è impossibile, ma serve esperienza», ha detto Susanna Crespi.

Dove comprare un bonsai e come sceglierlo
I bonsai si possono comprare facilmente online, sul sito di Crespi Bonsai ma non solo. Un redattore del Post per esempio ne ha comprato uno su Be.Green, ma ce ne sono anche su siti che vendono piante come quello dei Vivai Le Georgiche o Bakker, o su siti generalisti come Mano ManoeBay. Per le loro caratteristiche e la cura che serve per farli crescere, i bonsai possono arrivare ad avere prezzi molto più alti della maggior parte delle altre piante (per esempio questo acero da 800 euro), ma ce ne sono comunque di accessibili: questa zelkova ne costa 20.

(Zelkova nire)

Comprare un bonsai in negozio comunque può essere l’occasione per farsi consigliare da un esperto quale specie scegliere, che accorgimenti avere e se è il caso di comprare concimi o altri strumenti. Per chi vuole comprare un bonsai in negozio e si trova in Lombardia, oltre al centro specializzato di Parabiago, dove ha sede anche l’università del Bonsai e il Crespi Bonsai Museum, ci sono altri due negozi di Crespi Bonsai, uno a Milano e uno Brescia.

Per quanto riguarda la scelta dell’albero per chi è alla prima esperienza con i bonsai, tra le specie da interno Susanna Crespi consiglia il ficus (retusa o formosanum), l’olmo cinese, la zelkova o la crassula. Altrimenti, per chi vuole tenere il proprio bonsai all’aperto, tra i più adatti ai principianti ci sono l’acero, il ginepro e il melo.

Dove tenerlo
«La prima cosa da capire prima di comprare un bonsai è che tipo di spazio si ha a disposizione», ha spiegato Susanna Crespi, «se si vuole una pianta da interno bisogna trovarle un posto con una fonte luminosa adeguata: l’ideale è che stia vicino a una finestra, a meno di un metro. Se in casa non trovate una postazione adatta, c’è sempre la possibilità di scegliere un bonsai da esterno, da tenere anche in balcone o in terrazzo, visto che tanto occupa poco spazio». I bonsai da interno sono solitamente piante di origine tropicale o subtropicale, che hanno bisogno di climi caldi durante tutto l’anno, mentre le piante da esterno hanno la necessità di sentire le variazioni delle temperature attraverso le stagioni. L’unica accortezza per le piante da esterno è metterle al riparo quando le temperature scendono sotto zero o quando c’è forte vento.

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Come e quando annaffiare
«Se il bonsai è già fatto, le indicazioni per prendersene cura sono semplici: bisogna bagnarlo ogni volta che il terreno è asciutto», ha spiegato Susanna Crespi, «non esiste una regola specifica, bisogna andare incontro all’esigenza della pianta tastando la terra almeno una volta al giorno e bagnandola quando la si sente secca: in estate può facilmente essere bagnata una volta giorno, in inverno anche una volta a settimana». Sono più o meno le stesse regole che valgono per la maggior parte delle piante da interno che non sono piante grasse.

In commercio esiste un terriccio molto utile a capire quando innaffiare un bonsai che si chiama akadama (su Amazon costa 13 euro per 1,6 litri). Una volta asciutto assume una colorazione molto chiara che rende immediatamente evidente quando è il momento di bagnarlo. Un consiglio per mantenere l’umidità è mettere sotto il vaso un sottovaso con della ghiaia.

«Quando si annaffia si può abbondare: a spanne, direi che a una pianta piccola serve almeno mezzo litro d’acqua», ha continuato Crespi: «Non preoccupatevi di esagerare con l’acqua, quello di cui dovete preoccuparvi è che quando lo bagnate il terreno non sia ancora umido dalla volta precedente». In uno dei loro video, i Crespi consigliano di usare uno di quegli annaffiatoi giapponesi che fanno cadere l’acqua a pioggia su tutta la pianta, avvolgendola.

La concimazione
La concimazione dei bonsai è piuttosto importante e Susanna Crespi spiega che «si comincia in primavera e si continua fino ad autunno inoltrato, facendo solo una pausa nei mesi più caldi di luglio e agosto». Di concimi per bonsai ce ne sono diversi: sia liquidi da diluire in acqua, che solidi in pastiglie che si infilano nel terreno e rilasciano le sostanze nutritive più lentamente. Il consiglio generale di Susanna Crespi è di evitare i concimi chimici. Crespi Bonsai ha creato una linea di concimi che contengono anche istruzioni di utilizzo facili da seguire, ma in commercio se ne trovano anche altri.

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La potatura
Quando i nuovi germogli cominciano ad avere la forma di lunghi ramoscelli, è il momento di intervenire con la potatura. A grandi linee, Crespi consiglia di tagliare i germogli quando hanno dalle 6 alle 8 coppie di foglie e in modo da lasciare attaccata all’albero solo la prima coppia. Oltre che per dare all’albero la sua forma predefinita, potare è importante anche per far passare aria e luce tra i rami ed evitare che la pianta si indebolisca. Altri rami che vanno tagliati sono i cosiddetti “succhioni”, cioè quei rami che nascono dal tronco e che non fanno parte del disegno dell’albero.


Il trapianto
Qui le cose cominciano a farsi un po’ più complicate e i principianti più insicuri potrebbero anche decidere di rivolgersi a un esperto. Il trapianto va fatto quando le radici sono talmente diffuse nel vaso che non c’è più spazio per le sostanze nutritive e la pianta comincia a soffrire: la si estrae, la si ripulisce delle radici in eccesso e la si rinvasa nello stesso vaso o in uno poco più grande con del terriccio nuovo. Il momento ideale per farlo è la primavera. Le radici da eliminare quando si fa questa operazione sono circa un terzo del totale, se non si vuole rischiare di esagerare. L’intero procedimento, passaggio per passaggio, si può vedere qui.

I vasi
La parola bonsai in giapponese significa “piantato in vaso piatto” e infatti i vasi dei bonsai sono solitamente più bassi dei vasi che si usano per tutte le altre piante. Possono essere a base circolare o rettangolare, opachi o smaltati, e hanno sempre uno o più buchi (che vanno coperti da una retina) per fare in modo che l’acqua non ristagni. La scelta del vaso deve seguire il gusto personale e adattarsi all’aspetto finale che avrà la pianta, per esempio scegliendo il colore in modo che faccia contrasto con quello delle foglie, dei fiori o dei frutti del bonsai. Secondo Susanna Crespi, per esempio, i vasi in grés non smaltato sono molto adatti alle conifere, perché contribuiscono a dare un aspetto solido e austero alla pianta. Sul sito di Crespi Bonsai ci sono vasi di molti tipi, alcuni anche molto costosi: altri vasi si trovano facilmente anche su Amazon, sia di plastica che di ceramica.

Gli strumenti
Per quanto riguarda gli strumenti, è importante ricordarsi che non andrebbero mai scambiate le forbici per i rami con quelle per le radici, per non correre il rischio di contaminare gli uni o le altre con batteri o parassiti. Le forbici e gli attrezzi più rinomati nel mondo dei bonsai sono quelli della marca giapponese Masakuni, che è parecchio costosa: su eBay si può acquistare la forbice per la potatura dei rami a 93 euro e quella per le radici a 114. In alternativa, si trovano kit e forbici anche più economici.

Tutto il resto
Per chi dopo aver preso dimestichezza con il suo bonsai vuole sperimentare nuove tecniche, ci sono vari esperimenti che si possono fare. Uno per esempio è far crescere un nuovo bonsai da una talea, cioè dal ramo di una qualsiasi pianta (qui un tutorial di Crespi Bonsai), oppure un altro è comprare una piccola conifera in vaso e modellarla in modo da trasformarla in un bonsai (c’è un tutorial anche per questo).

– Leggi anche: 5 esperimenti facili con piante e semi

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Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.

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