Una canzone di Crosby, Stills, Nash e Young

Donne d'altri e coincidenze

(Photo by Bryan Bedder/Getty Images)
(Photo by Bryan Bedder/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
C’è una specie di talk show online che si sono inventati negli Stati Uniti l’anno scorso che si chiama Verzuz, in cui si confrontano due musicisti ascoltando le rispettive canzoni, cantandole e parlandone: la puntata di tre giorni fa ha fatto molto notizia perché c’erano gli Earth Wind and Fire e gli Isley Brothers, per un totale di quasi 400 anni in cinque, ma piuttosto in forma. Qui è dov’è Harvest for the world.
(il video su YouTube di rapina ha un milione e mezzo di visualizzazioni in due giorni)
Il mio condominio ha deciso di fare dei lavori impacchettando la casa, con questa luce di primavera e di questi tempi reclusi: il mio scoramento nell’osservare oggi gli agili signori che disponevano i ponteggi raggiungendo le mie finestre è stato attenuato solo dalla allegra memoria di quella canzone degli Housemartins dedicata ai muratori, Build.
Slow, slow, quick, quick, quick,
It’s wall to wall and brick to brick,
They work so fast it makes you sick,
It’s build

Right between the eyes
Parlo da maschio, che in queste cose uno a malapena impara quelli come lui, figuriamoci le altre. Ma che cosa frequente, turbolenta e grave, da ragazzi, era quella di mettersi con le ragazze di qualche amico, o che piacevano a qualche amico, oppure che gli amici si mettano con quella che piace a te. “Rubarsi la ragazza”, si diceva: qualche volta orecchio che si dica ancora. Non invidio chi finisca in casini simili da adulto, se adulto si può chiamare chi finisca in casini simili. C’è qualcosa di mai adulto nelle scriteriatezze d’amore.

C’era un’altra canzone che aveva trattato il tema da questo punto di vista: di quello che “ruba” la ragazza (nelle canzoni prevale sempre il dolore, quelli felici scrivono meno e si godono la felicità, salvo eccezioni: e quindi è più facile che le scriva quello a cui l’hanno “rubata”, la ragazza). Dicevo, c’era un’altra canzone, ma in quella il guaio era già fatto, e il problema era dirglielo, all’amico.
Qui invece c’è qualcosa ma ancora rammendabile: lei è impegnata e lui ritiene di non rovinare la vita all’altro, poi come andrà a finire non è proprio chiaro, ma c’è questa cosa cameratesca da uomini/ragazzini, per cui “non si ruba una ragazza” e ci si comporta “da uomini”. O non desiderare la donna d’altri, se volete risalire più indietro. Soprattutto perché prima o poi chi la fa l’aspetti.

And the pain that we can bring to him, I don’t think he could beat
Please, don’t ask me how I know, I’ve just been up that street

(adesso, non vorrei rovinare tutta questa poesia e questa gravità, e secoli dell’uso dell’espressione, ma chi è che guarda l’altro “dritto in mezzo agli occhi”, rischiando peraltro lo strabismo?)

And talking’ from experience I know how he would feel
Waking up and finding that his one love wasn’t real
But the age of truth will soon appear, Aquarius arrives
A man’s a man who looks a man right between the eyes

Poi ci sarebbero loro, la compagnia di attuali vecchietti della foto. Ne abbiamo scritto quando erano tre, abbiamo scritto di uno, e a quello più facile, quello a sinistra, finora gli abbiamo girato intorno. Right between the eyes la scrisse Graham Nash, il primo da destra, autore di altre meraviglie, perché si era in effetti innamorato di una ragazza impegnata. La cantarono insieme – incespicando all’inizio – in quel leggendario disco dal vivo che si chiama 4 way street, registrato nei tour del 1970…

….

OK. OCCHÈI.
Ero arrivato fino a qui, e mi sono allora chiesto: “e quindi quando uscì, quella canzone in quel disco? Saranno 50 anni quest’anno, forse. Fammi controllare”.
Ho controllato.

E con questo vado a rivedere tutte le mie certezze razionali e illuministe, e a costruirmi deroghe che sanciscano la divinità delle canzoni. Buonanotte.


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