Il primo discorso di Giuseppe Conte da leader del M5S

L'ex presidente del Consiglio ha parlato in un'assemblea tenuta in streaming, proponendo qualche cambiamento e criticando le correnti

Giovedì sera si è tenuta un’assemblea in streaming del Movimento 5 Stelle a cui hanno partecipato parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali. Dopo esser rimasto in disparte per alcune settimane, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte – indicato da Beppe Grillo a fine febbraio come possibile capo politico in grado di rilanciare il partito – è intervenuto per spiegare come intende «rifondare il Movimento»: «non è un’operazione di restyling o marketing politico ma un’opera coraggiosa di rigenerazione, senza rinnegare il passato».

Dopo la caduta del secondo governo Conte e l’elezione di Enrico Letta a segretario del Partito Democratico al posto di Nicola Zingaretti, che aveva avvicinato i due partiti, il Movimento 5 Stelle sembrava aver perso peso politico e si era ritrovato a dover risolvere vari problemi interni: col risultato che la nuova organizzazione interna intorno alla figura di Conte aveva tardato a concretizzarsi.

Durante il suo intervento all’assemblea in streaming, Conte ha affrontato direttamente le questioni dell’identità politica e dell’organizzazione interna del partito, ma di altre ha scelto di non parlare direttamente: in particolare quella che ha che fare con la messa in discussione del limite dei due mandati, e quella dei rapporti con Rousseau, il sito che non è gestito direttamente dal partito bensì dall’Associazione Rousseau, fondata da Gianroberto Casaleggio e ora controllata dal figlio Davide insieme ad altri soci.

Da tempo Rousseau è al centro di diverse controversie, che hanno a che fare da una parte con i fondi che attualmente gestisce, derivanti dai contributi dei parlamentari e dalle donazioni private, e dall’altra con la gestione dei dati personali degli iscritti. Conte non ha mai citato Rousseau, anche se vi ha fatto implicito riferimento criticando alcuni limiti della democrazia diretta. Ha ad esempio detto che «va promossa e perseguita», che le scelte fondamentali del Movimento «continueranno a passare attraverso l’espressione di voto sulla piattaforma digitale», ma anche che «la democrazia rappresentativa per quanto in crisi non appare eliminabile, anzi va rafforzata e migliorata». E ancora: «La democrazia digitale è frutto di una tecnologia, ma la tecnologia non è neutra. Dobbiamo dirlo chiaramente. Chi gestisce i processi, le modalità con cui vengono trattati i dati, sono operazioni sensibili e delicate che chiedono massima trasparenza, massima chiarezza».

In un passaggio successivo, dopo aver parlato della necessità di evitare la formazione di correnti interne al partito, Conte è sembrato riferirsi almeno in parte a Rousseau quando ha detto:

«Non abbiamo bisogno di associazioni varie, il nuovo impegno viviamolo interamente nel nuovo Movimento».

Conte ha infine attribuito dei meriti al M5s («Ha innescato una spirale assolutamente virtuosa che ha contribuito a scacciare via sacche di privilegio, radicati luoghi comuni caratteristici di quella che io chiamo la mala politica») e ha spiegato che rifondare il partito non significa «rinnegare» il passato, ma valorizzare «l’esperienza fatta». L’ex presidente del Consiglio ha annunciato che, con il contributo dei parlamentari, scriverà una nuova carta dei valori e che introdurrà delle novità dal punto di vista organizzativo: ha citato un dipartimento per i rapporti con le formazioni politiche straniere e un centro di formazione permanente.

Infine ha detto: «In queste settimane ho elaborato delle proposte su cui ci confronteremo. Dopo la pausa pasquale programmeremo una serie di incontri per raccogliere i vostri suggerimenti, prima di condividere il progetto finale».