Che cosa succede dentro a +Europa

Emma Bonino vuole andarsene e il segretario si è dimesso, dopo un regolamento di conti interno con accuse di iscrizioni fasulle e di epurazioni

Emma Bonino nel suo intervento video all'assemblea di +Europa 
(ANSA/FERMO IMMAGINE YOUTUBE)
Emma Bonino nel suo intervento video all'assemblea di +Europa (ANSA/FERMO IMMAGINE YOUTUBE)

Domenica durante l’assemblea del partito +Europa la senatrice Emma Bonino ha annunciato con toni molto polemici di voler lasciare il partito da lei stessa fondato nel 2017. «Io non voglio più far parte di questo partito» ha detto Bonino, «visto che faccio parte degli incompetenti e degli ignoranti». «Me ne vado a testa alta prima che mi facciate fuori voi» ha detto Bonino, aggiungendo che il suo seggio al Senato «è a disposizione, perché la vostra cupidigia è senza limiti» e parlando di «congresso farsa deciso a tavolino» e con «credenziali da epurazione». Dopo, il segretario Benedetto Della Vedova, che è anche sottosegretario agli Esteri del governo Draghi, si è dimesso, esprimendo solidarietà verso Bonino.


Dentro a +Europa è in corso una specie di regolamento dei conti tra due fazioni, maturato in seguito a scontri e tensioni che vanno avanti da tempo e che hanno varie motivazioni, anche politiche ma soprattutto legate alla leadership e alla gestione del partito. A provocare la crisi di domenica è stato in particolare uno scontro sulle regole del congresso che dovrebbe rinnovare la segreteria del partito. Le accuse ricordano per molti versi quelle che erano emerse l’ultima volta, nel congresso del 2019, quando una parte del partito sostenne che a eleggere Della Vedova fossero stati “pullman” di iscritti fasulli.

In breve, quella che un tempo era la minoranza dentro a +Europa – che riunisce buona parte dei Radicali Italiani guidati negli ultimi anni da Riccardo Magi – si è ora allargata e ha messo in discussione la leadership di Bonino e Della Vedova. Secondo i due leader, è in corso un tentativo di epurazione sommario da parte di questa fazione, per prendere il potere nel partito rinviando o modificando i regolamenti di un congresso che allo stato attuale la suddetta fazione non avrebbe vinto. Per questo, Della Vedova si è dimesso, forzando la convocazione entro tre mesi del congresso che conta di vincere grazie alle regole e alla composizione degli iscritti attuali.

Secondo l’altro schieramento interno, in vista del prossimo congresso sono state organizzate iscrizioni di massa giudicate sospette, proprio come nel 2019, per confermare illegittimamente Della Vedova. Per questo, la fazione chiedeva di rinviare il congresso o di tenerlo con regole diverse. Ma è una questione piuttosto intricata.

+Europa, intanto
+Europa nacque grazie a Emma Bonino come lista per partecipare alle elezioni politiche del 2018 mettendo insieme tre diverse forze politiche. La prima era Forza Europa, una formazione di ispirazione europeista e liberale creata da Benedetto Della Vedova, storico dirigente del Partito Radicale poi eletto più volte in Parlamento con Forza Italia, il Popolo della Libertà e Scelta Civica (tra queste due esperienze ce ne fu una con Futuro e Libertà, il partito di Gianfranco Fini). La seconda erano i Radicali Italiani, un’associazione politica nata dalla galassia del Partito Radicale. La terza forza era Centro Democratico, il partito dell’ex leader democristiano Bruno Tabacci che – in quanto rappresentato in Parlamento nella precedente legislatura – aveva portato in dote a +Europa l’esenzione dalla necessità di raccogliere le firme in vista delle elezioni del 4 marzo, compito che sarebbe stato particolarmente complesso.

Tra i deludenti risultati alle politiche del 2018 (non superò la soglia di sbarramento ed elesse solo i deputati Riccardo Magi, Bruno Tabacci e Alessandro Fusacchia e la senatrice Bonino) e quelli analoghi alle europee del 2019, +Europa si era strutturato come un vero partito eleggendo (con qualche critica, ma ci torniamo) Della Vedova come segretario. Con la costituzione del secondo governo Conte +Europa si era schierata all’opposizione, esprimendo un voto contrario alla fiducia: in disaccordo con questa scelta, Centro Democratico e Alessandro Fusacchia lo avevano lasciato. Nel frattempo il partito ha stretto un’alleanza con Azione, il partito di Carlo Calenda, e recentemente ha aderito al “Programma per l’Italia” di Carlo Cottarelli: un comitato scientifico composto da circa venti membri di stampo liberaldemocratico.

+Europa ha sostenuto in modo unitario il governo Draghi e Benedetto Della Vedova è stato scelto, nel nuovo governo, come sottosegretario agli Esteri.

L’ultima assemblea nazionale
Sabato 13 e domenica 14 marzo si è svolta online l’assemblea nazionale di +Europa per portare avanti la discussione sul futuro congresso che, da statuto, si deve svolgere ogni due anni (l’ultimo, che è stato anche il primo, si era svolto nel gennaio del 2019). I dissidi sulla gestione interna del partito che vanno avanti ormai da mesi si sono concretizzati sabato quando il tesoriere Valerio Federico è stato sfiduciato. A quel punto, la situazione è precipitata.

Intervenendo alla discussione di domenica, con toni e parole molto dure, Bonino ha spiegato che +Europa, come altri partiti, si trova «in piena turbolenza» da mesi e che in vista del congresso erano state presentate sul relativo regolamento due diverse proposte: quella di Della Vedova e un’altra, alternativa. Questa seconda proposta non era stata però firmata: Bonino ha parlato di un «documento anonimo», il cui vero obiettivo sarebbe stato quello di fare «un congresso a tavolino» per «far fuori Benedetto» e poi lei stessa.

Dopo aver detto di mettere a disposizione il suo seggio al Senato, suggerendo quindi di volersi dimettere (cosa che avrebbe probabilmente tempi lunghi, e che comporterebbe elezioni suppletive per il collegio di Roma in cui è stata eletta), Bonino ha concluso dicendo: «A questo gioco al massacro, tipo carciofo, ogni tanto ne facciamo fuori uno, non voglio giocare quindi me ne vado da sola sulle mie gambe a testa molto alta e orgogliosa di quello che con alcuni abbiamo ottenuto».

Qualche ora dopo Benedetto Della Vedova ha annunciato le sue dimissioni, innescando una fase transitoria che dovrà concludersi con un congresso entro tre mesi. Congresso che Della Vedova spera di vincere. Dimettendosi, ha scritto: «Da molti mesi l’assemblea di +Europa non riesce a trovare un accordo sulle regole per celebrare il prossimo congresso, che lo statuto prevede che si svolga ogni due anni. C’è stata, nelle diverse sessioni dell’assemblea degli scorsi mesi, un’escalation di tensione interna che ha portato oggi Emma Bonino ad annunciare in queste condizioni il suo abbandono del partito». Della Vedova ha spiegato dunque di voler interrompere questa «escalation» dimettendosi, atto che prevede da statuto la convocazione di un nuovo congresso entro tre mesi. «Il partito è dei suoi iscritti e a loro intendo, allo stato dei fatti, sottoporre di nuovo la mia candidatura per la segreteria».

Che cosa è successo?
Antonio Santoro, che è membro dell’assemblea nazionale e che appartiene allo schieramento che mette in discussione l’attuale leadership, ha spiegato al Post che i conflitti interni sono nati rispetto ai metodi, all’organizzazione e alla linea politica della segreteria: «Il tema delle necessità di riorganizzare il partito l’abbiamo posto mesi fa: quello di avere una leadership più plurale, più partecipata, e quello di valorizzare di più gli attivisti e le attiviste. Le nostre questioni sono sempre state bollate come il tentativo di voler rottamare o sostituire il segretario e la figura di Emma Bonino, la cui storia è insostituibile. Ma la questione era e rimane per noi fare in modo che il partito sia rappresentato anche dalla sua base, cosa che ci sembra coerente con lo spirito che si era proposto il partito stesso».

All’interno di questa situazione, dice Santoro, si è poi innestata la questione del congresso e del tesseramento che doveva portare al congresso. Quando è partita la campagna di iscrizioni, si sarebbero verificate situazioni abbastanza simili a quelle di due anni fa, quando si svolse il congresso fondativo di +Europa, che elesse Della Vedova segretario: in quell’occasione fu accusato di aver vinto soltanto grazie a un voto organizzato dall’ex democristiano Tabacci, che avrebbe iscritto e poi portato al congresso centinaia di persone più o meno inconsapevoli per farle votare a favore del suo alleato.

– Leggi anche: Il complicato congresso di +Europa

L’iscrizione a +Europa è piuttosto costosa, 50 euro, e lo statuto esclude le iscrizioni collettive: dice cioè che la quota di iscrizione annuale deve essere versata individualmente. «Circa 400 iscrizioni» sostiene Santoro «sono avvenute tramite bollettino postale, con un pagamento collettivo. Ci sono stati cioè blocchi di decine di iscrizioni fatte nello stesso giorno e nello stesso ufficio postale, che difficilmente possono essere definite iscrizioni individuali».

Attualmente gli iscritti e le iscritte a +Europa, spiega, sono circa 2.500. Oltre alle 400 tessere fatte per posta, ci sarebbero dei problemi anche con altre 1.700 iscrizioni, che sono state fatte tramite carta di credito e che però secondo Santoro non è stato possibile tracciare, per capire appunto se siano state fatte direttamente dagli iscritti oppure da pochi altri.

Sulla questione del numero delle persone iscritte a +Europa sono intervenuti anche altri componenti dell’assemblea: Carmelo Palma, ad esempio, ha spiegato che «le persone che si sono continuativamente iscritte a +Europa nei suoi tre anni di vita erano alla fine della scorsa settimana 376» e che «+Europa ha solo, in occasione dei congressi, alcune migliaia di “tesserati” che compaiono e scompaiono nel giro di qualche giorno, il tempo di rendere il servizio richiesto – il voto – al proprio capobastone. Il 90% di quelli che, iscrivendosi all’ultimo minuto, accorsero allo scorso congresso (assurto disonorevolmente, ma meritatamente alle cronache come il congresso dei “pullman di Tabacci”) non si sono iscritti l’anno successivo. L’80 per cento delle migliaia di tesserati che altrettanto prontamente si sono iscritti per il congresso che dovrebbe tenersi quest’anno non erano iscritti l’anno precedente».

Santoro dice che «un tesseramento viziato avrebbe inquinato in modo irreversibile lo svolgimento di un congresso». E che quando «nella discussione dentro agli organi di partito la questione è stata posta» hanno «constatato la non disponibilità da parte della segreteria e del tesoriere di trovare una soluzione». Questo ha portato alla presentazione di una mozione di sfiducia, poi approvata, nei confronti di Federico: «Un tesoriere, rappresentante legale del partito, che ha consentito arbitrariamente centinaia di tesseramenti collettivi, non tracciabili, favorendo alcuni gruppi locali che per loro stessa ammissione avevano effettuato iscrizioni collettive palesemente vietate dallo statuto».

Fabrizio Ferrandelli, ex deputato regionale siciliano a capo di una componente di +Europa che sostiene Della Vedova, è stato tra i principali accusati di aver organizzato le iscrizioni di massa. Parlando con Repubblica ha respinto le accuse: «non è che possiamo pagare dazio perché la nostra mozione è quella che ha più iscritti. Le iscrizioni con bollettino postale li facevano i radicali già negli anni ’80». E ha sostenuto peraltro che «in Campania gli iscritti della corrente anti-Della Vedova sono sestuplicati in un anno».

Giorgio Pasetto, anche lui membro dell’assemblea e a sua volta sostenitore della leadership attuale, sostiene che dentro l’assemblea di +Europa la minoranza del partito sia diventata maggioranza, e che quest’area avrebbe portato avanti un’operazione «per acquisire maggior potere». Descrive quanto accaduto come «una lotta di potere interno: nel 2023 si andrà a votare, si aprirà dunque la questione delle alleanze, con chi farle, e anche la questione di chi entrerà nei listini».

Pasetto non riconosce legittimità all’operazione di sfiducia nei confronti del tesoriere per la questione delle iscrizioni, che sarebbe anzi stata utilizzata strumentalmente per arrivare a sfiduciare il segretario: «L’appiglio che avevano per indebolire Benedetto Della Vedova e Bonino era cominciare a sfiduciare il tesoriere. Ricordiamo anche che l’organo di garanzia – a sua volta sfiduciato già qualche mese fa – si era espresso sostenendo la correttezza del tesseramento». Il risultato, dice, è che ora si andrà a congresso: «Dopo che quella parte del partito aveva capito che non lo avrebbe vinto, ha fatto di tutto per farlo slittare, modificandone le regole».