Ci sono sempre più prove che Stonehenge prima fosse in un altro posto

Un gruppo di archeologi dice di aver trovato il luogo da dove provengono alcune pietre del famoso complesso: si trova in Galles

Il sito di Stonehenge (Alex Davidson/Getty Images)
Il sito di Stonehenge (Alex Davidson/Getty Images)

Un nuovo studio pubblicato nelle ultime settimane ha aggiunto maggiore solidità alla tesi, che circola da qualche anno, secondo cui il celebre complesso di Stonehenge fosse stato in origine costruito da un’altra parte, molto più lontano rispetto all’altopiano di Salisbury, in Inghilterra, dove si trova attualmente. Lo studio è stato pubblicato sulla rispettata rivista Antiquity da un gruppo di archeologi che da anni sta lavorando alla tesi, e che sostiene di aver trovato un complesso più antico di Stonehenge da cui proviene almeno una parte delle pietre che oggi si trovano a Salisbury.

Il potenziale complesso originario si trova in Galles, nel Pembrokeshire, a circa trecento chilometri da Stonehenge, e i gallesi lo chiamano Waun Mawn.

Il gruppo di archeologi, guidato dal britannico Michael Parker Pearson, sostiene di aver trovato diverse corrispondenze fra Stonehenge e il Waun Mawn: e diversi altri studiosi ritengono che l’ipotesi sia credibile e possa portare a nuove considerazioni sulla funzione di Stonehenge e sui popoli che l’hanno costruito nei secoli.

Di Stonehenge oggi sappiamo più cose che in passato, per esempio che fu costruito nel 3000 a.C., e che faceva probabilmente parte di un complesso più ampio. Tuttavia, il motivo per cui fu costruito e come è stato utilizzato nei secoli non è ancora chiaro, nonostante decenni di scavi archeologici e ricerche.

Oggi il circolo è composto da 93 pietre, e da molti secoli probabilmente si trova nelle stesse condizioni: fu infatti abbandonato più o meno nel 1600 a.C. Le pietre verticali che formano il monumento vero e proprio, alte fino a 4 metri e mezzo, furono però innalzate nel 2500 a.C. In un primo momento infatti il complesso era composto da un circolo di pietre molto più ampio e regolare di quello attuale, oggi scomparso. Il circolo più antico viene chiamato Aubrey Holes dal nome dell’antiquario che per primo nel Settecento scoprì le buche delle pietre mancanti, John Aubrey. E sono proprio gli Aubrey Holes al centro degli studi di Parker Pearson.

Le prime ipotesi secondo cui alcune pietre di Stonehenge potessero provenire dal Galles risalgono al periodo fra la Prima e la Seconda guerra mondiale, a causa di somiglianze notate da un geologo del posto, Herbert Thomas, ma per decenni rimasero solo speculazioni.

Da circa un decennio il gruppo di lavoro di Parker Pearson sta cercando di dare concretezza a queste teorie: nei primi anni si scoprì che in alcune cave del Pembrokeshire si trovavano pietre identiche alle diabase, un particolare tipo di pietra di lontanissima origine vulcanica, che si trovavano a Stonehenge. Dal 2017 gli studi si sono concentrati sul Waun Mawn, di cui oggi rimangono solo quattro pietre, che secondo la tesi di Pearson fu smantellato e parzialmente trasferito a Stonehenge.

Per prima cosa, argomenta Parker Pearson, le date combaciano: secondo i reperti trovati nelle buche delle pietre mancanti e le indagini geologiche compiute sul posto, il circolo di Waun Mawn fu innalzato intorno al 3400 a.C. e rimase attivo per circa quattro secoli. La costruzione del circolo più antico di Stonehenge, secondo i calcoli più recenti, fu avviata fra il 3080 e il 2950 a.C.

Non sono le uniche corrispondenze. In origine il circolo degli Aubrey Holes era circondato da un fossato dal diametro di 110 metri. «Waun Mawn è l’unico monumento neolitico britannico con lo stesso diametro», ha scritto Parker Pearson su Antiquity. Inoltre anche al Waun Mawn, come a Stonehenge, durante il solstizio d’estate il sole proiettava i suoi raggi al centro del complesso, entrando peraltro da quello che secondo Parker Pearson era l’ingresso.

(Antiquity)

Ma la prova principale portata da Parker Pearson è che secondo le sue analisi una pietra che oggi si trova a Stonehenge proviene direttamente dal Waun Mawn.

La pietra in questione è la numero 62 del complesso. È una diabase punteggiata, un tipo molto particolare di pietra di cui a Stonehenge sono presenti soltanto altri due esemplari, le pietre numero 44 e 45 (sono diabasi punteggiate anche le quattro pietre rimaste al Waun Mawn). Secondo Parker Pearson la pietra numero 62 in origine si trovava al Waun Mawn.

Lo dimostrerebbe il fatto che in uno dei buchi lasciati dalle pietre mancanti al Waun Mawn è stata trovata un’impronta di una sezione pentagonale che sembra combaciare con il basamento della pietra 62 di Stonehenge. Il buco e la sezione pentagonale sono mostrate rispettivamente nella figura 6 e 8 dello studio di Parker Pearson, anche se ci vuole un certo sforzo di immaginazione per trovare le corrispondenze.

Ciascuno dei monoliti di cui è composto Stonehenge pesa poco meno di due tonnellate, e per trasportarlo servono diversi uomini e tecnologie complesse, che però nello stesso periodo venivano già utilizzate un po’ in tutta Europa per scavare e trasportare blocchi di pietra. Secondo Parker Pearson, inoltre, alcune popolazioni del Madagascar erano note per essere in grado di spostare tali pesi per distanze molto lunghe, e questa pratica costituiva di per sé un rituale che univa comunità diverse.

«Lo smantellamento di Waun Mawn e la costruzione di Stonehenge potrebbero essere parte di una migrazione più ampia», ha spiegato di recente Parker Pearson al New York Times: i popoli che costruirono i due circoli «potrebbero avere portato i monumenti con sé come simboli della propria identità ancestrale, di cui avevano bisogno per stabilirsi in una città rifondata».

Serviranno ancora molti anni per raggiungere conclusioni più solide. Nel frattempo, però, non tutti sono stati convinti dalla teoria di Parker Pearson. Mike Pitts, un altro archeologo esperto di Stonehenge e in particolare degli Aubrey Holes, sostiene che i buchi lasciati dalle pietre del Waun Mawn siano significativamente più piccoli rispetto a quelli di Stonehenge: Pitts comunque non scarta l’idea che le pietre di Stonehenge provengano da diversi siti in giro per il Galles e l’Inghilterra, e quindi l’ipotesi di una convergenza di diversi popoli a Stonehenge.