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  • Venerdì 5 febbraio 2021

È febbraio, inizia il Sei Nazioni

Il torneo più famoso del rugby europeo comincia sabato a Roma, e per l'Italia sarà dura almeno come gli anni scorsi

Lo Stadio Olimpico di Roma (Paolo Bruno/Getty Images)
Lo Stadio Olimpico di Roma (Paolo Bruno/Getty Images)

La 127ª edizione del torneo Sei Nazioni, da ventidue anni disputato dalle nazionali di rugby di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia, inizia sabato pomeriggio allo Stadio Olimpico di Roma con la partita inaugurale tra Italia e Francia (ore 15.15). Nonostante si disputi ancora senza pubblico — la cui presenza media di 72.000 spettatori a partita arrivava a generare un indotto di un centinaio di milioni di euro nelle sei capitali ospitanti — rimane uno dei tornei più antichi dello sport europeo e un evento fondamentale per i movimenti che vi partecipano: senza contare i proventi dei diritti televisivi, soltanto il montepremi di quest’anno è di 20 milioni di euro (l’ultima classificata ne riceverà due, la prima al massimo sette). Per il rugby italiano, il Sei Nazioni costituisce quasi la metà del bilancio annuale.

L’anno scorso il torneo iniziò come al solito a febbraio, fu interrotto dalla pandemia e venne concluso con le ultime giornate a ottobre, senza pubblico. Vinse l’Inghilterra, a pari merito con la Francia ma prima in classifica per la miglior differenza punti. L’Italia le perse tutte e arrivò ultima, come succede ininterrottamente dal 2016.

Da allora la nazionale ha giocato 27 partite nel torneo perdendole tutte, dalla prima all’ultima. C’entra il mancato ricambio generazionale che non ha saputo rimpiazzare giocatori di livello internazionale come Andrea Masi, Martin Castrogiovanni, Leonardo Ghiraldini e per ultimo Sergio Parisse, e il miglioramento costante delle avversarie, in special modo della Scozia, un tempo la nostra avversaria preferita. L’Italia è rimasta così isolata all’ultimo posto, senza che ci sia nulla da poter fare nel breve termine, se non aspettare e sperare nelle nuove generazioni (il posto dell’Italia nel Sei Nazioni non è attualmente in discussione ed è certo almeno fino al 2024).

Sarà il secondo Sei Nazioni per l’allenatore sudafricano Franco Smith, il cui incarico, inizialmente provvisorio, è diventato definitivo già dall’anno scorso. Il suo obiettivo è di riportare l’Italia a una vittoria nel torneo: le premesse per questa nuova edizione non sono tuttavia migliori della passata. Il gruppo dei convocati è piuttosto inesperto e indebolito da tre assenze pesanti: quelle di Matteo Minozzi, ala dei London Wasps, Jake Polledri, terza linea del Gloucester, e Braam Steyn, terza linea della Benetton Treviso. Il primo ha rinunciato alla convocazione in un momento di affaticamento, gli altri due sono infortunati. Ci sarà invece Paolo Garbisi, che con Minozzi e Polledri è fra le grandi speranze del rugby italiano. Come capitano è stato confermato Luca Bigi mentre gli esordienti sono quattro: Daniele Rimpelli, Marco Manfredi, Riccardo Favretto e l’italo-argentino Juan Ignacio Brex.

Luca Morisi in Italia-Inghilterra lo scorso 31 ottobre (Paolo Bruno/Getty Images)

La favorita per la vittoria del torneo è l’Inghilterra già campione in carica, vicecampione del mondo e seconda nel ranking mondiale dietro il Sudafrica e davanti alla Nuova Zelanda. Dopo di lei i pronostici indicano come principale contendente la Francia, che l’anno scorso terminò con gli stessi punti dell’Inghilterra e che si presenta all’esordio di Roma con una squadra piena di talento, attualmente quarta nel ranking mondiale. Segue l’Irlanda, quinta nazionale al mondo, e il Galles, che insieme alla Scozia è l’avversaria contro cui l’Italia avrà più probabilità di ottenere un risultato positivo: ma parliamo comunque della settima e della nona nazionale al mondo, entrambe di livello superiore. L’Italia invece è quattordicesima nel ranking e paga sempre una tradizione rugbistica meno radicata rispetto alle avversarie.

Il torneo durerà sette settimane: finirà il 20 marzo. Ogni squadra gioca cinque partite (due in casa e tre in trasferta, o viceversa: l’Italia quest’anno ne giocherà tre a Roma) e ottiene 4 punti per la vittoria, 2 per il pareggio e 1 di bonus se segna più di quattro mete o perde con meno di sette punti di scarto. La squadra che vince tutte e cinque le partite centra il Grande Slam e si aggiudica tre punti bonus. Il cucchiaio di legno invece, che non è un trofeo vero e proprio ma simbolico, viene assegnato alla squadra che termina il torneo in ultima posizione: non va confuso con il “cappotto”, che si verifica quando una squadra perde tutte le partite del torneo. Nostro malgrado, spesso le due cose coincidono.

Le partite dell’Italia al Sei Nazioni 2021 verranno trasmesse in esclusiva su DMAX — canale 52 del digitale terrestre e 170 di Sky — o in streaming tramite la piattaforma online Discovery+ con la telecronaca di Antonio Raimondi e Vittorio Munari. Le partite delle altre nazionali verranno trasmesse invece su Motortrend, canale del gruppo Discovery Italia al 59 del digitale terrestre o in streaming online con Discovery+. Qui il calendario completo del torneo.

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