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  • Martedì 2 febbraio 2021

L’assalto al Congresso raccontato da Alexandria Ocasio-Cortez

La 31enne deputata Democratica ha detto di essersi nascosta nel bagno del suo ufficio, e di avere avuto paura di essere uccisa

Uno screenshot del video in cui Alexandria Ocasio-Cortez ha raccontato l'attacco al Congresso degli Stati Uniti dal suo punto di vista
Uno screenshot del video in cui Alexandria Ocasio-Cortez ha raccontato l'attacco al Congresso degli Stati Uniti dal suo punto di vista

Nei giorni successivi all’attacco al Congresso degli Stati Uniti, avvenuto lo scorso 6 gennaio, le indagini dei procuratori federali avevano fatto emergere le intenzioni di alcuni degli assalitori di sequestrare e «assassinare i deputati». Alexandria Ocasio-Cortez, 31enne deputata del Partito Democratico diventata molto nota in occasione delle elezioni del 2018, ha detto più volte di aver avuto paura di essere uccisa nell’attacco. Martedì in una diretta su Instagram ha spiegato nel dettaglio come ha vissuto gli eventi del 6 gennaio.

 

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Nei primi minuti del video, Ocasio-Cortez parla dell’importanza di continuare a discutere dell’assalto al Congresso, aggiungendo che chi chiede di «andare avanti», o di «dimenticare quel che è successo», usa gli stessi metodi di «chi commette abusi» su altre persone. Nel video racconta di essere stata lei stessa vittima di abusi: «Sono una sopravvissuta di una violenza sessuale, e non l’ho raccontato a molte persone nella mia vita».

Ocasio-Cortez specifica come il suo racconto dell’attacco sia personale e dice che già da diversi giorni prima, lei e altri deputati e senatori, sia Democratici che Repubblicani, si aspettavano che accadesse qualcosa, avendo ricevuto dei messaggi che raccomandavano di stare attenti, soprattutto il 6 gennaio.

– Leggi anche: Alcuni degli assalitori del Congresso volevano «assassinare i deputati»

Poco dopo le 13 di quel giorno, si racconta nel video, Ocasio-Cortez ha sentito dei pugni violenti contro la porta del suo ufficio. È scappata  di corsa, rifugiandosi nel bagno. A quel punto un uomo è entrato nel suo ufficio gridando molte volte «dov’è, dov’è?», battendo contro le pareti, mentre lei rimaneva nascosta dietro la porta del bagno. Quando ha provato a vedere di chi si trattasse, attraverso la fessura della porta socchiusa, ha visto «un uomo bianco con un cappello nero». Ocasio-Cortez ha detto di non essere mai stata «più silenziosa» in tutta la sua vita e che quello è stato uno dei momenti in cui ha avuto più paura di morire.

Dopo un po’ di tempo una persona del suo staff si è avvicinata dicendole che poteva uscire, e solo a quel punto Ocasio-Cortez ha scoperto che l’uomo che urlava nel suo ufficio era in realtà un agente della Capitol Police, il corpo di polizia deputato alla protezione del Congresso. L’agente però era entrato da solo, senza un compagno e senza qualificarsi come poliziotto, e secondo Ocasio-Cortez quando è uscita dal bagno la guardava con rabbia. Anche il membro del suo staff ha detto che non era possibile capire se l’agente stesse cercando di aiutarli o se fosse contro di loro.

L’agente ha poi ordinato loro di andare in un altro edificio, senza indicare un luogo o una stanza specifica, ed entrambi sono scappati di corsa. Ocasio-Cortez ha raccontato di essersi resa conto in quel momento del panico che si era creato in tutto il Congresso, di aver sentito le grida degli assalitori e la polizia che cercava di proteggere il luogo. Dopo alcuni momenti convulsi, lei e il membro del suo staff si sono rifugiati nell’ufficio di Katie Porter, deputata Democratica per la California.

La stessa Porter, ospite all’emittente televisiva MSNBC, ha raccontato quel che è avvenuto dopo, dicendo di aver trovato Alexandria Ocasio-Cortez molto impaurita e di aver provato a rassicurarla, dicendole: «Sono una madre, sono calma, ho tutto ciò che ci serve. Possiamo sopravvivere in quest’ufficio per un mese». Ocasio-Cortez le ha risposto: «Spero di poter diventare anche io mamma, spero di non morire oggi».

Nel corso della diretta Instagram, Ocasio-Cortez ha anticipato possibili critiche nei suoi confronti, dicendo di essere consapevole che qualcuno potrebbe non credere al suo racconto e pensare che lo abbia fatto solo per far parlare di sé. La deputata Democratica ha però voluto specificare la necessità di parlare dei traumi per rendere le persone consapevoli, spiegando che i traumi non si possono semplicemente lasciare alle spalle, ma «si accumulano l’uno sull’altro».