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  • Venerdì 29 gennaio 2021

Una via di fuga da Hong Kong verso il Regno Unito

Da domenica milioni di cittadini di Hong Kong potranno chiedere un visto di 5 anni per il Regno Unito, e poi trasformarlo in una cittadinanza a tutti gli effetti

(AP Photo/Kin Cheung, LaPresse)
(AP Photo/Kin Cheung, LaPresse)

Domenica 31 gennaio inzierà un nuovo programma di immigrazione che permetterà a milioni di cittadini di Hong Kong di trasferirsi nel Regno Unito con un visto di 5 anni per vivere, studiare e lavorare. Trascorsi i 5 anni, potranno chiedere di restare per altri 12 mesi e poi di trasferirsi stabilmente, ottenendo la cittadinanza britannica.

Potranno però accedervi, con le loro famiglie, solo gli abitanti di Hong Kong che avevano già la cosiddetta nazionalità britannica d’oltreoceano (British Nationality Overseas, BNO), uno status che era stato dato ai residenti di Hong Kong che ne avevano fatto richiesta prima del 1997, quando l’allora colonia britannica passò sotto il controllo della Cina.

Il nuovo programma di visti era già stato annunciato dal Regno Unito a luglio del 2020, dopo che la Cina aveva approvato la controversa legge sulla sicurezza che ha tolto a Hong Kong gran parte della sua libertà e indipendenza, e in base alla quale sono seguiti nei mesi successivi numerosi arresti di attivisti per la democrazia, tra cui il più noto Joshua Wong, che è in carcere dalla fine dello scorso novembre, e l’editore Jimmy Lai.

Dal 1997 i rapporti tra la Cina e Hong Kong si sono basati sul principio “un paese due sistemi”, che in base agli accordi presi con il Regno Unito avrebbe dovuto garantire almeno per 50 anni particolari libertà a Hong Kong, che ha un proprio ordinamento giuridico, politico e legislativo, oltre a un diverso sistema economico. Molti hanno visto nell’approvazione della legge sulla sicurezza la fine di questo sistema.

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Priti Patel, la ministra dell’Interno del Regno Unito, aveva detto a luglio che l’approvazione di quella legge violava gli accordi sul trasferimento territoriale del 1997, che la cosa non poteva essere ignorata e che i nuovi visti per i cittadini con nazionalità britannica d’oltreoceano (BNO) erano «una risposta adeguata». Venerdì il primo ministro Boris Johnson si è detto «estremamente fiero» dei nuovi visti.

La Cina invece non ha accolto bene la nuova misura, che considera una violazione delle leggi internazionali e un’intromissione nei suoi affari interni. Un portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, dopo il primo annuncio, a luglio, aveva detto che il Regno Unito avrebbe dovuto fare i conti con le conseguenze di questa decisione e che la Cina si sarebbe riservata il diritto di prendere contromisure.

Il governo britannico ha stimato che le persone con BNO che potrebbero legalmente usufruire del visto sono circa 2,9 milioni, a cui si aggiungerebbero altri 2,3 milioni di componenti delle loro famiglie. Un’ipotesi verosimile però è che si trasferiscano tra le 123mila e le 153mila persone entro il primo anno, e fino a oltre 300mila nei prossimi 5 anni. Per il Regno Unito questo avrà anche un discreto impatto economico, tra i 2,4 e i 2,9 miliardi di sterline nei 5 anni (quindi tra i 2,7 e i 3,3 miliardi di euro).

Il visto costerà poco rispetto ad altri per il Regno Unito: 250 sterline (circa 280 euro) per i 5 anni e 180 sterline (circa 200 euro) per 2 anni e mezzo. Si potrà fare richiesta fino al 31 gennaio 2022 e bisognerà dimostrare di potersi mantenere economicamente almeno per 6 mesi, oltre a certificare la nazionalità britannica oltreoceano, ma non sarà necessario un passaporto. Fino a oggi i cittadini di Hong Kong potevano restare nel Regno Unito senza un visto per al massimo 6 mesi.

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