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  • Venerdì 22 gennaio 2021

La strategia di Biden contro il coronavirus

Il nuovo presidente statunitense ha già adottato una serie di misure per contrastare la pandemia, che vanno in una direzione diversa da quella del suo predecessore

Joe Biden e Kamala Harris (Alex Wong/Getty Images)
Joe Biden e Kamala Harris (Alex Wong/Getty Images)

Giovedì il nuovo presidente statunitense, Joe Biden, ha firmato una serie di provvedimenti con l’obiettivo di contenere la pandemia da coronavirus. Le misure, che prevedono per esempio l’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi di trasporto, fanno parte di una nuova “strategia nazionale” contro il COVID-19 elaborata dall’amministrazione Biden, che include tra le altre cose una forte centralizzazione della risposta all’emergenza sanitaria, mossa a cui si era fermamente opposto Donald Trump durante la sua presidenza.

Riferendosi al nuovo piano, Biden ha parlato di un impegno «da tempo di guerra», e ha aggiunto: «Nel corso dell’ultimo anno, non abbiamo potuto contare sul fatto che il governo federale agisse con l’urgenza, l’attenzione e il coordinamento di cui avremmo avuto bisogno, e tutti abbiamo visto il costo tragico di quel fallimento». Ancora oggi la situazione epidemiologica in diverse aree degli Stati Uniti rimane grave; Biden ha detto che il prossimo mese si raggiungeranno 500mila morti provocati dal COVID-19 in tutto il territorio nazionale.

I provvedimenti già adottati dalla nuova amministrazione per contenere l’epidemia sono piuttosto vari, e sono stati accompagnati dalla diffusione di un documento di 200 pagine che spiega la nuova strategia contro il coronavirus.

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Il governo ha imposto a tutti gli americani di usare la mascherina sui mezzi di trasporto (aerei, treni, autobus a lunga percorrenza e mezzi pubblici) e un periodo di quarantena per chi arriva dall’estero, principalmente con l’obiettivo di contenere la diffusione delle varianti del coronavirus individuate per esempio in Sudafrica e Brasile. La nuova strategia prevede soprattutto quella risposta centralizzata del governo federale che Trump aveva voluto evitare a tutti i costi, lasciando per lo più ai singoli governatori la gestione dell’emergenza.

Il piano dà la possibilità alle agenzie federali di applicare il Defense Production Act – legge risalente ai tempi della guerra in Corea – per rafforzare la distribuzione dei vaccini e la produzione di dispositivi sanitari, come le mascherine (già Trump era ricorso alla legge). Prevede inoltre la creazione di un organo che si occupi di estendere la capacità di testare la popolazione per il coronavirus, così come l’adozione di nuove linee guida per proteggere la salute dei lavoratori e per garantire la riapertura sicura di scuole e attività commerciali. Biden ha anche annunciato che il governo federale rimborserà i governi statali dei costi derivanti dall’uso della Guardia Nazionale per accelerare la campagna vaccinale.

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Secondo il New York Times, con l’adozione della nuova strategia nazionale contro il coronavirus, Biden ha voluto mandare un messaggio chiaro: cioè che il suo approccio all’epidemia sarà molto più diretto e deciso di quello usato dal suo predecessore, accusato di essere troppo blando.

Biden ha incluso nel documento di 200 pagine diffuso giovedì alcune priorità, tra cui due particolari da cui si era allontanata l’amministrazione Trump: promuovere l’equità «lungo le linee razziali, etniche e rurali/urbane» che caratterizzano gli Stati Uniti, e reintrodurre regolari briefing scientifici tenuti da esperti di pandemia, ripristinando la fiducia della popolazione americana sulla capacità del governo di affrontare l’emergenza.

Su questo secondo punto, il governo ha già iniziato a impegnarsi attivamente. Giovedì, per esempio, Anthony Fauci, consigliere capo del presidente per il coronavirus, ha fatto la sua prima apparizione alla sala stampa della Casa Bianca dallo scorso novembre, dopo essere stato progressivamente marginalizzato da Trump. Giovedì Fauci ha parlato di un «sentimento liberatorio» per poter dire verità scientifiche sul coronavirus senza la paura di «ripercussioni» da parte di Trump.


Non c’è un’opinione unica sul piano contro l’epidemia presentato da Biden: alcuni lo hanno ritenuto troppo ottimista, altri troppo poco ambizioso. Biden, comunque, ha fatto una serie di promesse che dovranno essere finalizzate nei primi 100 giorni della sua presidenza, tra cui somministrare 100 milioni di dosi di vaccino e aprire 100 centri per le vaccinazioni sostenuti a livello federale.