La Cina ha sanzionato 28 ex funzionari dell’amministrazione Trump per aver “violato gravemente” la sovranità cinese

Un negozio di souvenir di Pechino, in Cina, con vari adesivi e manifesti anti-americani, il 21 gennaio 2021. (AP Photo/ Andy Wong)
Un negozio di souvenir di Pechino, in Cina, con vari adesivi e manifesti anti-americani, il 21 gennaio 2021. (AP Photo/ Andy Wong)

Mercoledì, pochi minuti dopo l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il governo cinese ha ordinato una serie di restrizioni nei confronti di alcuni membri dell’amministrazione del presidente uscente, Donald Trump, tra cui Mike Pompeo, l’ex segretario di stato americano. I funzionari a cui sono rivolte le sanzioni e i loro familiari non potranno più entrare in Cina, a Hong Kong e a Macao, mentre alle aziende o alle istituzioni con cui sono coinvolti sarà vietato fare affari con società cinesi.

Il ministro degli Esteri cinese ha detto che le misure riguardano 28 funzionari americani che avrebbero «violato gravemente» la sovranità cinese, nominandone espressamente alcuni, come l’ex ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Kelly Craft, l’ex consigliere e stratega di Trump, Steve Bannon, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale, Robert O’Brien, e il suo vice durante il mandato di Trump, Matthew Pottinger. Ha anche spiegato che «negli ultimi anni alcuni politici statunitensi anti-Cina hanno pianificato, promosso e portato avanti una serie di mosse folli che hanno interferito in maniera profonda negli affari interni, danneggiato gli interessi della Cina, offeso i cittadini cinesi e rovinato gravemente il rapporto tra Cina e Stati Uniti».

Le sanzioni della Cina sono state annunciate dopo che, il giorno prima della fine del mandato di Trump, l’amministrazione americana aveva detto che il governo cinese era stato responsabile del genocidio e di crimini contro l’umanità nei confronti della minoranza musulmana degli Uiguri e di altri gruppi etnici e religiosi minoritari nella regione autonoma dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina.

Secondo Wu Xinbo, preside dell’Istituto di Studi Internazionali dell’Università di Fudan e consigliere governativo, questo annuncio «è prima di tutto un segnale nei confronti dell’amministrazione uscente, e un pareggio di conti. Ma allo stesso tempo è un avvertimento per i futuri politici americani». Nella serata di mercoledì, una portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale di Biden, Emily Horne, ha detto che «imporre queste sanzioni nel giorno dell’insediamento del nuovo presidente sembra voler giocare sulle divisioni tra i partiti» negli Stati Uniti, e ha definito le restrizioni una «mossa improduttiva e cinica».

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