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  • Venerdì 1 gennaio 2021

Le opere che hanno appena perso il copyright

Quest'anno ci sono due pezzi grossi tra gli scrittori i cui libri si potranno pubblicare e diffondere senza pagare diritti d'autore: George Orwell e Cesare Pavese

di Ludovica Lugli

(Rielaborazione grafica del Post con fotografie di Getty Images, AP, La Presse e Wikimedia Commons)
(Rielaborazione grafica del Post con fotografie di Getty Images, AP, La Presse e Wikimedia Commons)

In Italia una casa editrice può stampare e diffondere un’opera di uno scrittore morto senza dover dare dei soldi ai suoi eredi se sono passati almeno 70 anni dalla sua morte. Per la precisione, 70 anni e qualche mese, settimana o giorno, perché per le regole europee, a prescindere che una scrittrice o uno scrittore siano morti a gennaio o a dicembre, il diritto d’autore scade sempre il 31 dicembre e le opere entrano nel pubblico dominio il primo gennaio. Quindi oggi si sono liberate dal copyright tutte le opere letterarie scritte da persone morte nel corso del 1950. Tra gli altri si fanno notare soprattutto due nomi, ancora molto letti a distanza di decenni, da studenti e no: quelli di George Orwell e Cesare Pavese.

George Orwell
L’autore di 1984 non ha bisogno di grandi presentazioni: il suo romanzo più conosciuto è continuamente usato come metafora, sui giornali, in pubblicità e in tv. Forse non tutti sanno che fu l’ultima delle sue opere a essere pubblicata quando Orwell era ancora vivo – morì sette mesi dopo la sua uscita, l’8 giugno 1949 – e che al tempo lo scrittore britannico era famoso da pochi anni. Aveva raggiunto la fama solo nel 1945 con La fattoria degli animali, romanzo satirico contro l’Unione Sovietica, in cui la rivoluzione comunista avviene in una fattoria e i rivoluzionari sono maiali. Un’altra cosa che forse non tutti sanno è che “George Orwell” era uno pseudonimo: il vero nome dello scrittore – l’unico peraltro a essere inciso sulla sua tomba – era Eric Arthur Blair.

L’arrivo nel pubblico dominio delle opere di Orwell sarà molto evidente in tutte le librerie: negli ultimi anni molte case editrici, grandi e piccole, hanno commissionato nuove traduzioni dei suoi due romanzi più noti, finora pubblicati dalla sola Mondadori, che già questo mese compariranno sugli scaffali e nelle vetrine con numerose nuove copertine. Per capire perché basta considerare che 1984 in particolare è un libro ancora lettissimo e compratissimo: solo nel 2020 ne sono state comprate più di 78mila copie in Italia. Per anticipare la concorrenza, Mondadori alla fine del 2019 li aveva ripubblicati nelle nuove traduzioni degli scrittori Nicola Gardini (1984) e Michele Mari (La fattoria degli animali), in edizioni tascabili celebrative che nel risguardo mostrano tutte le copertine dei romanzi fatte da Mondadori.

(Il Post)

Invece, per quanto riguarda le nuove edizioni in arrivo, sia 1984 che La fattoria degli animali sono stati ritradotti dagli scrittori Marco Rossari e Vincenzo Latronico rispettivamente per Einaudi e Bompiani. Feltrinelli ha fatto tradurre entrambi i romanzi da Franca Cavagnoli, scrittrice e traduttrice di moltissimi importanti autori anglosassoni, da Mark Twain e Francis Scott Fitzgerald a Toni Morrison e Jamaica Kincaid. La scrittrice Claudia Durastanti ha tradotto La fattoria degli animali per Garzanti, che ha affidato la traduzione di 1984 alla traduttrice Bianca Bernardi. Newton Compton invece ha fatto tradurre tutti e due i romanzi a Enrico Terrinoni, professore di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia e autore di una delle nuove traduzioni italiane di Ulisse di James Joyce – le cui opere sono nel pubblico dominio dal 2012. Tra le altre nuove edizioni ce n’è anche una per ragazzi, illustrata: è la traduzione di La fattoria degli animali fatta da Fiorenza Conte per La Nuova Frontiera, con i disegni di Irene Rinaldi.

Alcune delle nuove edizioni dei principali romanzi di Orwell, già prenotabili su Amazon:

Copertine a parte, sarà interessante andare a vedere come i diversi traduttori avranno scelto di ritradurre alcune delle espressioni inventate da Orwell in 1984, se come le conosciamo oppure in modo diverso: prima fra tutti «Big Brother», quello che in italiano è sempre stato chiamato «Grande Fratello», nonostante l’inglese in realtà significherebbe «Fratello Maggiore». Ma anche «Newspeak» e «doublethink», rispettivamente «neolingua» e «bipensiero» nella traduzione nota ai lettori italiani. Gardini, nella sua traduzione del 2019, ha mantenuto «Grande Fratello», ma ha fatto qualche variazione con «Novalingua» e «bipensare».

– Leggi anche: Storie di titoli tradotti o traditi

Potendo giudicare solo dalle copertine comunque, gli editori che hanno fatto le scelte più controcorrente sono stati Bompiani e Sellerio. Infatti hanno scelto di titolare 1984 (per Sellerio tradotto dallo scrittore Tommaso Pincio) in modo diverso dal solito, benché in realtà coerente con la primissima edizione in inglese: Millenovecentottantaquattro nel caso di Sellerio, Millenovecentoottantaquattro (con quattro O invece di tre) nel caso di Bompiani.

– Leggi anche: Vecchi dibattiti sul copyright di 1984

Cesare Pavese
Tra gli scrittori italiani contemporanei di Orwell, Cesare Pavese (che aveva cinque anni in meno) è uno dei più importanti. Oltre che per i suoi romanzi, ebbe molta importanza per la cultura italiana della prima metà del Novecento per il suo lavoro per la casa editrice Einaudi, a cui prima della Seconda guerra mondiale erano legati molti intellettuali antifascisti, e per il suo interesse per la letteratura americana che contribuì a farla conoscere in Italia. Tradusse, tra gli altri, Moby Dick di Herman Melville, Uomini e topi di John Steinbeck e Autobiografia di Alice Toklas di Gertrude Stein.

I romanzi di Pavese – tra cui La casa in collina e La luna e i falò, apprezzati e letti ancora oggi – sono sempre stati pubblicati da Einaudi, che nell’ultimo anno ne ha fatto una nuova edizione tascabile con copertine illustrate da Manuele Fior e introduzioni di apprezzati scrittori italiani di oggi, come Nicola Lagioia e Donatella Di Pietrantonio. A partire da questo mese però, come i romanzi di Orwell, cominceranno ad arrivare nelle librerie pubblicati da altri editori. Tra le altre arriverà una versione adattata a fumetti di La luna e i falò, pubblicata dalla casa editrice Tunué.

– Leggi anche: “Il perdono di Pavese” di Giacomo Papi

Quali altri libri sono entrati nel pubblico dominio?
Tra quelli più degni di nota, la raccolta di poesie di Edgar Lee Masters Antologia di Spoon River – in italiano fu tradotta da Fernanda Pivano che l’aveva peraltro ricevuta in regalo proprio da Cesare Pavese.

Diritti sulla traduzione esclusi, da oggi si possono pubblicare liberamente anche le opere: del drammaturgo irlandese George Bernard Shaw, che fino al 2016 fu l’unica persona ad aver ricevuto sia un premio Oscar (per la sceneggiatura di Pigmalione, ispirato a una sua commedia omonima) sia un premio Nobel (per la letteratura); dello scrittore tedesco Heinrich Mann, fratello del più famoso Thomas e autore del romanzo da cui fu tratto L’angelo azzurro; dell’americano Edgar Rice Burroughs, il creatore del personaggio di Tarzan; dell’inglese Olaf Stapledon, uno degli scrittori che più contribuirono allo sviluppo della fantascienza.

Morirono nel 1950 anche Francesco Jovine, marito della più nota pedagogista Dina Bertoni e autore dei romanzi Signora Ava e Le terre del Sacramento, e Karin Michaëlis, scrittrice danese di cui in italiano sono stati pubblicati alcuni libri per bambini – come Bibi. Una bambina del nord – da Salani.

Nel resto del mondo
In altri paesi, come la Cina, il Canada e la Nuova Zelanda, il copyright si estende per cinquant’anni dalla morte dell’autore: da oggi sono quindi liberamente riproducibili le opere di autori morti nel 1970, come il poeta italiano Giuseppe Ungaretti e la poetessa tedesca Nelly Sachs, lo scrittore britannico E. M. Forster, il giapponese Yukio Mishima, il francese Jean Giono, l’americano John Dos Passos e il tedesco Erich Maria Remarque.

Negli Stati Uniti invece le leggi sul diritto d’autore sono più complicate. Senza addentrarcisi troppo, da oggi sono entrate nel pubblico dominio le opere letterarie pubblicate nel 1925, tra cui Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, La signora Dalloway di Virginia Woolf e Il processo di Franz Kafka.