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  • Sabato 12 dicembre 2020

È stato decifrato uno dei messaggi del serial killer Zodiac

Dopo 51 anni, da tre decifratori amatoriali: ma il messaggio non sembra contenere informazioni utili per identificarne l'autore

L’11 dicembre è stata annunciata la decifrazione di uno dei messaggi che nel 1969 il serial killer noto come Zodiac – e mai identificato – mandò a un giornale di San Francisco. A decifrare la lettera sono state tre persone che se ne sono occupate per passione: un webdesigner statunitense, un matematico australiano e un magazziniere belga, che ha sviluppato un software usato per decifrare il messaggio. Il fatto che la lettera sia stata decifrata rappresenta un piccolo passo avanti, ma il messaggio non sembra contenere informazioni utili a identificare il serial killer a oltre cinquant’anni da quando fu inviato. E restano comunque altri due suoi messaggi cifrati ancora da interpretare.

Zodiac, che in Italia è anche noto come “Killer dello Zodiaco”, fece molto parlare di sé alla fine degli anni Sessanta, quando secondo le indagini uccise cinque persone e ne ferì altre due nell’area di San Francisco. Zodiac – la cui storia è nota a molti per l’omonimo film di David Fincher, uscito nel 2007 – era solito mandare lettere e cifrari a diversi giornali californiani e, probabilmente per far parlare di sé, rivendicò anche diverse decine di altri omicidi che secondo le indagini non fu lui a commettere. Prima ancora del film di Fincher, alle vicende di Zodiac si era in parte ispirato il film del 1971 Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo, con Clint Eastwood.

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Il messaggio decifrato dai tre decifratori amatoriali è noto come “340”, per via del numero di caratteri che contiene. Fu mandato nel 1969 al San Francisco Chronicle, che lo pubblicò perché – come fece anche altre volte, anche con altri giornali – il serial killer (un nome che si attribuì lui stesso in una lettera non in codice) aveva minacciato di commettere altri omicidi se i suoi messaggi non fossero stati resi pubblici.

I tre decifratori – David Oranchak, Sam Blake e Jarl Van Eycke – fanno parte di una comunità online che si impegna per provare a individuare l’identità di Zodiac e interpretare i suoi messaggi. Hanno raccontato come sono riusciti a interpretare i caratteri del messaggio in una serie di video pubblicati su YouTube, e poi al San Francisco Chronicle.

In breve, i tre hanno spiegato di aver utilizzato un apposito software per provare circa 650mila direzioni di lettura dei suoi simboli. Alla fine – dopo mesi di ipotesi e dopo aver capito a quali lettere corrispondessero i vari simboli – i tre sono riusciti a dare un senso attraverso un allineamento in diagonale, in cui però capita che certe colonne si spostino da una riga all’altra. Secondo quanto spiegato da Oranchak, è un tipo di schema che era già stato usato almeno una volta in un crittogramma degli anni Cinquanta dell’esercito statunitense.

Come ha scritto il San Francisco Chronicle, i tre decifratori avevano capito di essere sulla buona strada dopo aver individuato un paio di passaggi che facevano riferimento a un programma televisivo, andato in onda il 22 ottobre 1969 su un’emittente californiana, durante il quale una persona aveva telefonato sostenendo di essere Zodiac e dicendo di non voler «finire nella camera a gas». Nel suo messaggio decifrato in questi giorni – e pubblicato il 12 novembre 1969 – il vero Zodiac diceva, tra le altre cose, di non essere stato l’autore di quella telefonata.

Come ha detto Oranchak, il messaggio «non sembra dire granché» ed è perlopiù «uno di quei modi con cui Zodiac cercava attenzioni». Secondo l’interpretazione che ne hanno fatto i tre, il messaggio (che ovviamente non contiene maiuscole o punteggiatura) inizia con un «spero vi stiate divertendo mentre cercate di catturarmi». Zodiac prosegue quindi dicendo «non ero io quello nel programma tv» e spiega di non essere spaventato dalla camera a gas, aggiungendo di non avere paura di morire perché convinto di andare in paradiso (una parola scritta tre volte, sempre con lo stesso errore: “paradice” al posto di “paradise”). Il messaggio originale, secondo chi l’ha decifrato, è questo:

I HOPE YOU ARE HAVING LOTS OF FUN IN TRYING TO CATCH ME THAT WASNT ME ON THE TV SHOW WHICH BRINGS UP A POINT ABOUT ME I AM NOT AFRAID OF THE GAS CHAMBER BECAUSE IT WILL SEND ME TO PARADICE ALL THE SOONER BECAUSE I NOW HAVE ENOUGH SLAVES TO WORK FOR ME WHERE EVERYONE ELSE HAS NOTHING WHEN THEY REACH PARADICE SO THEY ARE AFRAID OF DEATH I AM NOT AFRAID BECAUSE I KNOW THAT MY NEW LIFE IS LIFE WILL BE AN EASY ONE IN PARADICE DEATH


Il “340” non è comunque il primo messaggio attribuito a (e rivendicato da) Zodiac a essere decifrato. Era già successo con un altro, noto come “408” (anche in questo caso il nome deriva dal numero di caratteri e simboli presenti) che era più semplice, perché bastava decifrare le lettere, che poi si potevano semplicemente leggere dall’alto in basso, da sinistra a destra. Nel 1960 il “408” fu mandato in tre pezzi a tre diversi giornali e risolto quello stesso anno da un insegnante e da sua moglie. Zodiac esordiva dicendo che gli piaceva uccidere perché era «molto divertente».

La sezione di San Francisco dell’FBI ha scritto di essere stata informata del fatto che il messaggio fosse stato decifrato da “privati cittadini”, ha precisato che il caso relativo a Zodiac rimane aperto e che però – anche per rispetto nei confronti delle persone uccise e delle loro famiglie – non fornirà al momento nuovi commenti sulla vicenda.

Gianrico Pierucci, il commissario – ora in pensione – che per anni si occupò delle indagini su Zodiac ha detto al San Francisco Chronicle di non credere che le informazioni contenute nel “340” possano dare un contributo alle indagini e ha aggiunto che l’errore relativo alla parola “paradise” era già presente in altri messaggi mandati dal serial killer.

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Dopo il “340” e il “408” restano altri due crittogrammi di Zodiac da decifrare e, come ha ricordato il San Francisco Chronicle, «in almeno una sua comunicazione, il serial killer disse che il suo nome era in uno dei suoi messaggi cifrati».

La persona più intensamente sospettata di essere stata Zodiac – e quella che viene praticamente accusata di esserlo nel film di Fincher – è il veterano della marina statunitense Arthur Leigh Allen, che morì nel 1992, a 58 anni, in seguito a un attacco cardiaco.