L’omicidio di John Lennon

La storia dell'8 dicembre 1980, il giorno in cui Mark David Chapman sparò all'ex Beatles sconvolgendo mezzo mondo

Fuori dal palazzo dove John Lennon e Yoko Ono vivevano a New York il 9 dicembre 1980, il giorno dopo la morte di Lennon (Hulton Archive/Getty Images)
Fuori dal palazzo dove John Lennon e Yoko Ono vivevano a New York il 9 dicembre 1980, il giorno dopo la morte di Lennon (Hulton Archive/Getty Images)

La sera dell’8 dicembre 1980, John Lennon fu assassinato davanti al Dakota Building, il palazzo di New York affacciato su Central Park dove viveva con la moglie Yoko Ono e il figlio Sean. Anche se da circa 10 anni i Beatles non esistevano più e nei sei anni precedenti si era fatto vedere poco, avendo deciso di ritirarsi in una specie di pre-pensionamento, Lennon era ancora una delle più grandi icone della musica mondiale, e il suo omicidio fu un momento di grande shock e commozione collettiva, uno di quelli di solito ricordati vividamente da chi c’era, ancora oggi.

Chi era John Lennon nel 1980
Gli ultimi dieci anni di John Lennon furono quelli in cui il musicista inglese aveva smesso di essere un membro dei Beatles. Nel dicembre del 1970 uscì John Lennon/Plastic Ono Band, il suo primo disco dopo lo scioglimento della band, e l’anno dopo Imagine, il suo maggior successo solista, in corrispondenza del quale Lennon e Ono si trasferirono a New York. Lì si impegnarono nell’attivismo di sinistra, diventando un simbolo del pacifismo e subendo per quattro anni i tentativi di espulsione da parte dell’amministrazione del presidente Richard Nixon. Nel frattempo Lennon e Ono si allontanarono: la separazione durò 18 mesi che Lennon passò in California, facendo intenso uso di alcol e droghe. Alla fine del 1974 la coppia si riunì e nel 1975 nacque Sean: da quel momento Lennon smise di occuparsi pubblicamente di musica, e si occupò soprattutto del figlio, facendo il «casalingo», come disse lui stesso.

Questo fino al 1980. Tre settimane prima dell’8 dicembre infatti era uscito Double Fantasy, l’ultimo disco di Lennon e il suo primo dal 1974. Come scrisse il Washington Post per il quarantennale dell’uscita del disco, «non è il disco migliore di Lennon», ma racconta comunque molte cose su che persona fosse diventata John Lennon negli anni prima della sua morte, essendo molto autobiografico.

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Il disco era condiviso con Yoko Ono, le cui canzoni erano alternate a quelle del marito. Da un lato il disco doveva rappresentare il ritorno di un Lennon quarantenne sulla scena musicale, dopo sei anni di assenza in cui la musica era molto cambiata. Dall’altro avrebbe dovuto portare all’affermazione davanti al grande pubblico di Ono, che all’epoca era ancora vista perlopiù come la responsabile dello scioglimento dei Beatles, cioè della più grande band della storia. Per questo le canzoni erano alternate: se quelle di Lennon fossero state solo un lato del disco e quelle di Ono sull’altro, un fan dell’ex Beatles avrebbe potuto ascoltarne soltanto metà.


L’8 dicembre 1980
Double Fantasy non stava avendo il successo sperato: le recensioni non erano entusiaste e le vendite nelle prime settimane erano state fiacche. Per cercare di spingerle Lennon decise di lavorare su un’altra canzone di Yoko Ono, “Walking on Thin Ice”, che secondo lui avrebbe potuto diventare un singolo di successo. Lo fece anche l’8 dicembre, insieme al produttore Jack Douglas, mettendosi poi d’accordo per continuare il lavoro il mattino seguente.

Nello stesso giorno erano successe altre due cose. Lennon e Yoko Ono avevano posato per la fotografa Annie Leibovitz, per un set di foto con cui poi sarebbe stata realizzata la celebre copertina di Rolling Stone del 22 gennaio 1981, una delle più famose di sempre. E Lennon aveva autografato una copia di Double Fantasy, quella di Mark David Chapman.

L’omicidio
Nel dicembre 1980 Mark David Chapman aveva 25 anni e si era da poco licenziato da un posto di lavoro come guardia giurata. Era cresciuto con un padre che a suo dire era violento con la madre, e anaffettivo nei suoi confronti. Dopo aver lasciato gli studi all’università aveva tentato il suicidio e per quello era stato ricoverato in un reparto psichiatrico. Alla fine degli anni Settanta aveva sviluppato una serie di ossessioni: quella per Il giovane Holden, il romanzo di J.D. Salinger, in cui si identificava, e quella per John Lennon. Da ragazzo era stato fan dei Beatles ma per via del suo fanatismo cristiano aveva trovato offensive alcune dichiarazioni di Lennon su Dio.

La sera dell’8 dicembre, poco prima delle 23, era fuori dal Dakota Building. Mentre Lennon e Ono tornavano in casa chiamò Lennon e gli sparò contro cinque volte. Quattro proiettili colpirono Lennon, che fu poi dichiarato morto al Roosevelt Hospital. Chapman fu arrestato sul luogo dell’omicidio, davanti al Dakota Building, pochi minuti dopo aver sparato. Non aveva cercato di fuggire: dopo gli spari si era messo a leggere la copia di Il giovane Holden che aveva con sé.

La folla fuori dal palazzo dove John Lennon e Yoko Ono vivevano a New York, il giorno dopo la morte di Lennon (Keystone/Getty Images)

Nel processo che seguì furono diagnosticati a Chapman vari problemi psichiatrici. Lui si dichiarò colpevole dell’omicidio di Lennon e fu condannato a una pena fra i vent’anni di reclusione e l’ergastolo: passati i vent’anni, dal 2000, ogni due anni, una commissione apposita può valutare se autorizzare o meno la sua scarcerazione. Finora, nonostante le richieste di Chapman, la libertà condizionata non gli è mai stata concessa. L’ultima volta gli è stata negata quest’estate. Oggi Chapman ha 65 anni.

Dopo
Dopo la morte di Lennon Double Fantasy arrivò al primo posto nelle classifiche dei dischi sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. Nel 1981 vinse il Grammy per il miglior disco e vendette 3 milioni di copie, più di ogni altro disco solista di Lennon; nello stesso anno “Walking on Thin Ice” divenne il maggior successo musicale di sempre di Yoko Ono.

Ono, rimasta sola a crescere il figlio Sean, che aveva cinque anni, ricevette varie minacce di morte e subì dei furti: l’ex assistente Frederick Seaman rubò fotografie, lettere e diari di Lennon e poi scrisse un libro in cui accusava Ono di avergli fatto il lavaggio del cervello. Non fu il solo libro a diffamarla. La fama e l’adorazione per John Lennon, per la sua musica e per il suo personaggio non diminuirono mai. Nel 1984 uscì il disco postumo Milk and Honey e l’anno successivo a Central Park, poco lontano dal Dakota Building, fu inaugurato lo Strawberry Fields Memorial, dove tuttora appassionati della musica dei Beatles e di Lennon lasciano fiori in ricordo del musicista.

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Nel 1995 poi uscì “Free as a Bird”, una canzone registrata da Lennon e diffusa con l’accompagnamento degli altri membri dei Beatles, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr. D’accordo con Yoko Ono, si incontrarono in uno studio di registrazione immaginando che Lennon «fosse andato fuori per pranzo», come disse Starr.

In un’intervista al New York Times Magazine, Paul McCartney ha raccontato, parlando di Lennon: «Dopo la sua morte fu portato alle pompe funebri Frank Campbell, sempre a New York. Mi capita spesso di passarci davanti. Non lo faccio mai senza dire: “D’accordo, John. Ciao, John”».