Abbiamo provato quattro sex toys clitoridei

Di quelli che vibrano e di quelli che succhiano, per capire come funzionano e quale scegliere

di Marta Impedovo

(Il Post)
(Il Post)

Quando si parla di sex toys femminili, la maggior parte delle persone pensa subito al tradizionale “vibratore”, cioè un oggetto di forma fallica che vibra quando lo accendi. Negli ultimi anni però l’industria dei prodotti per il piacere femminile è molto cambiata e con le sue novità ha stravolto questo immaginario. Oggi, nelle vetrine dei principali negozi di sex toys online e fisici, si trovano soprattutto prodotti dai colori pastello che non ricordano in alcun modo forme anatomiche umane. Oggetti con un design curato che, a detta di molte donne, appaiono meno respingenti dei classici vibratori e più lontani dall’immaginario pornografico modellato dalle fantasie maschili.

La rivoluzione degli ultimi anni, oltre che estetica, è stata sostanziale: l’attenzione delle aziende di sex toys si è spostata dalla stimolazione interna a quella esterna, e la vibrazione ha smesso di essere l’unica tecnologia possibile. Ci si è accorti che i prodotti che simulano l’atto di succhiare sono molto più apprezzati da una parte significativa della popolazione femminile. Per chi è incuriosita e vuole saperne di più, abbiamo indagato sulle novità più recenti, chiedendo consiglio a due esperte e testando quattro sex toys clitoridei tra quelli appena usciti.

Breve storia dei sex toys clitoridei
Il primo e più famoso stimolatore per la clitoride, il Magic Wand, era un massaggiatore dall’estetica ospedaliera con una testa vibrante, che fu ideato dall’azienda giapponese Hitachi alla fine degli anni Sessanta. Alcuni lo hanno probabilmente visto per la prima volta in una puntata della famosa serie tv Sex and the City. Hitachi voleva mettere sul mercato un massaggiatore per alleviare le tensioni e i dolori muscolari, ma quando il Magic Wand arrivò nel mercato statunitense nel 1968, molte donne ― soprattutto quelle più coinvolte nei movimenti femministi e sex positivecominciarono a usarlo come stimolatore clitorideo. I workshop in cui l’artista e attivista Betty Dodson insegnava alle donne come sfruttarne al meglio le potenzialità diventarono famosi in tutto il mondo e ancora oggi il Magic Wand è uno dei prodotti per il piacere sessuale più venduti.

Quella del Magic Wand fu una svolta per la sessualità femminile perché contribuì a spostare l’attenzione dalla stimolazione interna (quella che avviene durante la penetrazione) a quella esterna, che per molte donne è di più immediata soddisfazione. Morena Nerri, che insieme al marito cura Le Sex en Rose, un blog e una pagina Instagram sulla sessualità, e che ha da poco pubblicato il libro Sex toys. Alla scoperta degli oggetti del piacere, ha spiegato così l’importanza dei primi vibratori clitoridei: «Il solo fatto che esistesse un oggetto apposta per stimolare il clitoride, autorizzò le donne a concentrarsi su una parte del corpo fondamentale per il piacere, ma che allora veniva ignorata, e ancora oggi è molto trascurata. Insomma, solo il fatto che ci fosse qualcosa che diceva alle donne che esiste il clitoride era ed è di per sé una rivoluzione».

– Leggi anche: La clitoride, spiegata bene

Una seconda svolta altrettanto importante arrivò molti anni dopo, nel 2013, quando Michael e Brigitte Lenke, una coppia tedesca, inventò la Pleasure Air Technology allo scopo di ridurre l’orgasm gap, cioè la disparità che c’è tra uomini e donne in termini di soddisfazione sessuale. Secondo gli esperti questa disparità è dovuta al fatto che culturalmente viene data più attenzione alla vagina (la parte del corpo che dà piacere – prevalentemente – agli uomini) che alla clitoride (la parte del corpo che dà piacere alle donne). I Lenke sfruttarono questa tecnologia per produrre il primo sex toy cosiddetto “succhia-clitoride”, lo Womanizer. Nonostante avesse un nome poco invitante e, almeno all’inizio, un design non per tutti i gusti, lo Womanizer ebbe moltissimo successo perché faceva qualcosa che niente e nessuno era mai riuscito a fare prima.

Dopo lo Womanizer, molte altre aziende hanno cominciato a produrre sex toys simili e alcuni, grazie a una particolare attenzione al design e al marketing, hanno riscosso anche più successo. «Negli ultimi anni i sex toys sono diventati oggetti di design da mettere in borsa e lasciare in giro per casa» ha raccontato Nerri. «Io e mio marito per esempio li teniamo esposti sugli scaffali della libreria di casa e molte persone non ci fanno neanche caso. Il cambiamento del design è stato un cambiamento culturale che ci ha spinto anche a pensare in modo diverso: un tempo una donna poteva comprare solo un dildo a forma di pene, come se fosse la soluzione al fatto di non avere un uomo vero accanto. Ora è tutta un’altra cosa».

– Leggi anche: La vagina non è fatta per provare piacere

Cosa fa un succhia-clitoride?
Diversamente dai vibratori, i succhia-clitoride agiscono sulla clitoride senza contatto, o meglio senza sfregamento. Anche se hanno forme diverse, infatti, tutti funzionano grazie a un beccuccio che va appoggiato sulla vulva in modo da creare una specie di vuoto d’aria attorno alla clitoride, ma senza entrare in diretto contatto con la parte più sporgente e sensibile dell’organo. Quando si attivano, la membrana che c’è dentro il beccuccio comincia a fare dei piccoli movimenti oscillatori molto veloci che muovono l’aria creando delle onde di pressione che stimolano tutte le parti della clitoride, comprese quelle che non si vedono, cioè la maggior parte. «L’esperienza di piacere data da questi sex toys è un’esperienza che non avremmo mai potuto fare altrimenti: fanno qualcosa che, a quel livello, non è replicabile in natura», ha spiegato Morena Nerri.

Con questa tecnologia la maggior parte delle donne raggiunge orgasmi in molto meno tempo, più forti ― perché le vibrazioni arrivano più in profondità nel corpo ―, più lunghi e a volte ripetuti, visto che scompare la sensazione di fastidio data dal contatto con una zona estremamente sensibile, che è quella che porta molte donne a fermarsi dopo il primo orgasmo. Violeta Benini, ostetrica e divulgatrice nota sui social network come Divulvatrice, ha spiegato che «questo tipo di vibrazione stimola le parti erettili della clitoride senza far contrarre eccessivamente i muscoli che le circondano. Io li consiglio spesso alle donne con una componente muscolosa molto contratta e che per questo fanno fatica a raggiungere l’orgasmo».

Due doverose premesse
Va fatta una premessa che vale per tutti i prodotti, ma per i sex toys un po’ di più: i criteri che rendono un prodotto ottimo per una persona possono renderlo meno adatto a un’altra. Insomma, i giudizi sulla qualità di un sex toy possono essere molto soggettivi e non è in nessun modo detto che un prodotto che è piaciuto a molte debba piacere automaticamente a tutte. Inoltre, secondo Violeta Benini non va trascurata l’importanza di lavorare sul proprio desiderio, oltre che sulla stimolazione fisica: «Soprattutto quando si pratica autoerotismo e quindi non c’è un’altra persona che stimola la nostra eccitazione, bisogna stimolare il desiderio in altro modo. Se non c’è libido e eccitazione, può benissimo capitare di usare i sex toys e non sentire alcun piacere».

Caratteristiche generali
I quattro sex toys che abbiamo provato funzionano tutti a batteria e si ricaricano con un cavo incluso nella confezione. Sono tutti in silicone, che è uno dei materiali considerati più sicuri per i sex toys che vanno messi a contatto con gli organi genitali. Fa eccezione Womaniser che è in plastica dura ma ha comunque il beccuccio (la parte che va appoggiata al corpo) in silicone. Sono resistenti all’acqua, quindi si possono usare in doccia o a mollo (non se sono in carica!) e si possono lavare con un detergente apposta per sex toys o con un sapone neutro antibatterico. Se ordinati online, arrivano tutti in pacchetti molto discreti, ma per chi teme che possano finire nelle mani sbagliate Benini suggerisce di farli arrivare alle Poste anziché a casa, oppure, nel caso di Amazon, negli armadietti appositi per il ritiro che si trovano ormai in molte città.

Sila di Lelo e Womanizer hanno incluso nella confezione anche un sacchettino di stoffa nero chiudibile, che può essere usato per proteggere il sex toy dalla polvere, ma anche per tenerlo nascosto da occhi indiscreti, ovunque si decida di tenerlo. Secondo Benini, «soprattutto di questi tempi, col lockdown, è importante curare la propria privacy: se temiamo che genitori, coinquilini e altre persone che girano per casa possano sbirciare nel cassetto in cui teniamo i sex toys e questo ci trattiene dal comprarne uno, possiamo pensare a risolvere la cosa mettendoli in una di quelle scatole che si chiudono col lucchetto».

– Leggi anche: Con questi coni anche le donne possono fare la pipì in piedi

Yumi di Y-spot
Y-spot è una startup italiana nata a Milano nel 2019 da un gruppo di giovani che non si riconoscevano nel mercato tradizionale dei sex toys e volevano cambiarlo. Oggi sul loro sito si può scegliere tra sei modelli di sex toys diversi che fanno cose diverse ma hanno un aspetto simile, con forme morbide e colori pastello che si confondono facilmente con quelli di fiori, frutta e tuberi. Il modello che abbiamo provato si chiama Yumi, costa 69 euro, ed è l’unico pensato esclusivamente per la stimolazione clitoridea, ma non è un succhia-clitoride.

È molto piccolo (lungo meno di 10 centimetri e largo 4) e ricorda una foglia o un petalo rosa pallido. L’uso e il funzionamento sono molto semplici e intuitivi: ha un solo pulsante che serve per accenderlo, per attivare la vibrazione, per passare da una modalità all’altra e per spegnerlo. Il consiglio di Y-spot è di usare la punta della foglia per stimolare la clitoride, ma per la forma che ha e grazie al fatto che vibra tutto, ha il vantaggio di poter essere usato in molti altri modi e in zone diverse a seconda dei gusti ― singolarmente e in coppia. Le modalità sono in tutto 8, alcune delicate, altre anche molto intense.

Yumi (Il Post)

La redattrice che l’ha usato ha apprezzato soprattutto il fatto che è un oggetto elegante e discreto, piccolo e leggero, adatto per esempio a essere messo in un beauty-case insieme a spazzolino e dentifricio quando si è in viaggio. Ha anche pensato che sarebbe un bel regalo per amiche che non hanno mai avuto un sex toy clitorideo e che vogliono cominciare con qualcosa di adattabile a vari esperimenti. Sui vibratori in generale, Morena Nerri ha detto che «sono molto utili per chi li usa anche in coppia, perché sono più flessibili e ci si può fare più cose», poi però ha aggiunto: «è vero anche che chi prova un succhia-clitoride poi difficilmente torna indietro».

Obii di Biird
Biird è una startup nata nel 2019 vicino a Rotterdam, nei Paesi Bassi, da un gruppo di persone provenienti dall’industria dei prodotti per il piacere. Il loro unico prodotto, Obii, ha la forma di un uccellino, è stato progettato e prodotto in Cina e nel 2019 ha vinto un Red Dot Award, uno dei più importanti premi per il design a livello mondiale. Oltre che da Biird, lo stesso prodotto è commercializzato anche col nome di Cuddly Bird da Cuddly Buddy Collection, che però li spedisce dagli Stati Uniti a un prezzo un po’ più alto (105 dollari). Sul sito di Biird in questi giorni Obii è in sconto a 89 euro e c’è uno sconto ulteriore del 10 per cento per chi inserisce il codice ILPOST10 al momento dell’acquisto.

La redattrice che ha provato Obii lo consiglia «a tutte e senza riserve». Sempre secondo lei, Obii è sorprendente almeno sotto tre diversi punti di vista. La prima è che è un sex toy ma è anche una lampada da comodino molto graziosa. Infatti, ha una base di ricarica magnetica che si illumina con una luce molto calda e si può coprire con una campana trasparente. Insomma, può essere usato come soprammobile senza attirare l’attenzione. Il secondo vantaggio di Obii è che è sia un vibratore che un succhia-clitoride. La vibrazione ha quattro modalità e permette di usarlo sfruttando la stimolazione data dal contatto con la sua “pancia” a costine o con la sua “schiena” liscia.

Obii, nella veste di lampada (Il Post)

Quando si usa come succhia-clitoride, invece, Obii va semplicemente appoggiato col beccuccio sulla clitoride e lasciato fare. I venditori di Obii dicono che è particolarmente silenzioso: questo è vero per quanto riguarda la modalità suzione, ma non altrettanto per la modalità vibrazione. In quel caso fa lo stesso rumore della maggior parte degli altri prodotti. La terza cosa notevole di Obii è che è un oggetto particolarmente bello, sia da vedere che da tenere in mano. Ha una forma tondeggiante ed è ricoperto di silicone morbido, tanto che quando lo si prende in mano le dita sprofondano un po’. È più pesante degli altri che abbiamo provato quindi non particolarmente adatto a essere portato in giro. Esiste giallo, verde menta e rosa.

Obii ha un’azione particolarmente delicata rispetto ad altri succhia-clitoride e va bene per chi non ne ha mai provato uno, ma anche per chi ne ha provato uno più forte in passato e ora ne vorrebbe uno meno “battente”. «Chiariamoci», ha specificato la redattrice che l’ha provato, «la delicatezza non toglie niente alla sua efficacia e la suzione ha comunque tre intensità, quindi chi teme di annoiarsi con la prima può sempre provare la seconda o la terza senza rimanere delusa».

Obii (Il Post)

– Leggi anche: Le tre migliori coppette mestruali

Sila di Lelo
Lelo è un’azienda svedese e la più nota azienda produttrice di sex toys tra quelle che lavorano con molta cura al design dei loro prodotti. Nacque nel 2003 con Lily, un vibratore dalla forma simile a quella di un grosso fagiolo (in commercio ora si trova Lily 2) e continuò a progettare sex toys innovativi vincendo anche un sacco di premi. Nel 2018 Ora 2, un prodotto per donne che simula il sesso orale (poi seguito dall’Ora 3), fu il primo sex toy a vincere un premio al Festival internazionale della creatività Leoni di Cannes. Tiani, per la stimolazione interna ed esterna, e Smart Wands, che riprende e aggiorna il tradizionale Magic Wand, hanno vinto un Red Dot Award rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Quando uscì Sona, il succhia-clitoride di Lelo, le sue vendite batterono tutti i record dell’azienda.

Da quel momento Lelo ha continuato a progettare succhia-clitoride sempre più innovativi: negli anni sono usciti Sona Cruise e Sona 2 (che come gli altri modelli citati sopra si possono acquistare anche su Amazon). Lelo ha sempre usato il termine “onde soniche” per descrivere la tecnologia dei suoi succhia-clitoride, ma questo non deve far confondere: il funzionamento è lo stesso degli altri.

Sila (Il Post)

Sila è l’ultimo prodotto della “famiglia” dei succhia-clitoride di Lelo, ma con un nome diverso e una forma molto diversa dai precedenti. L’aspetto ricorda quello di una chiocciola e ha un beccuccio più ampio di tutti gli altri succhia-clitoride citati da questo articolo: anche i margini che delimitano il beccuccio sono più larghi, in modo che possano appoggiarsi meglio e più delicatamente alla vulva. Di conseguenza, si adatta a un numero maggiore di corpi e anche l’area stimolata è più larga e non concentrata in un solo punto. Tra tutti è forse quello più rumoroso, quindi non adatto a chi vive insieme a persone che non vuole coinvolgere nella propria vita sessuale.

I succhia-clitoride di Lelo sono ritenuti “forti” da molte donne, secondo diverse recensioni: per alcune è una cosa positiva, perché fanno provare sensazioni di piacere molto intense, per altre può essere fastidioso, almeno all’inizio. Per la redattrice che l’ha provato, anche Sila rientra bene in questa definizione, quindi è consigliato a donne che abbiano già dimestichezza con sex toys clitoridei di altre marche e siano in cerca di qualcosa di ancora più stimolante. Si può variare tra 8 intensità e 8 modalità diverse: se vi piace la musica classica, la redattrice consiglia di arrivare fino all’ottava. In generale, se siete di quelle a cui piace l’idea di cambiare “ritmo” mentre lo usate, o tra un uso e l’altro, Sila è quello che offre più opzioni tra quelli che abbiamo provato. È un po’ più costoso degli altri: costa 169 euro.

Womanizer by Lily Allen
Dalla proposta del primo succhia-clitoride nel 2013, Womanizer ha messo sul mercato nuovi prodotti e innovato i primi modelli sia nell’aspetto che nei materiali. Tra quelli in commercio al momento della scrittura di questo articolo, abbiamo provato l’ultima novità: il Womanizer modello Liberty realizzato in collaborazione con la cantante britannica Lily Allen, che di recente si è fatta promotrice di una campagna di sensibilizzazione sulla masturbazione femminile. La caratteristica principale del modello Liberty è quella di avere una specie di coperchio magnetico che copre il sex toy in caso di trasporto, facendolo assomigliare a una specie di tulipano non ancora sbocciato. Rispetto agli altri Liberty, questo ha colori molto più vivaci (arancione e fucsia) ed è opaco anziché lucido.

Womanizer Liberty (Il Post)

Il beccuccio è in silicone ed è rimovibile e sostituibile con un altro beccuccio leggermente ― quasi impercettibilmente ― più grande che si trova impacchettato nella confezione, in modo che chi lo usa possa scegliere quello più adatto al proprio corpo. Ha 6 livelli di intensità, ma una sola modalità continua (scordatevi la scala di Do del Sila). Diversamente dagli altri, il corpo non è in silicone ma in plastica dura, quindi meno morbido al tatto. Costa 99 euro e si può acquistare su Amazon o sul sito del produttore.

Conclusioni
In totale abbiamo provato quattro sex toys: un vibratore clitorideo (Yumi), due succhia-clitoride (Liberty e Sila) e un succhia-clitoride che vibra anche (Obii). Il vibratore di Y-spot, Yumi (69 euro), è consigliato a chi non è interessata a provare l’esperienza del succhia-clitoride (o non ancora) e a chi cerca un sex toy da usare in modo flessibile, a volte da sola a volte in coppia, e per stimolare zone diverse del corpo. Obii (80 euro con il codice sconto ILPOST10) è consigliato a chi vuole un sex toy da tenere in bella vista sul comodino, silenzioso, che vibri e succhi all’occorrenza, e con intensità anche molto delicate. Liberty di Womanizer e Sila di Lelo sono due succhia-clitoride a intensità leggermente più alta: Liberty è più economico (99 euro su Amazon) e più silenzioso, ma ha una sola modalità, mentre Sila costa un po’ di più (169 euro) ma ha 8 modalità diverse tra cui scegliere. Un’altra alternativa, se si è interessate alle intensità più alte, è il Sona 2, che costa 79 euro.

Come e dove informarsi prima di comprare un sex toy?
I sex toys sono tra quei prodotti su cui è non è sempre facile trovare informazioni affidabili in giro: spesso per sceglierli ci si affida ai pareri di amiche e conoscenti, ma non è detto che tutte siano a loro agio a chiederli e condividerli. Molte donne che hanno pensato di acquistarne uno ― magari incentivate dalla notizia del secondo lockdown ― non sanno bene come orientarsi nella scelta, soprattutto ora che l’offerta è così ampia. Chi dopo aver letto questo articolo non è soddisfatta e vorrebbe saperne di più, o prendere in considerazione anche tipi di sex toys diversi da quelli testati, può fare affidamento su blog e profili social di esperte.

«Oltre al mio profilo Instagram e a quello di Le Sex en Rose» ha detto Violeta Benini, «c’è anche il profilo di Valiziosa, anche detta SEXploratrice, e di Plug The Fun, il cui blog ha una sezione dedicata alle recensioni di sex toys». Il libro di Le Sex en Rose è interamente dedicato ai sex toys e lo sono anche alcuni capitoli dell’ultimo libro di Violeta Benini, Senza tabù, che raccoglie tutto quello che può servire agli adolescenti (ma non solo) per entrare in contatto col proprio piacere e con quello delle altre persone. «Sempre più spesso capita che anche i produttori e i venditori online di sex toys facciano divulgazione sui temi del piacere femminile, quindi anche dare un’occhiata ai loro siti può essere utile per capire meglio alcune cose», ha detto Morena Nerri.

Mi serve un lubrificante?
Quando si acquista un sex toy di Womanizer nella confezione si trova anche un lubrificante a base acquosa in omaggio. Violeta Benini ha spiegato che «per usare i succhia-clitoride il lubrificante non è necessario, perché non c’è attrito, ma con i sex toys che vengono strofinati sul corpo può essere utile per non irritare la pelle, soprattutto se la zona in cui lo usiamo non è abbastanza lubrificata». Con i sex toys in generale è meglio usare lubrificanti a base acquosa o misti, perché quelli a base siliconica a lungo andare rischiano di rovinarli, al pari di creme e olii da massaggio. «In generale comunque non pensiamo che il lubrificante debba essere usato solo da chi ha secchezza intima», ha concluso Benini: «Può essere usato da chiunque anche da solo, come gioco, con risultati anche molto interessanti». E infatti i manuali di istruzioni dei prodotti che abbiamo testato suggeriscono di usare lubrificante in abbondanza per aumentare l’intensità del piacere.

***

Disclaimer: con alcuni dei siti linkati nella sezione Consumismi il Post ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi. Ma potete anche cercare le stesse cose su Google. Se invece volete saperne di più di questi link, qui c’è una spiegazione lunga.