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  • Mercoledì 11 novembre 2020

La complicata situazione della Campania

Il governo ha mandato ispettori a Napoli per valutare la situazione negli ospedali, mentre si discute di spostare la regione nell'area arancione o rossa

Persone in attesa di ricovero al pronto soccorso dell'ospedale Cotugno di Napoli (ANSA/CESARE ABBATE/)
Persone in attesa di ricovero al pronto soccorso dell'ospedale Cotugno di Napoli (ANSA/CESARE ABBATE/)

Il ministero della Salute ha mandato alcuni ispettori in Campania per capire se i numeri dei contagi trasmessi al governo dall’Unità di crisi regionale siano stati messi insieme correttamente, e per valutare l’impatto che l’epidemia da coronavirus sta avendo sugli ospedali di Napoli. Da giorni, infatti, il governo sta valutando di spostare la Campania dall’area gialla all’area arancione o rossa, prendendo in considerazione una serie di difficoltà e sofferenze che sembra attraversare il sistema sanitario regionale. Parlando della decisione di inviare gli ispettori, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha detto che le verifiche potrebbero «cogliere aspetti» sfuggiti finora alla sorveglianza.

Brusaferro ha ricordato che nell’ultimo rapporto dell’ISS si parlava della possibilità che quattro regioni – Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto – venissero spostate verso il rischio alto, «nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive». Al momento la classificazione complessiva di rischio per la Campania, stando agli indicatori usati dal governo per definire le aree rosse, arancioni e gialle, è «moderata con probabilità alta di progressione a rischio alto».

Per la Campania le preoccupazioni riguardano per lo più le province di Napoli e Caserta, dove si stanno registrando i numeri più alti di nuovi contagi e di ricoveri in ospedale. Negli ultimi giorni gli ospedali di Napoli sono sembrati particolarmente sotto pressione. Sabato scorso, per esempio, i medici dell’ospedale Cotugno erano stati costretti a intervenire direttamente a bordo delle ambulanze e delle auto private per soccorrere i pazienti malati di Covid-19, a causa della fila di mezzi che si era creata di fronte all’ingresso. Il giorno successivo si erano viste scene simili in altri ospedali della città.


Giuseppe Galano, responsabile dei 118 e coordinatore della rete regionale del soccorso d’emergenza, aveva parlato di «crisi totale nel ricevere i pazienti Covid» e aveva detto che le ambulanze avevano iniziato a portare i pazienti malati di Covid-19 anche in ospedali più piccoli, come il Pellegrini e il San Paolo, strutture che però «vanno in difficoltà perché hanno pochi posti riservati ai sospetti Covid e si ingolfano velocemente». Molte preoccupazioni sono state espresse anche da Silvestro Scotti, presidente del sindacato Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale), che a SkyTg24 ha detto che «l’ambiente sanitario campano, sia per quanto riguarda la medicina territoriale che quella ospedaliera, ritiene sia necessario andare al massimo contenimento», quindi adottare ulteriori misure restrittive.

Secondo i dati del ministero, in Campania è stata inoltre superata la soglia di occupazione del 30% dei posti in terapia intensiva da parte dei malati con il Covid-19, cioè il limite oltre al quale il ministero ritiene che le rianimazioni vadano in affanno. Altri indicatori sembrerebbero invece essere meno allarmanti rispetto ad altre regioni italiane: per questo il governo ha deciso, almeno finora, di tenere la Campania nell’area gialla.

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Ora però gli ispettori del ministero stanno girando in quattro tra i più importanti ospedali di Napoli: Cardarelli, Ospedale del Mare, Cotugno (centro di riferimento per le malattie infettive) e Monaldi. Non si sa ancora se abbiano trovato problematiche gravi. Repubblica ha scritto che avrebbero già riscontrato «evidenti criticità», «sia nell’organizzazione delle cure, sia nella mancanza di personale (anestesisti e pneumologi)», oltre che nell’assistenza domiciliare dei malati con patologie respiratorie e mancanza di un’efficace relazione tra Asl locali e medici di famiglia. Per avere conferme bisognerà però aspettare il rapporto finale.

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha sostenuto di essere stato lui a chiedere al governo le ispezioni, come «operazione trasparenza, pubblica e in tutte le direzioni, per eliminare ogni zona d’ombra, anche fittizia». De Luca ha detto che non ci sarebbe «più nulla da decidere e da attendere», alludendo al fatto che la Campania non sarà spostata in un’area a rischio maggiore, ma ha aggiunto che avrebbe sollecitato provvedimenti più rigorosi per garantire il rispetto delle regole esistenti («non sono assolutamente tollerabili immagini come quelle del lungomare di Napoli» ha detto).

Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha detto martedì a Cartabianca, programma di Rai3, che il governo prenderà decisioni non prima di venerdì, e lo farà sulla base del nuovo rapporto che sarà diffuso dall’ISS e presumibilmente sulla base delle conclusioni raggiunte dagli ispettori.