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  • Sabato 31 ottobre 2020

I danni del terremoto nel Mar Egeo

Almeno 19 persone sono morte tra l'isola greca di Samo e la città turca di Smirne, entrambe colpite anche da un piccolo tsunami

Uno degli edifici crollati a Smirne (Burak Kara/Getty Images)
Uno degli edifici crollati a Smirne (Burak Kara/Getty Images)

Il terremoto di magnitudo 7.0 registrato venerdì pomeriggio nel Mar Egeo, che ha colpito Grecia e Turchia, ha provocato la morte di almeno 28 persone. Secondo le ultime notizie diffuse delle autorità locali, i feriti sarebbero più di settecento. In Turchia i danni maggiori si sono verificati a Smirne, che con oltre 4 milioni di abitanti è la terza città turca più popolata dopo Istanbul e Ankara: qui la zona portuale è stata colpita da un piccolo tsunami provocato dal terremoto, e i morti sono stati almeno 16 (ma ci si aspetta che il numero salga). In Grecia finora si contano due morti, entrambi sull’isola di Samo, distante pochi chilometri dall’epicentro e anch’essa colpita da un piccolo tsunami nelle sue località costiere.


Il terremoto è stato sentito in tutte le isole del Dodecaneso ma anche ad Atene, in Bulgaria e a Istanbul, dove però non sono stati riportati danni. Sono già stati inviati oltre 3.000 soccorritori a Smirne, dove finora si contano diciassette edifici crollati o gravemente danneggiati; a Samo è arrivato invece il ministro della Protezione civile, Nikos Hardalias. Dato che l’ipocentro è stato individuato a circa 10 chilometri di profondità, nelle prossime settimane potrebbero verificarsi altre scosse intense, motivo per il quale si stanno allestendo i primi centri di accoglienza: nella notte tra venerdì e sabato molte persone hanno dormito in tenda o all’aperto, sia a Samo che in Turchia.