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  • Venerdì 30 ottobre 2020

In Messico il coronavirus ha cancellato il Giorno dei Morti

Per evitare gli assembramenti, il governo ha chiuso i cimiteri tra l'1 e il 2 novembre e ha eliminato molte celebrazioni

(AP Photo/Fernando Llano)
(AP Photo/Fernando Llano)

Il Giorno dei Morti, o Día de Muertos, è una delle celebrazioni più sentite in Messico, e una delle più famose nel mondo. Tutti gli anni, tra l’1 e il 2 novembre, i messicani adornano le proprie case, le strade e i cimiteri per ricordare i loro defunti. Sono festività molto partecipate, non soltanto dalla popolazione ma anche da milioni di turisti che ogni anno viaggiano in Messico. Quest’anno, tuttavia, le celebrazioni sono state in gran parte cancellate dalla crisi sanitaria provocata dal coronavirus. Il Messico è uno dei paesi più colpiti dalla pandemia, con oltre 900 mila casi accertati e più di 90 mila morti finora. Per questo sia il governo federale sia i governi locali hanno, con alcune variazioni, cancellato le celebrazioni pubbliche e, soprattutto, chiuso i cimiteri.

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I 117 cimiteri di Città del Messico, per esempio, rimarranno chiusi almeno l’1 e il 2 novembre, e in alcuni casi qualche giorno in più, a seconda delle decisioni degli amministratori locali. Saranno attive soltanto le inumazioni e le cremazioni, ma i visitatori non potranno entrare. Lo stesso avviene più o meno in tutto il resto del paese, con poche eccezioni. Per questo, molti messicani hanno deciso di anticipare le celebrazioni, come ha raccontato Reuters: anziché andare al cimitero a visitare i defunti l’1 e il 2 novembre, come è tradizione, l’hanno fatto nei giorni precedenti, adornando le tombe con le offerte votive. In alcuni cimiteri gli ingressi sono stati contingentati ma in altri no. Domenica scorsa, come ha scritto AP, alcuni cimiteri si sono riempiti di persone che avevano scoperto che le tombe sarebbero state inaccessibili durante il Día de Muertos.

Oltre che decretare la chiusura dei cimiteri, le amministrazioni centrale e locali del Messico hanno anche cancellato le grandi manifestazioni pubbliche che di solito si celebrano nel Día de Muertos e nei giorni vicini. A Città del Messico, per esempio, tutti gli anni si tiene l’esposizione “Mexicráneos”: lungo Paseo de la Reforma, una delle strade principali della città, sono esposti 50 enormi teschi decorati da artisti locali e famosi. Quest’anno la manifestazione è stata cancellata, così come le sfilate e le celebrazioni pubbliche che di solito si tengono nelle città e nei villaggi di tutto il Messico. Molti eventi sono stati spostati online. La sindaca di Città del Messico, Claudia Sheinbaum, ha chiesto a tutti i suoi cittadini di commemorare i defunti a casa. Lei stessa pochi giorni fa è risultata positiva al coronavirus.

Il Día de Muertos si celebra in Mesoamerica (cioè l’area tra Messico e Centroamerica che ospitò culture come quella azteca e maya) da prima dell’arrivo degli spagnoli, e dopo la colonizzazione divenne una festa meticcia, che si celebra secondo il calendario cattolico (il 2 novembre secondo la Chiesa è il giorno della commemorazione dei defunti) ma ha caratteristiche proprie. La tradizione vuole che tra l’1 e il 2 novembre i morti tornino a visitare le proprie famiglie, per trascorrere del tempo con i loro cari ancora vivi. Per questo nelle case si preparano altari con offerte (ofrendas) di cibo e bevande, che poi vengono consumate dalle famiglie.

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Nel Día de Muertos si decorano anche le tombe dei morti, con ofrendas di cibo (le più famose sono le calaveritas de azúcar, cioè dolci di zucchero a forma di teschio, e il pan de muertos, pagnotte dolci con decorazioni a forma di osso), con candele e con petali di cempasúchil, un fiore tipico messicano dai petali arancioni che assomiglia al crisantemo. Le candele e il cempasúchil, secondo la tradizione, indicano alle anime dei defunti la strada di casa. In molte regioni le famiglie trascorrono tutta la notte al cimitero, a vegliare alla luce delle candele. In Messico, però, il Día de Muertos è anche una festa allegra e ironica, in cui le persone si travestono da scheletri e sfilano per strada, con celebrazioni simili a quelle del Carnevale, che durano molti giorni e coinvolgono tutte le città, attirando molti turisti.