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  • Martedì 13 ottobre 2020

Cipro sospenderà la vendita della cittadinanza in cambio di investimenti

Dopo che un'inchiesta di Al Jazeera ha rivelato illegalità compiute da importanti funzionari e parlamentari ciprioti

Martedì il governo di Cipro ha annunciato che dal primo novembre non sarà più possibile acquistare la cittadinanza cipriota in cambio di ingenti investimenti, uno schema usato dal paese fin dal 2013 con l’obiettivo di attirare grandi capitali. Il programma, da sempre molto criticato dall’Unione Europea per i suoi rischi legati al riciclaggio di denaro, verrà sospeso dopo una grossa inchiesta di Al Jazeera, che ha rivelato come importanti politici ciprioti, tra cui il presidente del Parlamento, fossero disposti a violare la legge pur di vendere il passaporto di Cipro a ricchi imprenditori stranieri con alle spalle un passato criminale.


Lo schema su cui stava indagando da tempo Al Jazeera, ma che era già stato al centro di inchieste giornalistiche e discussioni nell’Unione Europea, è il cosiddetto “golden passport”: si basa sulla possibilità di ottenere il passaporto di Cipro – quindi la cittadinanza di un paese membro dell’Unione Europea – in cambio di un investimento di almeno 2,5 milioni di euro, spesso nel settore immobiliare cipriota. Dal 2013 ad oggi il programma “golden passport” ha permesso a Cipro di guadagnare 7 miliardi di euro, ma allo stesso tempo ha facilitato operazioni di riciclaggio di denaro da parte di ricchi imprenditori provenienti per lo più dalla Russia e dalla Cina.

L’inchiesta di Al Jazeera era iniziata due mesi fa con la pubblicazione di oltre mille documenti che mostravano diverse irregolarità del programma. L’ultima parte, pubblicata lunedì, si è basata sul lavoro di un giornalista identificato solo con il nome “Billy” che si è finto un rappresentante di un ricco investitore cinese intenzionato ad acquistare la cittadinanza di Cipro (il ricco investitore non esisteva, ovviamente).

Billy, ha raccontato Al Jazeera, ha chiarito fin dall’inizio ai suoi interlocutori che l’uomo per cui lavorava era stato condannato a sette anni di prigione per riciclaggio di denaro, condizione che secondo la legge cipriota avrebbe dovuto interrompere l’intero processo. Gli interlocutori ciprioti, tra cui il presidente della Camera bassa del Parlamento, Demetris Syllouris, gli hanno però assicurato che la legge avrebbe potuto essere ignorata o facilmente aggirata se l’imprenditore cinese avesse completato l’investimento promesso. Syllouris ha detto a Billy: «Puoi dirgli [all’imprenditore cinese], senza citare il mio nome o quello di altri, che ha tutto l’appoggio di Cipro, a tutti i livelli – politico, economico, sociale, qualsiasi, ok?». Oltre a Syllouris, è emerso anche il coinvolgimento di Christakis Giovanis, parlamentare e uno degli uomini più potenti e importanti del settore immobiliare cipriota.

– Leggi anche: L’Europa non è contenta delle cittadinanze in vendita

L’inchiesta ha raccontato che violazioni di questo tipo erano già state compiute in altri casi simili, e che un’opzione offerta dai funzionari ciprioti era quella di cambiare il nome sul passaporto, cosa che avrebbe permesso a un criminale di avere un’identità nuova.

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, Giovanis e Syllouris hanno detto ad Al Jazeera che la loro intenzione era quella di raccogliere informazioni da Billy e poi raccontare tutto alle autorità. Syllouris, comunque, ha detto che si asterrà dallo svolgere i suoi doveri fino alla fine dell’indagine governativa sulla vicenda. Giovanis ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico di parlamentare e dal comitato centrale del suo partito.

Un portavoce della Commissione europea, da sempre critica verso schemi simili di vendita della cittadinanza, ha detto che l’inchiesta è stata accolta «con incredulità» a Bruxelles, e che le autorità competenti stanno valutando un qualche tipo di procedimento contro Cipro.