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  • Venerdì 9 ottobre 2020

Il Programma alimentare mondiale ha vinto il Nobel per la Pace

«Per i suoi sforzi nel contrastare la fame» e «per essere determinante negli sforzi di prevenzione delle guerre che sfruttano la fame come arma»

(Abid Katib/Getty Images)
(Abid Katib/Getty Images)

Il Premio Nobel per la Pace 2020 è stato assegnato al Programma alimentare mondiale «per i suoi sforzi nel contrastare la fame, per il suo contribuito nel migliorare le condizioni di pace nelle aree interessate da conflitti e per essere determinante negli sforzi di prevenzione delle guerre che sfruttano la fame come arma».

Il Nobel per la Pace fu assegnato per la prima volta nel 1901 e, a differenza degli altri Nobel, viene assegnato in Norvegia e non in Svezia.

Il Programma alimentare mondiale, World Food Programme in inglese (WFP), è un’agenzia dell’ONU che si occupa di promuovere la sicurezza alimentare nel mondo, cioè di garantire che non ci siano intere popolazioni a soffrire la fame – per conflitti o crisi di altro tipo – e che la mancanza di cibo non venga usata come arma di guerra. Il WFP – che è finanziato attraverso donazioni volontarie di governi e privati – sostiene di fornire mediamente assistenza alimentare a 91,4 milioni di persone all’anno.

Negli ultimi anni l’agenzia si è occupata in modo particolare delle crisi provocate dalle guerre in Siria e in Yemen. Nel 2017 ha avviato per esempio il cosiddetto “Building Blocks Program“, un programma che prevede un sistema di pagamento digitale basato sul principio della blockchain (simile al sistema dietro ai Bitcoin che avevamo spiegato qui). Il programma, diretto ai profughi siriani ospitati nei campi della Giordania, ha aiutato il WFP a distribuire aiuti “cash-for-food”, “soldi-per-cibo”, cioè a dare soldi con cui le persone in difficoltà sono poi in grado di comprarsi il cibo (l’agenzia smise di distribuire direttamente cibo nel 2009).

Nel 2020 il lavoro del WFP si è concentrato in Yemen, dove da anni si combatte una violentissima guerra civile tra ribelli houthi, appoggiati dall’Iran, ed ex governo yemenita, appoggiato dall’Arabia Saudita. Ad aprile l’agenzia aveva però annunciato di dover dimezzare gli aiuti alla popolazione yemenita per mancanza di fondi, dopo che diversi finanziatori avevano deciso di tagliare le donazioni per il sospetto che i ribelli houthi stessero intercettando gli aiuti. Negli ultimi mesi il WFP si è dedicato molto anche alle conseguenze provocate dalla pandemia da coronavirus, che ha costretto i governi di tutto il mondo a introdurre restrizioni rigidissime con effetti sugli indici di disoccupazione e di povertà.

Il Programma alimentare mondiale fu fondato nel 1961 su iniziativa dell’allora presidente statunitense Dwight Eisenhower, mentre il suo primo programma di sviluppo, avviato due anni più tardi, fu diretto ai nubiani sudanesi. Il WFP acquisì lo status di programma ufficiale dell’ONU nel 1965.