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  • Domenica 4 ottobre 2020

La Nuova Caledonia ha votato per rimanere parte della Francia, di nuovo

Nel referendum di domenica i contrari all'indipendenza hanno vinto con il 53 per cento dei voti, confermando il risultato del 2018

Sostenitori dell'indipendenza a Noumea, in Nuova Caledonia (AP Photo/Mathurin Derel)
Sostenitori dell'indipendenza a Noumea, in Nuova Caledonia (AP Photo/Mathurin Derel)

Oggi in Nuova Caledonia, territorio francese d’oltremare che si trova a est dell’Australia, si è votato per ottenere l’indipendenza dalla Francia: il No, cioè la posizione di chi vuole rimanere sotto la sovranità francese, ha vinto con il 53,26 per cento, con un’affluenza molto alta, pari all’85,6 per cento. Il risultato è stato simile a quello fatto registrare nel referendum di due anni fa, quando i contrari all’indipendenza avevano vinto con il 56,7 per cento, quindi con un margine un po’ più ampio di quello rilevato oggi, ma con una minore affluenza, pari all’81 per cento.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha definito il risultato del referendum un «segno di fiducia nella repubblica».

La Nuova Caledonia è un arcipelago che fa parte della Melanesia, una delle regioni dell’Oceania, e si trova a circa 1500 chilometri dall’Australia. Sull’arcipelago vivono circa 270.000 persone con diverse provenienze etniche; i due gruppi più numerosi sono i kanaki, cioè gli indigeni nativi dell’isola (il 39 per cento) e i caldoche, cioè le persone di discendenza europea (il 27 per cento). I restanti sono minoranze indonesiane, polinesiane, wallisiane e discendenti di uomini e donne deportati dalle autorità francesi nei campi di lavoro della Nuova Caledonia nella seconda metà dell’Ottocento.

La Nuova Caledonia venne conquistata nel 1853 dalla Francia dopo una lunga contesa con il Regno Unito ed è da allora un territorio francese. Quando diventò colonia francese, si formarono subito dei movimenti autonomisti, legati principalmente alla minoranza dei nativi kanaki.

I primi movimenti a organizzarsi formalmente nacquero nel Novecento, guidati dal Front de Libération National Kanak Socialist di Jean Marie Tjibaou (FLNKS), che per decenni organizzò le violente proteste contro il regime coloniale. Un primo referendum sull’indipendenza fu organizzato nel 1987, ma venne boicottato dagli indipendentisti: per provare a risolvere la situazione, nel 1988 la Francia firmò gli accordi di Matignon, che tra le altre cose prevedevano l’organizzazione di un referendum sull’indipendenza entro 10 anni. Il referendum fu tuttavia rimandato e nel 1998 gli accordi di Numea (dal nome della principale città dell’arcipelago) avviarono una transizione ventennale della Nuova Caledonia verso la decolonizzazione e l’organizzazione di un referendum per l’indipendenza entro il 2018 e di altri due nel caso di vittoria degli anti indipendentisti.

Al referendum del 2018 vinsero gli anti indipendentisti con il 56,4 per cento dei voti, un risultato in linea con le attese. Il referendum di oggi ha confermato quel risultato, seppur con percentuali leggermente diverse.