I dati della settimana sul coronavirus in Italia

La crescita di contagi e decessi prosegue in modo stabile e contenuto, ma ci sono regioni da tenere d'occhio: come la Campania

Negli ultimi sette giorni in Italia sono stati registrati 13.086 casi di contagio da coronavirus, un aumento del 16 per cento rispetto alla settimana precedente. Un numero che conferma la crescita costante dei casi accertati sul territorio nazionale, che prosegue ormai da inizio luglio ma che è rimasta finora assai più contenuta rispetto ad altri grandi paesi europei, come Francia, Spagna e Regno Unito.

Dopo un brusco aumento registrato la settimana scorsa, anche i decessi di persone che avevano contratto il coronavirus hanno continuato a crescere ma con un incremento assai più limitato rispetto ai sette giorni precedenti. Sono comunque ormai stabilmente tre volte quelli registrati ad agosto, quando si erano raggiunti i numeri minimi dall’inizio della pandemia.

La situazione negli ospedali continua a essere ampiamente sotto controllo, ma anche a crescere: al primo ottobre, i ricoverati sono quasi 300 nei reparti di terapia intensiva e quasi 3.100 negli altri. Entrambi i valori sono cresciuti per la seconda settimana di fila a un ritmo intorno al 15 per cento. Rispetto al numero totale dei nuovi contagi scoperti, comunque, sono numeri in proporzione molto inferiori rispetto a quelli registrati nella prima fase dell’epidemia. I motivi principali sono che ora scopriamo più contagiati, compresa una buona percentuale degli asintomatici, e quindi la parte di quelli con quadri clinici gravi o gravissimi diminuisce; la seconda è che l’età media dei contagiati è più bassa rispetto a qualche mese fa, e di conseguenza meno persone infettate hanno bisogno di essere ricoverate.

Un dato che va tenuto d’occhio è la percentuale dei casi positivi ogni 100 tamponi fatti: perché dà un’idea su quanto estese siano le operazioni di test e quanto sia sotto controllo la reale dimensione del contagio sul territorio. In certe aree della Spagna, per esempio, questa percentuale ha superato recentemente il 10 per cento; in Italia, nelle fasi più acute dell’epidemia in cui non si riuscivano a testare nemmeno tutti i sintomatici e il contagio in certe aree era molto esteso, si è superato il 25 per cento. Oggi questo numero in Italia è poco sopra al 2 per cento: un valore rassicurante, anche se è stabilmente in crescita e soprattutto non è omogeneo in tutta Italia. Ci sono regioni, come la Campania, dove la percentuale di casi positivi su 100 tamponi fatti arriva a essere doppia: negli ultimi sette giorni è stata del 4,5 per cento.

Anche questa settimana cresce il numero di casi settimanali ogni 100mila abitanti, che rimane comunque molto basso: in Spagna il governo ha deciso di introdurre misure di lockdown per le aree sopra i 500 contagi bisettimanali ogni 100mila abitanti (in Italia sarebbero quindi intorno ai 40).

La regione che sta registrando l’andamento più preoccupante è senz’altro la Campania, dove negli ultimi sette giorni i casi sono stati di più che in qualsiasi altra regione, compresa la Lombardia, e in netto aumento rispetto alla settimana precedente: 2.030 casi, per un incremento del 48 per cento. Seguono, per numero complessivo di nuovi contagiati, Lombardia, Lazio, e poi Veneto, dove l’aumento è stato del 29 per cento.

Il numero complessivo di tamponi continua a essere abbastanza stabile, nonostante da tempo ci siano piani e annunci per aumentare la capacità del sistema di test nazionale in vista dell’autunno e della necessità di distinguere i casi di normale influenza da quelli di COVID-19.