Alexei Navalny ha detto che dietro al suo avvelenamento c’è Putin

Nella sua prima intervista dopo essere stato dimesso dall’ospedale, data al settimanale tedesco “Der Spiegel”

Alexei Navalny durante una manifestazione di protesta a Mosca, il 20 luglio 2019
(AP /Pavel Golovkin)
Alexei Navalny durante una manifestazione di protesta a Mosca, il 20 luglio 2019 (AP /Pavel Golovkin)

L’oppositore russo Alexei Navalny ha dato la sua prima intervista dopo essere stato dimesso dall’ospedale Charité di Berlino ai giornalisti Christian Esch e Benjamin Bidder del settimanale tedesco Der Spiegel. Giovedì il sito del settimanale ha pubblicato alcune anticipazioni dell’intervista, durante la quale Navalny ha detto:

Dietro al mio avvelenamento c’è Putin, e non ho altre versioni dei fatti

Navalny è stato avvelenato lo scorso 20 agosto con il novichok, un agente nervino sviluppato dalla Russia tra gli anni Ottanta e Novanta e già usato in passato per avvelenare gli oppositori del presidente russo Vladimir Putin. Lo scorso 23 settembre è stato dimesso dall’ospedale Charité di Berlino dove era ricoverato dal 22 agosto.

Der Spiegel racconta che durante l’intervista Navalny sembrava eccitato, scherzava e rideva molto. A prima vista non sembrava un uomo che era stato in coma per giorni e stava per morire. Al di là dell’umore, la rivista racconta però che quando Navalny tentava di versarsi dell’acqua da una bottiglia, lo faceva con molta fatica, perché gli tremavano le mani.

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Navalny, spiega ancora Der Spiegel, è accompagnato 24 ore su 24 dalle sue guardie del corpo che si occupano di tutte le misure di sicurezza, compreso evitare che venga nuovamente avvelenato. Sono stati loro infatti a scegliere la bottiglia d’acqua, fra quelle nel frigorifero della redazione, da cui il politico ha bevuto durante l’intervista. I collaboratori di Navalny hanno scoperto che è stato avvelenato con una bottiglia d’acqua (e non con un tè, come era stato detto in precedenza) bevuta nella sua camera d’albergo in Siberia lo scorso 20 agosto.

Navalny ha parlato con Esch e Bidder per quasi due ore. Tra le altre cose ha confermato che vuole tornare in Russia e ha detto: «Il mio lavoro ora è restare il ragazzo che non ha paura. E io non ho paura!»

Secondo quanto scrive AFP, Vyacheslav Volodin, presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha replicato all’accusa di Navalny dicendo che Putin gli aveva “salvato” la vita e accusando a sua volta Navalny di aver collaborato con i servizi di sicurezza e le autorità dei paesi occidentali. Dmitry Peskov, il portavoce di Vladimir Putin, ha invece detto chiaramente che gli esperti della CIA in questi giorni “stanno lavorando Navaly”. L’oppositore russo ha scritto sul suo blog di voler fare causa a Peskov per aver parlato di un suo collegamento con i servizi segreti statunitensi e ha invitato il portavoce del presidente russo a mostrare le prove di quello che ha detto in diretta tv.

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