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  • Domenica 16 agosto 2020

L’indipendenza di Cipro, sessant’anni fa

Il 16 agosto 1960 diventò indipendente dall'Impero britannico, ma è ancora l'unico paese del mondo con una capitale divisa in due

La parata militare per il 59mo anniversario dell'indipendenza della Repubblica di Cipro a Nicosia, a Cipro, l'1 ottobre 2019. (EPA/KATIA CHRISTODOULOU)
La parata militare per il 59mo anniversario dell'indipendenza della Repubblica di Cipro a Nicosia, a Cipro, l'1 ottobre 2019. (EPA/KATIA CHRISTODOULOU)

Il 16 agosto del 1960, sessant’anni fa, l’isola di Cipro divenne uno stato indipendente dall’Impero britannico.

Data la sua particolare posizione nel mar Mediterraneo, meno di 100 chilometri a sud delle coste turche e circa 100 chilometri a ovest di quelle siriane, nel tempo Cipro fu vista come un territorio strategico da diversi imperi, prima quello romano e bizantino, e poi quello ottomano e britannico. Sebbene da sessant’anni sia uno stato indipendente, dal 1974 l’isola è divisa in due parti, che da decenni cercano di trovare una soluzione per una complessa riunificazione: la Repubblica di Cipro, stato di influenza greco-cipriota e riconosciuto a livello internazionale, a sud, e la Repubblica turca di Cipro del Nord, che è riconosciuta soltanto dalla Turchia, a nord. La capitale di Cipro, Nicosia, è l’unica capitale del mondo ancora divisa in due zone (in maniera simile a Berlino durante gli anni del Muro).

Fino alla fine del Sedicesimo secolo, la maggioranza degli abitanti di Cipro era di lingua e cultura greca. Le cose cambiarono dal 1570, con l’invasione da parte dell’Impero ottomano, quando molti greci e cristiani vennero massacrati e sull’isola iniziarono a stabilirsi le prime comunità musulmane provenienti dall’Anatolia.

Dopo alcuni secoli di declino e conflitti, nel 1821 in Grecia iniziò la guerra per la liberazione dal dominio ottomano, che si concluse con l’indipendenza della Grecia nel 1832. Diversi greci ciprioti andarono a combattere assieme alla Grecia e ci furono ritorsioni da parte degli ottomani: fu in questo contesto che crebbe il sentimento nazionalista con cui i ciprioti di origine greca sostenevano l’unione (Enōsis) con la nuova Grecia.

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Alcuni decenni dopo, i confini dell’Impero ottomano vennero ridisegnati in seguito alla sconfitta nella guerra russo-turca del 1877. Cipro rimase parte dell’Impero ottomano ma nel 1878 passò sotto il controllo amministrativo dell’Impero britannico, a cui gli ottomani avevano concesso l’isola in cambio di sostegno nell’eventualità di un ulteriore conflitto con la Russia. Tuttavia, con l’inizio della Prima guerra mondiale, nel 1914, Impero britannico e Impero ottomano si trovarono a combattere l’uno contro l’altro e a quel punto Cipro venne annessa ufficialmente all’Impero britannico.

Una mappa inglese di Cipro del 1955. (AP Photo/SK)

Alla fine della guerra l’Impero ottomano si dissolse e nacque la repubblica di Turchia. Con il Trattato di Losanna del 1923, che ufficializzò la nascita e i confini del nuovo stato, la Turchia si impegnò a riconoscere il dominio del Regno Unito su Cipro, che divenne una colonia britannica nel 1925.

Nei successivi vent’anni si rinforzarono sia le richieste di unificazione alla Grecia da parte dei greci ciprioti, sia il sentimento nazionalista dei turchi ciprioti. Iniziò a farsi notare l’Organizzazione nazionale dei combattenti ciprioti (EOKA), un’organizzazione filo-greca che iniziò a combattere per mettere fine alla dominazione britannica a Cipro cercando l’annessione con la Grecia. Allo stesso tempo, sia i turchi ciprioti sia il governo turco si opponevano all’annessione alla Grecia e iniziarono a lottare per chiedere la separazione del territorio di influenza greca da quello turco cipriota (“Taksim”).

Giovani greco-ciprioti che manifestano per l’unificazione di Cipro il 16 marzo 1964 a Nicosia, Cipro (Central Press/Getty Images)

Né la Grecia né la Turchia, che erano entrate a far parte della NATO pochi anni prima, erano interessate a un nuovo conflitto. Nel 1959, quindi, stipularono un accordo per la non annessione di Cipro alla Grecia, ma anche per la non spartizione tra Grecia e Turchia: Cipro diventò quindi uno stato a parte, protetto da Grecia e Turchia ma anche dal Regno Unito, che tra l’altro in quegli anni aveva già avviato un processo di de-colonizzazione (l’India, per esempio, aveva ottenuto l’indipendenza nel 1947).

Il 16 agosto del 1960 Cipro divenne ufficialmente uno stato indipendente e il 20 settembre dello stesso anno divenne membro dell’ONU.

L’Impero britannico mantenne il controllo di due basi militari e i posti governativi vennero assegnati in base alle quote etniche, pertanto la maggioranza del parlamento andò ai greci ciprioti, che erano circa il 77 per cento della popolazione, mentre la minoranza turco cipriota ottenne il diritto di veto.

Un prete greco ortodosso a Nicosia, Cipro, durante i tumulti dopo l’indipendenza (Keystone/Getty Images)

Tuttavia, il cosiddetto Trattato di garanzia stabiliva che Turchia, Grecia e Regno Unito dovessero garantire l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sicurezza di Cipro, ma anche che la Costituzione di Cipro non potesse essere modificata e che i tre paesi potessero intervenire in caso di necessità. Così fin dai primi anni Sessanta nacquero tumulti e conflitti, per esempio quando il primo presidente greco cipriota, Makarios III, propose delle modifiche alla Costituzione. Negli anni migliaia di greci ciprioti e turchi ciprioti vennero uccisi.

Nel luglio del 1974 ci fu poi un colpo di stato contro il presidente cipriota Makarios da parte della cosiddetta “giunta dei colonnelli”, il gruppo di militari greci di ispirazione fascista che aveva rovesciato il governo greco nel 1967 e che intendeva realizzare l’unificazione di Cipro con la Grecia.

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Pochi giorni dopo intervennero le truppe turche, che si sentirono legittimate dal Trattato di garanzia del 1960: il colpo di stato andò male e i turchi invasero la parte nord di Cipro, dividendo di fatto l’isola in due. Circa 165mila greco-ciprioti abbandonarono i territori occupati del nord e 45mila turco-ciprioti si spostarono dal sud dell’isola al nord.

Negli anni successivi i turchi si rifiutarono di ritirare le truppe da Cipro nonostante le risoluzioni dell’ONU, che tra le altre cose istituì la cosiddetta “Linea verde”, ovvero una zona demilitarizzata al confine tra il territorio greco cipriota e quello turco cipriota, e che peraltro attraversa anche la città di Nicosia. Nel 1975 i turchi insediarono un governo indipendente nel nord dell’isola che portò, nel 1983, all’autoproclamazione della Repubblica turca di Cipro del Nord, che tuttavia è riconosciuta soltanto dalla Turchia. Ancora oggi Nicosia è una città divisa in due ed è la capitale sia di Cipro del Nord sia della Repubblica di Cipro.

Sin dagli anni Ottanta vengono periodicamente avviati incontri diplomatici e trattative, anche con il sostegno dell’ONU, ma la questione di un’eventuale riunificazione di Cipro non è ancora stata risolta.

La Repubblica di Cipro divenne parte dell’Unione europea nel 2004, ma di fatto entrò a farne parte da nazione divisa. Nel 2008 furono rimosse le barricate che dal 1964 chiudevano la centrale Ledra Street, a Nicosia, che divenne così uno dei pochi punti di passaggio tra la Repubblica di Cipro e Cipro del Nord.

Il confine con Cipro del Nord, a Nicosia, nel 2006. (Achim Scheidemann/ANSA)

Tutti i colloqui degli ultimi anni sulla riunificazione di Cipro sono falliti. Tra i punti cruciali delle trattative ci sono il disaccordo sulle truppe turche ancora presenti a Cipro, delle quali i greco-ciprioti chiedono il rientro in Turchia, la possibile divisione del territorio in zone federali e l’eventuale spartizione di città di confine, come Morphou.

Sebbene la ricorrenza esatta dell’indipendenza di Cipro dall’Impero britannico sia il 16 agosto, la Giornata dell’indipendenza di Cipro si festeggia ogni 1 ottobre.