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  • Giovedì 19 aprile 2012

I documenti segreti del Regno Unito sul colonialismo

Sono quasi diecimila, conterrebbero le prove di moltissimi crimini ma per ora soltanto una piccola parte è stata trasferita agli archivi nazionali

LONDON - AUGUST 31: A file is removed by a member of staff from a depository at The National Archives on August 31, 2006 in London, England. The National Archives have announced the fifteenth release of Security Service records and the fourth since the full implementation of the Freedom of Information Act in January 2005. This release contains 214 files, bringing the total number of Security Service records in the public domain to well over 3,000. (Photo by Scott Barbour/Getty Images)
LONDON - AUGUST 31: A file is removed by a member of staff from a depository at The National Archives on August 31, 2006 in London, England. The National Archives have announced the fifteenth release of Security Service records and the fourth since the full implementation of the Freedom of Information Act in January 2005. This release contains 214 files, bringing the total number of Security Service records in the public domain to well over 3,000. (Photo by Scott Barbour/Getty Images)

Ieri il ministero degli Esteri e del Commonwealth britannico ha messo a disposizione del pubblico la prima parte di un archivio di 8800 documenti che testimoniano i crimini commessi dagli inglesi in 37 colonie dell’ex Impero britannico. Per ora soltanto un sesto dei documenti è stato trasferito all’Archivio Nazionale, a Londra. I documenti erano rimasti segreti per oltre cinquant’anni nell’archivio segreto del centro di comunicazione governamentale di Hanslope Park, nello stesso edificio dove operava il MI8 – sigla che sta per Military Intelligence, Section 8 – nome in codice del servizio di sicurezza radio del governo britannico durante la seconda guerra mondiale.

Si è tornati a parlare dell’archivio nel luglio scorso, dopo che cinque cittadini kenyani avevano fatto causa al Regno Unito e avevano ottenuto l’apertura di un’indagine sulle torture che loro stessi, come molti altri, avevano subito negli anni Cinquanta in Kenya, durante la rivolta dei Mau Mau. Secondo Tony Badger, uno storico dell’università di Cambridge che ha supervisionato l’analisi dell’archivio e si è occupato del suo trasferimento, i documenti in questione contengono informazioni “molto imbarazzanti” per il governo inglese. Secondo Ed Hampshire, specialista di documenti coloniali che lavora all’Archivio Nazionale, questi documenti rappresenterebbero una “miniera d’oro” per gli storici.

Alcuni documenti provano il fatto che il governo di Londra era perfettamente a conoscenza delle torture e degli omicidi dei ribelli Mau Mau in Kenya. Altri rapporti conterrebbero le istruzioni per distruggere una parte degli archivi: la distruzione avvenne effettivamente nel 1961, dopo che il segretario di Stato per le colonie, Iain Macleod, aveva inviato l’ordine di distruggere «tutto il materiale che potrebbe essere imbarazzante per il governo di Sua Maestà, per i membri della polizia, delle forze armate, dei funzionari e degli informatori britannici».

Il Guardian ha fatto una lista dei documenti che potrebbero essere stati distrutti e ha incluso nella lista i rapporti sulle violenze inflitte ai prigionieri Mau Mau in Kenya, che spesso venivano torturati e uccisi; le prove di un massacro compiuto in Malaya nel 1948; la maggior parte dei documenti che componeva l’archivio tenuto dalle autorità coloniali a Aden, dove i servizi segreti britannici gestirono una prigione segreta durante gli anni Sessanta e tutti i documenti sensibili dell’archivio che le autorità tenevano nella Guyana britannica.

Altri documenti testimoniano il fatto che agli ufficiali britannici era impartito l’ordine di selezionare e dividere i cosiddetti “Legacy Files” (documenti da lasciare negli archivi coloniali e che poi sarebbero rimasti ai governi post-coloniali), dai documenti sensibili, che invece erano da distruggere o da inviare a Londra. Pare che in alcune colonie i documenti da conservare, di cui una parte è quella conservata nell’archivio di Hanslope Park su un totale di 200 metri di scaffali, venissero marchiati con una “W” rossa, mentre in altre colonie la distruzione sarebbe stata quasi totale.

foto: Scott Barbour/Getty Images