Cosa sta succedendo a Lampedusa

Negli ultimi giorni sull'isola sono arrivati centinaia di migranti, e l'hotspot che dovrebbe accoglierne circa 100 ne ospita dieci volte tanti

(ANSA/CONCETTA RIZZO)
(ANSA/CONCETTA RIZZO)

Da circa due settimane, Lampedusa sta affrontando con difficoltà la gestione di un grande numero di migranti arrivati sull’isola dopo essere stati soccorsi o sbarcando autonomamente.
Tra il 21 e il 23 luglio erano arrivati sull’isola centinaia di migranti, tra sbarchi autonomi e una grossa operazione della Capitaneria di porto che aveva soccorso 103 persone distribuite tra varie piccole imbarcazioni in difficoltà. Le persone ospitate nell’hotspot sono arrivate ad essere più di 900 (erano attorno ai 400), prima che alcune centinaia fossero trasferite a Porto Empedocle con i traghetti disposti dalla Prefettura di Agrigento. Sbarchi e operazioni di soccorso sono però proseguiti, e il numero di persone nell’hotspot è tornato attorno ai 1000, nonostante il centro sia attrezzato per ospitare non più di un centinaio di persone.

Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa, ha definito la situazione “ingestibile”: «Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io» ha detto, «l’hotspot non è più in grado di accogliere migranti, la responsabilità di questa emergenza non può ricadere sul sindaco, sull’amministrazione comunale e sui lampedusani». Martello ha aggiunto che per oggi non sono previsti trasferimenti, anche se la prefettura di Agrigento ieri aveva fatto sapere di essere al lavoro per trovare posti disponibili per ricollocare i migranti che devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria per limitare la diffusione del coronavirus.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha visitato l’hotspot il 23 luglio e ha attaccato il governo e lo stesso sindaco di Lampedusa (che in passato aveva definito inefficaci gli interventi di Salvini) sui suoi account social.

L’hotspot di Lampedusa è uno di quei centri usati per l’identificazione dei migranti subito dopo il loro arrivo in Italia, operazione che dovrebbe prevedere una permanenza effettiva di 24-48 ore. In realtà, come succede anche altrove, i tempi sono molto superiori e ci sono persone che rimangono nel centro anche per diverse settimane o addirittura mesi.

Già nel 2017, poco dopo la sua elezione, il sindaco Martello aveva proposto di chiudere l’hotspot definendolo “inutile” e lamentandosi dei problemi di ordine pubblico dell’isola. Nel 2018 il ministero dell’Interno aveva deciso di svuotare e chiudere temporaneamente l’hotspot per «lavori di ristrutturazione» dopo che una delegazione di avvocati e ricercatori di varie associazioni lo aveva visitato, parlando poi di «condizioni di vita drammatiche» e di «sistematiche violazioni dei diritti umani».

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