La Finlandia ha riaperto le scuole prima degli altri

Le scuole primarie hanno provato a ripartire convivendo con la pandemia già a metà maggio, ora si preparano al nuovo anno scolastico che inizierà ad agosto

di Laura Volponi

(ALESSANDRO RAMPAZZO / AFP via ANSA)
(ALESSANDRO RAMPAZZO / AFP via ANSA)


La Finlandia è stato uno dei primi paesi europei a riaprire le scuole dopo il periodo più intenso di quarantena per il coronavirus, prima ancora che fossero nuovamente permesse le riunione pubbliche a gruppi formati da più di dieci persone e prima ancora di riaprire bar, ristoranti e musei. Le scuole primarie finlandesi hanno riaperto il 14 maggio, a due settimane dalla fine dell’anno scolastico, mentre le secondarie e le università hanno proseguito con la didattica a distanza. Le scuole primarie sono state riaperte anche in Danimarca (il 15 aprile, prima in Europa), Norvegia, Belgio e Francia, seppur con qualche difficoltà. Spagna e Italia, invece, hanno proseguito con la didattica da remoto e hanno rimandato la decisione all’inizio del nuovo anno scolastico.

L’effetto della pandemia in Finlandia è stato, nel complesso, modesto: sono stati rilevati 7.279 casi totali, di cui 329 morti su una popolazione di circa 5 milioni e mezzo di persone. Più del 90 per cento delle persone che si sono ammalate è guarito. Attualmente, il livello di incidenza (ovvero il numero di persone malate ogni 100.000 abitanti) è di 131 casi. Per intenderci, in Italia il livello di incidenza è al momento 400, anche se con considerevoli differenze fra regione e regione: in Lombardia, dove ancora viene registrata la maggior parte dei casi di contagio, il livello di incidenza è di 938 casi, mentre il livello più basso è in Calabria, con 60 casi ogni 100mila abitanti.

Alla fine di aprile la situazione dei contagi in Finlandia era stabile ma ancora delicata: insegnanti e genitori avevano espresso preoccupazione circa la riapertura delle scuole ma il governo, sostenuto dall’Istituto Finlandese per la Salute e il Welfare, ha insistito perché gli studenti potessero tornare in classe al più presto. La riapertura delle scuole finlandesi non è stata semplice: non sono mancati casi di contagi che hanno costretto all’isolamento alcuni professori e studenti, ma è stato possibile valutare l’efficacia di nuove regole e misure che permettessero di svolgere la didattica in classe in sicurezza, coinvolgendo insegnanti, genitori e bambini.

La decisione di dare priorità alla riapertura delle scuole è stata guidata dalla consapevolezza del fatto che non tutti gli studenti stessero partecipando alla didattica a distanza allo stesso modo, per mancanza – in alcuni casi – del necessario come computer o tablet, e del fatto che soprattutto per i bambini più piccoli si fosse reso indispensabile il coinvolgimento dei genitori, che nel frattempo però dovevano lavorare.

La scelta di privilegiare la riapertura delle scuole primarie va letta, però, all’interno di un quadro più ampio. L’istruzione in Finlandia ricopre un ruolo estremamente importante ed è considerata la chiave per un efficiente sviluppo economico e sociale. Il sistema scolastico finlandese è considerato uno dei più innovativi e prestigiosi al mondo. Una serie di riforme e di ingenti investimenti effettuati dai governi degli ultimi quarant’anni ha permesso la creazione di un complesso apparato educativo basato sull’uguaglianza, la creatività, la flessibilità e un’elevata preparazione degli insegnanti.

Insegnanti e studenti vengono incoraggiati a provare nuove idee e metodi, a imparare attraverso innovazioni e a coltivare la creatività, pur rispettando le finalità pedagogiche della scuola. L’istruzione finlandese cerca di privilegiare l’uguaglianza fra gli studenti piuttosto che la competizione, infatti tutti i bambini frequentano le scuole pubbliche, a prescindere dalla loro situazione economica o dalle loro abilità personali, e tutti ricevono, gratuitamente, pasti scolastici, assistenza sanitaria, materiale scolastico e supporto psicologico. Qualche anno fa, inoltre, è stato dato inizio ad un piano di ristrutturazione degli edifici scolastici che ha coinvolto più di cento scuole primarie seguendo il concetto dell’open-plan learning, ovvero un modello educativo che prevede grandi spazi comuni in cui molti bambini possono svolgere diverse attività mentre vengono seguiti contemporaneamente da più maestre, con l’eliminazione delle aule dedicate alle singole classi.

I sistemi scolastici di molti altri paesi – Italia compresa – si fondano sul valore dell’uguaglianza, ma non sempre gli investimenti e le scelte compiute dai governi risultano essere adatti, e ciò che viene posto come obiettivo non riesce ad essere effettivamente messo in pratica. In questo senso, la Finlandia costituisce un caso particolare.

La riapertura delle scuole finlandesi è stata possibile solamente dopo aver adottato una serie di misure di sicurezza. L’uso delle mascherine non è stato reso obbligatorio né per i bambini né per gli insegnanti, mentre sono state raccomandate corrette pratiche igieniche, a cominciare dal frequente lavaggio delle mani. A differenza di quanto successo in altri paesi dove sono state riaperte le scuole primarie, come in Danimarca, le classi finlandesi non sono state divise in gruppi più piccoli, ma è stato disposto che le lezioni fossero tenute in spazi grandi abbastanza da garantire la distanza di sicurezza (fra 1 e 2 metri). Ciò è stato possibile servendosi dei locali solitamente utilizzati dagli studenti delle scuole secondarie, che nel frattempo stavano proseguendo con la didattica a distanza.

Le linee guida del governo prevedevano che gli insegnanti lavorassero sempre con gli stessi studenti, in modo da rendere più facilmente individuabili i contatti avvenuti fra le persone in caso si fosse verificato un contagio. Si è deciso che tutte le attività non strettamente didattiche (come il consiglio di classe tra insegnanti) fossero svolte in smart working. Si è stimato che circa il 10% degli studenti delle scuole primarie non sia tornato in classe durante le ultime due settimane di maggio: in parte si tratta di bambini con uno stato di salute a rischio (o con parenti in tali condizioni), ma in parte si tratta di bambini che alcuni genitori hanno preferito tenere a casa, preoccupati da casi di contagi che si sono verificati in alcune scuole.

Durante la prima settimana di riapertura in alcune scuole della regione di Uusimaa, quella della capitale Helsinki, è successo che un membro del corpo insegnanti o uno studente sia risultato positivo al test per il coronavirus. In tutti i casi, l’approccio al problema si è orientato verso l’isolamento delle sole persone che erano state esposte al virus, evitando la chiusura dell’intera scuola. Anche in alcuni casi gravi, come quello di una scuola di Sipoo (una città a circa 40 km da Helsinki) dove circa una ventina di persone è risultata positiva al test, le pratiche di distanziamento adottate dalla scuola hanno permesso di isolare solamente gli studenti appartenenti ad alcuni anni scolastici, permettendo agli altri ragazzi di continuare ad andare in classe.

La situazione dei contagi in Finlandia è intanto leggermente peggiorata nelle ultime settimane, complici le restrizioni allentate e il bel tempo che ha spinto molte persone a uscire di casa. Scuole primarie e secondarie dovrebbero riaprire: è stata ipotizzata una forma di didattica ibrida, sia a distanza sia dal vivo, dividendo gli studenti in gruppi e alternando le due forme, mentre la didattica a distanza sarà garantita per tutti gli studenti considerati a rischio. Per quanto riguarda le università, probabilmente saranno aperte solamente per gli studenti del primo anno.

In Italia la riapertura delle scuole è prevista per metà settembre per le primarie e le secondarie. Le linee guida presentate dal ministero dell’Istruzione sono state criticate per il ritardo con cui sono state rese disponibili e per numerose questioni che restano ancora da definire. In attesa della pubblicazione ufficiale di indicazioni da parte della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, si ipotizza invece per le facoltà una ripresa a sistema misto, con lezioni online e in presenza.

Nel complesso, le difficoltà che le scuole italiane e le scuole finlandesi devono affrontare sono simili, ovvero la mancanza di spazi sufficienti e la necessità di aumentare il numero di insegnanti e il personale scolastico. Molte delle scuole italiane, tuttavia, possiedono in aggiunta problemi strutturali che persistono da anni e il ritardo con cui le linee guida e i fondi sono arrivati probabilmente non ne permetteranno la piena risoluzione entro settembre. Avendo concluso l’anno scolastico in classe, in Finlandia si è potuto sperimentare, seppur per un breve periodo, alcune di queste misure, evidenziandone criticità e limiti.

Questo e gli altri articoli della sezione Il coronavirus in 26 paesi del mondo sono un progetto del workshop di giornalismo 2020 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.