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  • Venerdì 26 giugno 2020

Il Wall Street Journal ha strigliato Trump

Il più importante giornale conservatore americano – edito da Rupert Murdoch – ha chiesto a Trump di darsi una regolata, perché sta andando verso una larga sconfitta

(Drew Angerer/Getty Images)
(Drew Angerer/Getty Images)

Il Wall Street Journal ha pubblicato un duro editoriale dal titolo “The Trump Referendum” nel quale, in vista delle elezioni presidenziali del 3 novembre, critica l’attuale presidente Donald Trump facendo notare soprattuto come non abbia ancora trovato una strada efficace per la sua campagna elettorale contro il suo sfidante Joe Biden, e stia affastellando errori su errori. L’editoriale è una critica rilevante nel contesto della stampa americana, anche perché il suo scopo è evidentemente convincere Trump a fare meglio e cambiare atteggiamento, nella speranza che vinca le elezioni: il Wall Street Journal è il più importante giornale conservatore americano, il suo editore è Rupert Murdoch (editore anche di Fox News, che sostiene molto Trump) e fin qui il giornale aveva mostrato un certo sostegno per l’amministrazione Trump.

L’editoriale parte prendendo in considerazione i recenti sondaggi che danno tutti Trump in enorme svantaggio nei confronti di Biden, peggiori di quelli che avevano George H.W. Bush e Jimmy Carter – gli ultimi due presidenti a non riuscire a farsi rieleggere – a questo punto del loro mandato. I risultati dei sondaggi sono tali che anche in presenza di un errore molto grande a danno di Trump negli stati più in bilico, per esempio di 5 punti, se si votasse oggi Joe Biden otterrebbe comunque una larghissima vittoria. Il Wall Street Journal dice che questi dati dovrebbero preoccupare Trump, anche perché da qui alle elezioni non avrà grande margine per proporre riforme rilevanti: e secondo il Wall Street Journal furono proprio una riforma delle tasse e una forte economia a permettergli nel 2017 di riguadagnare consensi, dopo che la sua popolarità era scesa durante i suoi primi mesi da presidente.

A proposito della gestione dell’epidemia da coronavirus, l’editoriale dice che «dopo un brutto inizio tra febbraio e marzo, Trump si è comportato meglio di quanto dicano i suoi critici», ma anche che ha sprecato l’occasione di dare una guida solida al paese, «trasformando in zuffe le sue conferenze stampa» e attaccando giornalisti e politici. Trump, ha scritto il Wall Street Journal, sta mettendo in atto un «automatico e difensivo atteggiamento di autocompiacimento», invece di prendere sul serio le difficoltà e le preoccupazioni sanitarie degli americani, compresi moltissimi suoi elettori anziani.

– Leggi anche: Negli Stati Uniti la prima ondata non è finita

Parlando di Biden, che sarà lo sfidante di Trump alle prossime elezioni, il Wall Street Journal ha scritto che non è tanto impopolare quanto lo era Hillary Clinton prima di perdere contro Trump nel 2016 e che finora, per arrivare al grande vantaggio che i sondaggi gli attribuiscono «non ha nemmeno dovuto fare campagna elettorale»: «il suo unico vero messaggio è che lui non è Donald Trump». Nelle parole del Wall Street Journal, Biden punta a essere «uno che unisce, non uno che divide» ma soprattutto «lascia che sia Trump a ricordare ogni giorno agli elettori perché non vogliono altri quattro anni di subbuglio e narcisismo».

«Trump ha una base del 35 per cento che non lo lascerà mai, ma gli elettori indecisi che sono stati dalla sua parte per tre anni e mezzo sono scappati negli ultimi due mesi. Donne delle zone suburbane, elettori indipendenti, anziani. Ora milioni di statunitensi sono vicini a decidere che altri quattro anni così sono un rischio che non si sentono di voler correre».

Il tutto mentre Trump non ha un messaggio per la rielezione, non parla mai di cosa intende fare nei prossimi quattro anni e anche nei comizi elettorali parla solo e soltanto di sé, come ha fatto di recente a Tulsa in Oklahoma. Nella sintesi fatta dal Wall Street Journal, quindi, Trump rischia di perdere molti degli elettori che lo fecero vincere quattro anni fa, che non sono tutti ultraconservatori come lo zoccolo duro della sua base, e di trovarsi senza niente da offrire per trovarne di nuovi. L’editoriale si conclude dicendo che Trump potrebbe prevalere su Biden puntando sull’economia e dando ascolto ai suoi consiglieri più preparati, ma aggiunge che «forse gli mancano la disciplina e la consapevolezza per farlo».

«In questo caso, Trump dovrebbe rendersi conto che sta andando verso una sconfitta che premierà tutti coloro che hanno tramato contro di lui nel 2016. Peggio ancora, avrà deluso i 63 milioni di americani che lo hanno mandato alla Casa Bianca: e tra tutte le persone, sarà sconfitto da “Sleepy Joe”»