La passione delle lontre per i sassi

Li usano per rompere i gusci dei molluschi o per giocare e conservano a lungo i loro preferiti

Due lontre di mare nella baia di Seward, in Alaska, il 21 maggio 2016 (La Presse - AP Photo/Dan Joling, File)
Due lontre di mare nella baia di Seward, in Alaska, il 21 maggio 2016 (La Presse - AP Photo/Dan Joling, File)

Dall’anno scorso tra gli emoji ce n’è uno che rappresenta una lontra, quei piccoli mammiferi acquatici che fanno parte della stessa famiglia di tassi, visoni, donnole e furetti e sono molto apprezzati come animali “pucciosi” su internet. Nella versione di Apple e Microsoft l’emoji della lontra tiene tra le zampe un sasso e non è un caso: una delle caratteristiche più interessanti delle lontre è che spesso maneggiano sassi. Nel caso delle lontre di mare (Enhydra lutris) che vivono lungo le coste del Nord Pacifico, lo fanno per rompere il guscio dei molluschi e secondo le osservazioni degli scienziati hanno anche delle preferenze sulle pietre da usare e capita che le conservino nel tempo.

Le lontre di mare hanno una specie di tasca di pelle dietro le zampe anteriori: quando vanno a caccia di molluschi sott’acqua (possono restarci vari minuti), li mettono da parte all’interno di queste tasche, per poi mangiarli successivamente, nella loro tipica posizione di galleggiamento sulla schiena. In alcuni casi per rompere il guscio dei molluschi li sbattono forsennatamente contro uno scoglio, usandolo come incudine. Se però sono lontane da scogli sfruttano pietre più piccole: o come incudini tenendole appoggiate sul ventre; oppure come martelli. Nelle stesse tasche in cui mettono da parte i molluschi da mangiare conservano anche i sassi che si sono dimostrati buoni martelli: è stato osservato che ne hanno di preferiti e che li portano con sé a lungo.

L’anno scorso un gruppo di ricercatori, tra cui i biologi dell’Acquario della baia di Monterey, in California, hanno pubblicato i risultati di uno studio condotto dal 2007 al 2017 in cui sono stati analizzati i gusci dei molluschi rotti dalle lontre di mare con la tecnica degli scogli-incudini. Usando gli stessi metodi d’indagine che gli archeologi sfruttano per esaminare conchiglie e ossa rotte dagli umani preistorici, i ricercatori hanno capito in che modo le lontre di mare sbattono i molluschi sulle rocce e hanno ipotizzato che siano più destrimane che mancine: il modo in cui le conchiglie da loro maneggiate vengono rotte sembra indicare l’uso di una maggiore forza da parte della zampa destra, per quanto entrambe le zampe anteriori vengano usate per sbattere le prede sulle rocce.

Anche gli esemplari di alcune specie di lontre di fiume maneggiano piccoli sassi e negli zoo sono state osservate farlo in un modo molto peculiare: sembrano intente in numeri di giocoleria.

All’inizio di maggio, sulla rivista Royal Society Open Science, è stato pubblicato uno studio dell’Università di Exeter per cui per sei mesi sono state osservate 50 lontre ospitate in tre diversi zoo del Regno Unito. La maggior parte appartiene alla specie Aonyx cinereus, la lontra dalle piccole unghie asiatica, alcune alla specie Lutrogale perspicillata, la lontra liscia. Entrambe le specie vivono in natura nelle paludi del sud-est asiatico e hanno questo comportamento da giocolieri: si passano piccoli sassi da una zona all’altra, li tirano in aria, se li fanno rotolare sul petto e sul collo.

Non è ancora chiaro perché le lontre usino i sassi in questo modo; non si sa nemmeno se lo facciano più in cattività rispetto che in natura, dato che le lontre libere sono molto difficili da avvistare. Nello studio è stato appurato che le lontre che “giocolano” di più non sono più capaci di procurarsi il cibo, quindi questo comportamento non sembra una forma di allenamento. È stato inoltre osservato che sono i giovani e le lontre anziane, che hanno superato l’età della riproduzione, a “giocolare” di più, e tutte lo fanno più spesso quando sono affamate. L’ipotesi dei ricercatori dell’Università di Exeter è che le lontre più giovani usino i sassi per giocare e che quelle più anziane facciano la stessa cosa per mantenersi attive, come i pensionati che fanno la Settimana Enigmistica o giocano a carte. Ma servirebbero più studi per confermare questa ipotesi.